Fuori squadra? La Ford P68 di Tecnomodel in 1:43

Ho scritto altrove che il problema principale dei modelli Tecnomodel (in 1:18 e in 1:43) potrebbe risiedere nella scarsa comunicazione fra centro di documentazione e addetti alla prototipazione. Sarebbe tra l’altro interessante conoscere il parere dei diretti interessati. Certo è che diversi modelli presentano magari non dei difetti macroscopici, ma tutta una serie di piccoli scostamenti dalla realtà che finiscono per far perdere la percezione della vettura. E questo in un’epoca in cui la documentazione abbonda e dopo che altri produttori hanno fornito interpretazioni validissime dei soggetti prescelti da Tecnomodel.

E’ il caso della Ford P68 Alan Mann che esce in questi giorni. Ancora una volta ad alterare il quadro generale è (anche) l’assetto, con dimensioni fuori scala e una scelta errata delle quadrature. Si perde quella che gli inglesi, con termine difficilmente traducibile, chiamano stance. Già da una prima, superficiale analisi, emerge un modello che sembra quasi la caricatura dell’auto vera, e questo dispiace in un prodotto che dovrebbe imporsi nella fascia medio-alta dei resincast.

29 pensieri riguardo “Fuori squadra? La Ford P68 di Tecnomodel in 1:43

  1. Mais qui peux valider un modèle comme celui-ci proposé à 100€ minimum : il me fait penser à un modèle hot wheels au 1/64 tellement il est mauvais, même les roues sont trop grandes 😔

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      1. Et s’il n’y avait que ça…ton post sur les Aston DP 214 montre les mêmes erreurs commises par le fabricant… je ne comprends vraiment pas comment ils comptent vendre ces modèles, la concurrence veille, à ce prix là, à moins d’être inculte personne n’achètera ces différents modèles, comme tu le soulignes déjà reproduits en mieux…

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    1. deplorevole è buonismo!! Come ho postato nel forum, i confronti tra i modelli riprodotti e quelli reali è indecente . Le 962 sono di quanto più brutto e errato si possa immaginare . A ruota questa Ford

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          1. ehm … a ruota , nel senso , a seguire…. ahahahahahah comunque le ruote sono indecenti . E dire che nelle riproduzioni mi piacciono le ruote un pelino più grandi , ma qui siamo fuori di tutti i sentimenti

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            1. Qui siamo in presenza di un “chiaro ed evidente errore”, per citare il gergo calcistico. Errore del diametro che secondo me si combina con un’errata riproduzione del giro dei passaruota e dell’altezza in generale. Vai a farlo capire al cinese che la mattina ti manda il rendering prima di dedicarsi alle tazze Ikea nel pomeriggio.

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  2. Gli specialisti del modellismo stanno finalmente denunciando queste imprecisioni. Le ruote troppo grandi fanno assomigliare il modello a un SUV, le decalcomanie sono di dimensioni e posizionamento errati. Per alcuni modelli ho notato grandi imprecisioni presso Technomodel (Ferrari 312P, Breadvan). A prima vista, tutto sembra a posto, la verniciatura è buona, ma un’occhiata più attenta rivela dettagli inaccettabili per modelli di questa fascia di prezzo. Un peccato, perché la scelta dei modelli sarebbe interessante. La P68, in particolare, è una delle auto da corsa più belle di sempre, ai miei occhi.
    Continuate a lavorare bene! Cordiali saluti dalla Germania – Patrick Mehlin

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  3. La Matchbox by Lesney avait des forme plus fidèles, quelque 50 (et plus) ans déja!

    La Matchbox by Lesney aveva forme più fedeli, 50 e più anni fa!

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  4. Chi acquista oggi il modellino non sa assolutamente chi fossero Chris Irwin, Pedro Rodriguez o Denis Hulme e non sa neanche che sia mai esistita una Ford P68 progettata con l’ausilio dei computer e presto abbandonata perché praticamente inguidabile in competizione. Il modellino Minichamps che posseggo risale ai primi anni ‘70 e non acquisterò di certo il Tecnomodel che è fatto con l’unico scopo di essere venduto oggi fine novembre 2024, risultato che viene ottenuto in pieno grazie anche al costo inferiore ai 100 euro in scala 1/43. Altro non c’è da dire, verba volant euro manent.

