I pezzi della rubrica Storie di modelli nascono spesso casualmente. Questo non fa eccezione. Del resto si tratta forse della serie meno coerente e regolare di PLIT e penso che sia bene così.

Non ho il lato narcisistico che contraddistingue molti collezionisti che sui social esibiscono i modelli della loro collezione. Anzi, i loro thread mi paiono sempre dei tentativi abbastanza patetici di vincere la solitudine e/o di raccogliere consensi. Quando poi lo fai spappardellando gli ultimi Spark comprati su Raceland, la cosa è a mio avviso ancora più patetica ma del resto ognuno fa ciò che vuole della sua vita.
Sto già divagando.
Nel marzo 2020 arrivai a Clermont-Ferrand per cavoli miei mentre l’Italia era già in preda alla follia del Covid. In Francia sarebbe arrivata un po’ più tardi, e in ogni caso in una forma leggermente mitigata.

Approfittai del viaggio per dare un’occhiata a quel poco di modellistico che si trovava in città. Forse alcuni di voi ricorderanno qualche articolo uscito proprio in quei giorni, in cui ancora PLIT non esisteva. Esisteva il vecchio blog, in piedi già da otto anni. Presi da Autostyl un paio di Renault 5 assemblate da kit Prestige. Il titolare, persona molto simpatica, si dilettava a fare montaggi tutto sommato onesti, che avevano il pregio di costare pochissimo, nello spirito tipicamente francese del modello fatto per colmare qualche lacuna nella collezione, lontano da ogni suggestione storica legata al produttore o chissà a che altra ubbia.
Le due R5, dicevo: una TX del 1981, elegante nel suo grigio ferro metallizzato, e un’Alpine nera con gli interni rossi e i cerchi Fergat. Tra l’altro, proprio in quel periodo, Michel Hommell usciva con un Hors-Série di Gazoline (Votre auto, numero 2) consacrato alla R5, una delle migliori pubblicazioni nella storia della rivista, che poi sarebbe stata ceduta insieme a tutte le altre del gruppo.

Sono passati cinque anni e sono successe tante cose. Riprendevo in mano questo pomeriggio le due R5, forse col retro-pensiero di venderle. Ma poi, a quanto e soprattutto a chi? Vederle partire per il prezzo di un modello da edicola non ti cambia la vita, anzi, ti mette solo tristezza. Il tempo non le ha scalfite. Ripeto, non sono dei capolavori ma hanno una loro dignità. Ho deciso quindi, vincendo la pigrizia, di dare loro importanza: mancavano a entrambe il tubo di scarico e gliel’ho aggiunto, in tubicino di alluminio. Mancavano anche i catadiottri rossi negli alloggiamenti del paraurti posteriore e ho messo anche quelli. Una passata di Molotov cromato a simulare gli specchi nel retrovisore (malamente fatti all’epoca con una passata di argento Molak data di sghimbescio) e di nuovo nella loro scatola, per quanti altri anni non so.
Ho approfittato per far loro qualche foto con lo sfondo dell’Hors-Série di Gazoline. Prestige, lo sapete, è un marchio di Mini Racing. Non ce ne sono molte in giro e queste sono le mie. Per oggi mi pare abbastanza.

Ciao, seguo il tuo blog da un paio d’anni e mi piacciono molto i tuoi post.
Ho 61 anni e colleziono dagli anni ’90. Vivo in Argentina, quindi le nuove uscite dall’Europa arrivano in ritardo, in cattive condizioni e sono costose. Non sempre posso permettermi tutto ciò che vorrei. Dal 2011 scrivo anche un blog.
Comunque, vedo le tue opinioni sui modelli attuali (Spark e altri) e mi dispiace che non le apprezzi.
Anch’io mi considero della vecchia scuola: ho iniziato con Solido, ho fatto anche delle piccole trasformazioni e ho persino creato i miei modelli da zero. Ma continuo ad apprezzare uno Spark o un Bizarre, anche se non sono dei buoni oggetti da collezione.
Capisco che preferisci quelli vecchio stile, ma non dimenticare di apprezzare anche l’ultima serie: ti stai perdendo molto.
Un abbraccio da un collega!
Edoardo
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Ciao e grazie per il tuo messaggio, sono contento che il sito venga letto anche da collezionisti lontani dall’Europa. Per il resto che dirti? Ognuno ha i propri gusti e le proprie opinioni, frutto magari di tanti anni di esperienze personali.
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Ciao,
Ti ricordi sempre della tua prima ragazza, a me succede la stessa cosa.
La mia vita da collezionista è stata costellata di sorprese anno dopo anno e, in un certo senso, tutte sono state prime fidanzate, le prime volte sono indimenticabili.
La prima Buby, la prima Bburago, la prima Solido, la prima Minichamps, la prima Autoart, la prima Bizarre, la prima Neo.
Ripensandoci, sono tutti dei favoriti, con errori e successi.
So che quelli moderni sono più moderni, ma quelli vecchi hanno il loro fascino e perfino giustificano certi errori o limitazioni.
Comunque, volevo salutarti e ringraziarti per quello che hai scritto. Mi è piaciuto e ho imparato molto dal tuo blog.
Ti mando un abbraccio argentino.
Edoardo
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La capacità di sorprendersi è una delle cose che mantiene giovani e dovrebbe anche essere una guida costante per un collezionista.
Mi fa piacere che PLIT abbia avuto anche un ruolo di informazione per gli appassionati. Continua a seguirci. Un bacio grande all’Argentina dove ho alcuni parenti.
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