Fiat 128 berlina 4 porte II Serie 1972

La Fiat 128 Berlina è un modello 1:43 che da tanti anni fa parte della gamma Rio. Con carrozzeria a 4 e a 2 porte, il Rio è una riproduzione gradevole, che nel corso del tempo ha beneficiato di vari aggiornamenti, inclusa l’introduzione della versione Rally.

Da qualche settimana il marchio che – lo ricordiamo – appartiene al gruppo M4 di Pesaro ha introdotto sul mercato la berlina 4 porte II Serie, una versione “fresca” che farà piacere ai cultori di storia dell’auto e a chi pensa che un modello fatto in Italia rappresenti oggi come oggi un valore aggiunto in un panorama modellistico sempre più piatto e globalizzato.

Un po’ di storia: senza voler minimamente far concorrenza a dei veri e propri mostri di cultura nel campo della Fiat 128 (penso al nostro Panarotto), possiamo riassumere in breve le vicende di questa seconda serie. Presentata al Salone di Torino 1972, la Fiat 128 nelle tre configurazioni (4 porte, 2 porte, Rally) ricevette un leggero restyling a qualche anno dalla commercializzazione. I paraurti persero i rostri per ricevere una protezione in materiale plastico nero; la parte centrale delle maniglie diventò nera, e – cambiamento forse più vistoso – la calandra fu ridisegnata con una doppia modanatura orizzontale a due listelli che l’attraversava da un faro all’altro. Gli interni avevano nuove sellerie; volante e plancia del cruscotto erano ridisegnati.

Il modello Rio della 128 II serie è per ora proposto solo nella versione berlina 4 porte. Sono uscite fino ad oggi tre colorazioni: verde chiaro 304 (catalogo Rio 4711), verde brillante 374 (4719) e bianco 233 (4707), ciascuna limitata a 99 esemplari numerati.

Due delle tre varianti di colore finora uscite della Fiat 128 Berlina 4 porte II Serie: verde brillante e bianco. E’ disponibile anche il verde chiaro e non c’è dubbio che molti altri colori seguiranno

Il modello base è già stra-conosciuto, inutile quindi soffermarsi in via generale su un prodotto che ha ormai una lunga storia. Basti dire che esteriormente tutte le differenze fra la prima e la seconda serie della 128 sono state rispettate: paraurti, calandra, maniglie. Sullo specchio di coda sono stati correttamente eliminati i catadiottri sotto i gruppi ottici, che ora hanno la loro cornice cromata in rilievo. Tutto bene, dunque. I sedili hanno la parte centrale in colore chiaro, a simulare la sezione in panno. La parte esterna dei sedili, nel modello in verde brillante, è in color marrone: la finta pelle marrone o nera corrisponde perfettamente all’abbinamento con la carrozzeria verde 374. Anche la decorazione del cruscotto rispetta bene la configurazione della seconda serie, mentre il volante ci pare identico a quello del modello prima serie: in realtà la 128 restyling aveva un volante leggermente diverso, con le razze più tese e una parte centrale di forma trapezoidale con al centro il logo Fiat. Probabilmente in M4 non se la sono sentita di ricavare uno nuovo stampo per il volante.

Ora che Rio ha riprodotto la II serie, non le sarà probabilmente troppo difficile inserire in catalogo anche la Special del 1974, che malgrado avesse i fari rettangolari non dovrebbe costringere il produttore ad alcuna modifica dello stampo.

Un’ultima osservazione, sul prezzo: al pubblico le Fiat 128 di Rio vengono vendute a circa 69 euro. Alcuni pensano che sia troppo. E’ appena il caso di ricordare come i costi di produzione di un prodotto fatto in Italia non siano neanche lontanamente comparabili a quelli di un modello proveniente dalla Cina, dal Bangladesh, dal Madagascar o da chissà dove. Certo – si potrà obiettare – non gliel’ha ordinato il medico a Rio o magari a Brumm di continuare a operare qui da noi. Sia come sia, il dividendo pagato da modelli come questi consiste nella durata nel tempo, favorita da una filiera controllabile fatta di materiali di qualità. Ricordo bene ciò che mi mostrò Rio Tattarletti una decina di anni fa, in occasione di una visita alla fabbrica di Oltrona di San Mamette per Modelli Auto: la composizione della zamac deve essere perfettamente controllabile per assicurare fusioni (e di conseguenza verniciature) che sui modelli nostrani non creano problemi da decenni. Si può dire altrettanto di un Norev o di un Minichamps?

2 pensieri riguardo “Fiat 128 berlina 4 porte II Serie 1972

  1. >E’ appena il caso di ricordare come i costi di produzione di un prodotto fatto in Italia

    >non siano neanche lontanamente comparabili a quelli di un modello proveniente dalla Cina,

    >dal Bangladesh, dal Madagascar o da chissà dove

    Troppo spesso non lo si tiene in considerazione…

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  2. Nel descrivere la Fiat 128 della Rio, David Tarallo utilizza, inizialmente, l’ aggettivo ” gradevole “. Ecco, mi sembra che dietro quel termine ci sia una linea divisoria ( forse anche divisiva… ) tra ciò che è perfetto e ciò che non lo è, tra riproduzioni asettiche senza difetti e altre dove si apprezza ” la vista d’ insieme ” più che la precisione e la fedeltà assolute. Beh, io credo che modelli come la 128 di Rio abbiano una loro ragion d’ essere proprio perché catturano l’ essenza della vettura vera senza l’ ossessione del particolare e riportano ad un’ epoca del modellismo ormai passata. In più, il piccolo orgoglio di avere un prodotto italiano. Complimenti dunque, e lunga vita, alla M4 di Pesaro, splendida città delle mie Marche.

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