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    1. Il modello Minichamps risale a una manciata di anni fa, non certo ai primi anni ’70. Senza offesa, direi che il tuo, Franco, è un ragionamento che non regge da svariati punti di vista. Da quando mondo è mondo, i produttori si sforzano di proporre modelli che siano il più possibile fedeli all’originale e il concetto che oggi cose di questo tipo siano accettate con maggiore tolleranza perché ormai il pubblico è meno competente secondo me è una rappresentazione totalmente infondata, oltre che capziosa. La maggior parte dei compratori di modelli di questo tipo è fatta da gente competente che sa benissimo chi sia Chris Irwin o cosa rappresenti la Ford P68. Tu parli di un prezzo di 100 euro come se fosse economico. Non lo è. Uno Spark, pur con tutte le sue magagne strutturali, costa meno. Costa meno anche un Trofeu, che ha anche il pregio di essere fatto in Europa. Siamo comunque in una fascia di prezzo abbastanza elevata. Oggi come in ogni altra epoca, chi lavora male è destinato a chiudere o a dover rivedere i propri criteri produttivi. Anzi, oggi più che in ogni altra epoca. Gli euro volant anche più delle parole. E a prescindere da tutto, il compito di questo sito – e di altri simili – è quello di giudicare criticamente un prodotto, certo tenendo conto di quanti più fattori in gioco ma senza tranciare in modo dogmatico e passivo la questione.

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  5. RICCARDO FONTANA

    Mi verrebbero, così in ordine sparso, giusto un paio – o tre – di domande da fare al sig. Franco Gallo, riassumibili come segue:

    1. Esattamente, con parole sue, può spiegarci per quale ragione un individuo sano di mente dovrebbe spendere fosse anche 5€ per il modello di un’auto di cui ignora financo l’esistenza? Solo per dimostrare alla plebe che può permettersi di buttare il grano dalla finestra? No, perché questo passaggio veramente va aldilà della mia comprensione, e per dirla con gli Who “I wish I knew”.
    2. Questa faccenda del “si critica ciò che non ci si può permettere”, sta diventando particolarmente odiosa (oltreché stupida): secondo te, esimio ottuagenario meneghino, io critico ‘sta merda di modello perché non me lo posso permettere? Guarda che la mia Toyota grigia NON è una Yaris cross da pensionato, ma tanto lo sai benissimo. Vedere uno della tua età che risolve le discussioni con “gnegnegné io ce l’ho e lo posso pagare e tu no, pappappero!” come se si fosse un branco di bambini all’asilo è avvilente.
    3. Visto che sei il primo a prendere abitualmente in giro chi colleziona obsoleti o modelli speciali, quando le critiche vengono alla tua categoria o te le assorbi in silenzio, oppure se proprio vuoi rispondere avventurati in ragionamenti logici. Grazie.
    4. Siamo in democrazia, vuoi andare avanti a portare palate di grano per dei modelli cinesi a negozianti che, dovendoteli ricomprare dopo 10 minuti, forse ti darebbero il 10% di quello che hai pagato (poi portagli le F1 di Spark senza scatola e col pilotino sradicato magari, che ci facciamo quattro risate)? Vai avanti, per me puoi anche girare nudo per strada.

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  6. È impossibile essere d’accordo con qualcuno al 100 % ed avere una visione identica delle cose…

    Impossibile…

    Troppi fattori discordanti .

    Ci può essere, quella si, qualche analogia o, in alternativa, uno spunto di riflessione derivante da una differente prospettiva.

    In certi casi, però, faccio davvero fatica a trovare un appiglio, anche minimo, per un ragionamento e me ne dispiaccio perché comprendo tutti i miei limiti.

