E’ di 36 vetture la lista provvisoria degli scritti per la stagione 2025 del FIA-WEC, con tredici differenti costruttori, tra Hypercar e LMGT3.
La novità della Hypercar è l’arrivo dell’Aston Martin, che schiererà due Valkyrie. Per il momento il team inglese ha annunciato due soli piloti su sei: Harry Tincknell per la vettura numero 007 e Alex Riberas per la 009. Confermata la presenza di Ferrari (con le due 499P ufficiali più quella dell’AF Corse), Peugeot, Porsche, Toyota, Alpine BMW, Cadillac. Come era previsto, lasciano Lamborghini, che si concentra sull’IMSA e anche sullo sviluppo della futura nuova GT3, e Isotta Fraschini.
Tra i team privati per ora è confermata una sola Porsche per il Proton Competition, mentre il Team Hertz Jota, che nel 2024 schierava le 963 private, è diventata squadra ufficiale Cadillac.
In LMGT3, arrivano le due Mercedes AMG iscritte dall’Iron Lynx. Le Iron Dames, lasciata la Lamborghini, tornano alla Porsche, con un equipaggio formato da Rahel Frey, Michelle Gatting e Célia Martin, che sostituisce Sarah Bovy. Il parco partenti della GT è composto da ben nove costruttori differenti: Aston Martin, Ferrari, Lexus, Corvette, McLaren, Porsche, Ford, Mercedes e BMW.
Il FIA-WEC 2025 prenderà il via in Qatar il 28 febbraio.

Stupenda la lista partenti di classe hypercar, due pensieri: gran parte del mondo è rappresentato, mancano costruttori coreani (Hyundai 2026?) e magari un progetto cinese (certo che americani e giapponesi sono proprio pochi per il valore di mercato che rappresentano come produttori di auto); poi onore e rispetto a chi è rimasto sebbene non ancora al massimo della competitività, per ragioni diverse come tifosi abbiamo già perduto Glickenhaus, Vanwall, Isotta e Lamborghini. Peccato per così pochi privati, costi in lievitazione?
Ultima nota: questo è l’unico sito dove ho trovato la lista ufficiale in modo chiaro e immediato, il tutto impreziosito dal bel logo iniziale, bravi.
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Grazie Giovanni per le belle parole che ci spronano a continuare con entusiasmo. Il rischio per il WEC, e l’ho già detto in tempi non sospetti, è di ricadere nella solita spirale che ha fatto sì che l’endurance sia nato, prosperato e morto più volte nell’arco dei decenni: nella maggior parte dei casi è stata la FIA ad affossare la categoria, con regole assurde poste più o meno in malafede (si veda la fine del Gruppo C). Oggi il rischio resta, e si cominciano a vedere derive “dirigiste” tipo l’obbligo per i team ufficiali di schierare due vetture, per garantire (così dicono) l’equità della competizione. Come se Isotta Fraschini, Glickenhaus o altri potessero essere in grado di intromettersi nella lotta fra i “grandi”. E così, impossibilitati a sostenere costi comunque notevoli, già molti dei “piccoli” se ne sono andati. Dietro il forfait di Isotta Fraschini si celano anche altre ragioni, ma l’idea di attirare sempre più case ufficiali a discapito dei piccoli costruttori e dei team privati è già abbastanza chiara; si tratta peraltro di un’arma a doppio taglio perché puntare tutto sui grossi nomi paga molto a breve termine ma erode lo zoccolo duro di ogni categoria. Trovare l’equilibrio fra queste due istanze non è mai cosa facile.
Ora si attende, dopo l’arrivo dell’Aston Martin, l’esordio della Hyundai nel 2026 e forse anche della Mercedes, mentre temo che il 2025 sarà l’ultimo anno per la Peugeot. La macchina – nonostante gli sviluppi – non va perché fondamentalmente si tratta di un progetto sbagliato in partenza e di fronte alla crisi del mercato non penso che il gruppo Stellantis se la sentirà di giustificare un investimento in una vettura completamente nuova o in ulteriori migliorie della 9X8, più per motivi di facciata che per il peso reale di un programma agonistico, esattamente come era avvenuto alla fine del 2011 con la 908. Tornando al campionato in sé, c’è anche la concorrenza dell’IMSA, che ha puntato come è accaduto spesso in passato su una minore rigidità formale, lasciando molto più campo libero ai privati e riducendo il parco vetture alle sole LMDh, di fatto permettendo a Porsche di poter campare a lungo sulla categoria, con una base solida di clienti. Almeno questo era l’intento degli americani, finché la Porsche stessa non ha annunciato un rallentamento – per motivi logistici e tecnici – della produzione delle 963 per i privati, che dovrebbe riprendere con maggiore consistenza l’anno prossimo.
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