L’Alfa Romeo 33TT12 corta 1975 di ABC

testo e foto di Riccardo Fontana

Lo abbiamo detto molte volte: alle borse, anche alle più grandi, bisogna sforzarsi di guardare dappertutto.

C’è chi in questo è facilitato dal colpo d’occhio dell’Endurista, come il sottoscritto, e chi ci è meno portato, ma occorre ricordarsi sempre che ben difficilmente sui banchi più appariscenti si troverà in bella vista un modello veramente clamoroso: si troverà sicuramente molta bella roba, ma ben difficilmente la proverbiale “pepita” in grado da sola di risolverti la giornata.

Al Novegro di ieri stavo finendo il giro tra i banchi, equamente diviso tra un senso di oppressione per la notevole calca di pubblico (che non mi piace, né mai mi piacerà), l’indecisione su un paio di modelli da prendere (una Ford GT40 MKI Solido con scatola finestrata e ruote della MKIV o una Fiat S76 Dugu?) e un paio di robusti inviti ad accomodarsi a quel paese dispensati ad un paio di “bancarellari” di cui al resoconto della giornata1, quando sono arrivato al banco di Emilio Bonvini, in fondo sulla sinistra entrando.

L’Emilio era un amico di mio padre nonché un suo collega all’IBM di Segrate, e lo conosco da quando ero alto… poco (sì, ci sono stati anche quei tempi, anche per me).

Soliti convenevoli, come va e come non va, come si sta in pensione, cosa fai tu (io) adesso, e passano momenti lieti, poi inizio a scorrere il banco, piuttosto grande in realtà, come sempre: c’è tanta roba, che va dalle Majorette, alle Hot Wheels, ai modelli da edicola a cose molto più serie e pregiate, e poi in un angolino, molto dietro e molto nascosta, una scatolina trasparente tipo Super Champion, con dentro un’Alfa 33 TT12 corta.

Confesso: ho immaginato immediatamente, già da un paio di metri di distanza, che potesse essere quello che effettivamente era, ma non osavo sperarci davvero, invece ci ho preso, e mi sono trovato davanti l’ABC Factory built numero 11, la 33 corta del Mugello 1975, con il progressivo dell’esemplare (il 20, in questo caso) inciso con la punta del trapano sotto.

Beh, a naso direi che tra la GT40 e l’S76 potrei anche prendere questa ed essere contento.

“Emilio, quanto questa?”

“Sai cos’è?”

“Sì, è un ABC vecchio, dai quanto?”

“Per te 15€”

“Oh, non sarà troppo?!”

Pago veramente molto felice, e mi fermo ancora un po’ a chiacchierare, ripensando a quando venivo a Novegro a 10-12 anni, che dall’Emilio magari prendevo la Matra 650 della Solido e la MS11 della Dinky, e poi fuori magari trovavamo Alessandro Gritti (eroe della grande epopea della Regolarità e bandiera KTM, il Giacomo Agostini del Fuoristrada) e mio padre mi ci faceva una foto.

Sono felice.

Due parole sul modello a questo punto: PLIT, ancora ai tempi del vecchio blog, si è già occupata della 33 TT12 di ABC, dedicando un servizio alla referenza 11A, che sarebbe la coda lunga analoga al modello Solido2, ed è bello che anche la versione corta dello stesso modello arrivi oggi ad esservi presentata.

Il modello è molto bello, ha una splendida linea e dei cerchi in tornitura magnifici, molto simili a quelli reali: ha naturalmente delle semplificazioni a livello di interni e di dettagli minori che sono tipici della sua epoca (niente cinture di sicurezza, nessuna fotoincisione) ma la base c’è.

Una particolarità di questo modello è l’assenza di un fondino: si tratta infatti di un blocco unico, in cui semplicemente è stato incollato il gruppo motore-trasmissione da sotto.

Curiosamente, sono assenti gli scarichi: inizialmente credevo che sulla mia fossero andati persi (strano data la conservazione altrimenti ottima del modello, ma mai dire mai con gli speciali), poi “studiando” il modello lungo di David del precedente servizio abbiamo visto come anche in quel caso non ci fossero gli scarichi.

Erano modelli tirati in 300 esemplari, e non risulta che siano mai stati proposti in forma di kit.

Modelli come questo sono la testimonianza di un’epoca lontana, in cui l’attualità veniva seguita attraverso i pochi Solido ed i sempre maggiori speciali che, un po’ ovunque, spuntavano come i funghi.

Cos’altro c’era della 33 nel ’76? Il Manou in metallo bianco (prove di Le Mans 1974, senza la lama anteriore), il John Day, l’FDS… A fine anno sarebbe arrivato il Solido, e certamente molte cose sarebbero cambiate, ma l’ABC era tra i pochi modelli in grado di reggere benissimo la concorrenza del modello francese, se non addirittura di porsi in una condizione di superiorità.

Sono modelli per così dire segnanti, come può essere la famigerata Porsche 908 Turbo di Porsche Story, che però restano ancora estremamente belli ed affascinanti – ancorché veramente rari, soprattutto in condizioni ottime – ai giorni nostri, e pertanto estremamente interessanti soprattutto se si affronta la collezione nell’ottica della ricerca storica e dello sviluppo tecnico del modellismo.

  1. https://pitlaneitalia.com/2025/02/24/borsa-di-scambio-a-novegro-domenica-23-febbraio/ ↩︎
  2. https://pitlaneitalia.com/2016/04/04/intermezzo-storico-alfa-romeo-33tt12-1975-factory-built-di-a-b-c/ ↩︎

3 pensieri riguardo “L’Alfa Romeo 33TT12 corta 1975 di ABC

  1. Bonjour

    Il faut aussi penser au modèle de la marque Team T ,qui à ses débuts fabriquait des modèles simplifiés en résine translucide : sel bémol, les phares n’étaient pas creusés et il fallait les peindre en aluminium comme le Manou

    Cordialement

    Pascal

    "Mi piace"

  2. questo modello lho ricavato da una brumm, modificando, oltre la coda , il passaruote posteriore . Sempre approposito di versioni corte, un lavorone per la fernet tonic , la sc12 . Li le modifiche sono state , su base solido, la coda , prese d’aria posteriori, passaruote e presa d’aria anteriore più larga rispetto alla tt12.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Pitlaneitalia Cancella risposta