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    1. Tutto può essere occasione di crescita e di discussione, a patto di non tradire alcuni basilari principi di logica e coerenza, che vanno considerati come il presupposto di ogni confronto dialettico. Altrimenti si torna alla storiella del piccione di buona memoria.

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  7. Siamo tutti collezionisti di automodelli, ma penso che non ci siano due collezioni non dico identiche, che è impossibile (o quasi) da un punto di vista statistico, ma nemmeno messe insieme con lo stesso criterio. Ognuno ha la propria sensibilità e la sua collezione in qualche modo la riflette. Quindi ci sono anche quelli che collezionano indipendentemente dalla fedeltà e/o correttezza del modello, anche se a me pare un non senso, visto che un modello di automobile ne è la riproduzione in scala, che dovrebbe essere la più corretta possibile.

    Ma proprio su queste pagine, pochi giorni fa, si è parlato delle novità di una nota azienda con molti errori, sia di linea che di finitura, sicuramente lo sanno anche i vertici dell’ azienda, ma evidentemente puntano su una clientela di collezionisti affezionati al marchio che raccoglie i loro modelli proprio perché di quel marchio, indipendentemente dalla loro correttezza. E, su di un altro piano, lo stesso accade per un’ altra ditta, lontana dalla precedente come posizionamento sul mercato, ma vicina geograficamente, che addirittura, scriveva qualcuno, ha fatto diventare un “marchio di fabbrica” un loro noto e annoso errore che si guardano bene dal correggere. Io me ne vergognerei, almeno un pochino, e cercherei di rimediare al più presto, ma evidentemente ho torto io e ragione loro, visto che il loro prodotto vende bene ed è diretto ad una clientela in genere di buone possibiltà economiche, ma evidentemente, almeno a volte, di scarse pretese sul piano del rigore storico.

    Premesso che il “caso” Tecnomodel” mi sembra peggiore, perché gli errori di linea ripetuti sono a parer mio più gravi nel 2024 e più gravi degli errori di rifinitura (e non mancano nemmeno quelli) e perché il loro prezzo è comunque di livello medio alto, ci può stare che abbiano fatto le loro valutazioni e pensino comunque di riuscire a piazzare il prodotto. Se poi si riveleranno sbagliate, beh, vedranno loro.

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  8. sufficiente di vedere il prezzo per capire che le cose impossiblie possono purtroppe accadere !!!

    Michel

    FORD: A 1:18 scale Tecnomodel Mythos Ford F3L P68 as raced by Alan Mann Racing at Brands Hatch 1968. L.E 100 – Price Estimate: $350 – $450

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    1. Alla fine è stato venduto per 530 dollari.

      Ho letto la sua critica alla nuova azienda Tecnomodel che insulta il nome. Negli anni ’90 Tecnomodel produceva kit e assemblaggi di qualità.
      Le critiche mosse alla Ford P 68 possono essere applicate anche alla Ferrari 312 F1 del 1967 /1968 che presenta molti errori grossolani. Lo stesso vale per le Brabham BT 24 e BT 20, e per le approssimative Indianapolis 1966 Lola T 90 appena uscite: nessuna preoccupazione per il più elementare rispetto delle proporzioni, e una finitura in plastica giocattolo.
      Le GP REPLICAS uscite di recente nella stessa scala 1/18 sono, senza essere perfette, molto meglio rifinite.

      Michel

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  9. Persino molti Dinky Toys, Corgi Toys, Norev e altri marchi degli anni ’60 sono più vicini alla realtà di questi tecnomodelli degli anni ’20. Forse per questa ditta la cosa più importante è che se ne parli, anche male. Per quanto riguarda i prezzi, sono molto alti: niente finestrini, niente dettagli sulle parti delle sospensioni e del motore. Per quanto mi riguarda, non valgono più di 30 euro al massimo. E lo dico confrontando molti BURAGO della stessa scala, molto meglio rifiniti di questi bastardi Tecnomodel.

    Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)

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