Sulla rinascita di Polistil

PLIT ha pubblicato stamani le osservazioni di Riccardo a proposito della rinascita di Polistil, su iniziativa della nostra Carmodel1. Avendo collaborato per anni con Carlo Pretaroli (lo sviluppo di tutte le Maxima e Mitica in resina, per chi non lo sapesse, l’ho seguito io), sapevo da diverso tempo di questa nuova impresa che riporterà in auge lo storico marchio italiano. Avevo l’intenzione di dire anch’io la mia, da collezionista ma anche e soprattutto da addetto ai lavori.

Come ho puntualizzato nei miei commenti in calce all’articolo di Riccardo, questa operazione va vista principalmente come una mossa di marketing. Una mossa intelligente, tanto più brillante se si considera lo stato attuale del mercato dei modelli cosiddetti di gran serie. In 1:18 (perché è a questa scala che guarderà almeno sulle prime la rediviva gamma Polistil) c’è una guerra senza esclusione di colpi tra produttori, siano essi di resincast o di diecast. Il mercato è ancora abbastanza attraente, e restano tuttora lacune da colmare.

Innanzitutto è bene che gli ultimi dei nostalgici si tolgano dalla testa ogni speranza di rivedere la Regata in 1:24 o le vecchie piste elettriche: qui si parla di modelli nuovi, concepiti e realizzati con criteri moderni, anche se strizzando l’occhio a qualche concessione “giocattolesca” di cui i collezionisti in 1:18 sembrano non poter proprio fare a meno, tipo le portiere apribili, le ruote sterzanti o i molleggi. Questo tipo di prodotto era stato coperto già – all’interno di Carmodel – dalla gamma Mitica diecast, più economica della Mitica in resina e della Maxima. E’ chiaro come un investimento in una serie di moderni diecast sia alla portata di poche potenze nel nostro settore, e Carmodel è una di quelle. L’idea dei Mitica diecast nasce proprio dalla volontà di proporre agli appassionati di 1:18 qualcosa di più “tangibile” e “ludico” rispetto ad un qualsiasi resincast, preciso ed esatto quanto si vuole, ma più delicato, peggio gestibile – e in una parola: più freddo – rispetto ad un tradizionale modello in zamac. E nel periodo in cui marchi come Norev hanno scelto di rinunciare alle aperture anche sui modelli in metallo, Carlo è andato controcorrente insistendo sulle caratteristiche tradizionali di un 1:18. Polistil non farà eccezione: penso, anzi, che Polistil si sovrapporrà in parte alla produzione Mitica, anche se non credo che la sostituirà perché i produttori in Cina non saranno gli stessi (non posso rivelare – pur sapendolo – chi fabbrica i Mitica diecast).

Finora la concorrenza – vedi Laudoracing – ha forse avuto un leggero vantaggio a livello di strategie di marketing rispetto al gruppo Carmodel. A parte l’evoluzione seducente in termini di grafica delle scatole, cosa di non secondaria importanza, Laudoracing ha adottato una strategia d’impatto, estremamente aggressiva, su tutti i social, non allontanando neanche la tentazione di incappare in poco eleganti spiritosaggini nei confronti di Mitica e annunciando l’uscita degli stessi soggetti magari a pochi giorni dall’annuncio della commercializzazione di un nuovo modello del gruppo di Carmodel (si veda ad esempio la 155 GTA Stradale o la Bravo HGT). E’ questo un gioco abbastanza pericoloso, in cui chi non dispone di mezzi adeguati rischia di farsi male, per non dire di peggio.

Con Polistil, Carmodel disporrà finalmente di un brand “nobile”, universalmente conosciuto. Del resto, OttOmobile ha voluto, ormai oltre un decennio fa, acquisire i diritti del marchio Solido, incontrando un indiscutibile successo commerciale. Con Polistil come nuova carta da giocare, Carlo Pretaroli e i suoi soci riusciranno ad imporsi e ad insidiare anche produttori di resincast come Laudoracing. Immaginatevi l’impatto che il recente pulmino Fiat di Mitica avrebbe avuto con una scatola marchiata Polistil. Mi viene in mente, giusto per restare coerenti alla zona geografica, un proverbio abruzzese che recita più o meno così: “I soldi servono per la picca e la ripicca”. Auguri a tutta la concorrenza di Carmodel.

  1. https://pitlaneitalia.com/2025/03/09/rinasce-il-marchio-polistil/ ↩︎

4 pensieri riguardo “Sulla rinascita di Polistil

  1. Auguro a Carlo Pretaroli ogni fortuna per questa iniziativa, che ha il merito di riportare alla ribalta un marchio storico dell’ automodellismo, anche se per me il nome “vero” è Politoys, quello della serie in plastica, della M e della Export, e anche se non sono interessato alla scala. Sul made in China, beh, non credo che allo stato ci siano alternative. Ci sono state negli anni molte “riesumazioni”, quasi tutte basate su riedizioni di modelli classici e quasi tutte di marchi stranieri, quindi benvenga qualcosa che riguarda un marchio italiano e con modelli inediti.

    Spero che, come anticipato, il progetto si estenda anche all’ 1/43, dove veramente, a parer mio, l’ azienda lombarda lasciò il segno quando, nel 1965, lanciò la serie M, in metallo e soprattutto con molte parti apribili, tutte o quasi quelle possibili. Era il loro “marchio di fabbrica” , la caratteristica principale, anche se non l’ unica, che colpiva noi bambini. La fedeltà delle linee non era forse sempre ineccepibile, ma a quell’ età chi ci badava? Adesso, però, le cose sono ben diverse, noi vecchi siamo cresciutelli e tendiamo a conservare i modellini nelle teche senza quasi toccarli, i (pochi) giovani sembra che siano attratti dai modelloni apribili, quindi quel marchio di fabbrica, che inoltre sarebbe penso molto costoso, non ha più molto senso. Per caratterizzare una eventuale nuova gamma di Polistil ( o Politoys…) 1/43 si potrebbe allora puntare sulla scelta dei modelli da riprodurre, vetture stradali, in buona parte italiane e in buona parte “normali”, poche supercar che già trovano ospitalità in altri cataloghi, e magari qualche mezzo industriale, omaggio ai Fiat 682 e ai Romeo 2° in plastica, e non limitarsi all’ attualità, ma scovando quello che è stato tralasciato, a livello di pressofuso industriale, negli scorsi decenni. Il tutto dal costo contenuto, un po’ come i nuovi Solido.

    Comunque devo ammettere che quando ho letto la notizia un salto sulla sedia l’ ho fatto!

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    1. Per trovare un parallelo abbastanza simile all’operazione Carmodel-Polistil direi che si debba andare indietro nel tempo fino alla fine degli anni ’80 con i Dinky-Matchbox ma in quel caso la volontà di ripercorrere i passi della vecchia Dinky era forse più evidente, in primis per via della scelta della scala, poi anche per un inserimento diretto nella tradizione dei soggetti scelti.

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