Non scrivo quasi mai della mia attività di capo-progetto ma stavolta farò un’eccezione perché uno dei modelli più recenti mi ha dato parecchia soddisfazione in termini assoluti e di reazione del pubblico. Sarà quindi l’ora di prendersi qualche merito, ecco tutto.
L’idea di fare l’Alfa Romeo 155 GTA Stradale in resina per Mitica fu mia. Il modello li sviluppai in non molto tempo, purtroppo senza che una sagoma di una vettura vera potesse essere scansionata (anche una 155 normale sarebbe stata utile) e il risultato fu tutto sommato buono. Puntualmente, cinque minuti dopo il lancio del pre-serie, Laudoracing annunciò la propria, come come sempre “è cento volte meglio e costa la metà”. Lasciando queste polemiche di bassa lega a una guerra che finirà per neutralizzare i meno forti economicamente, mi venne un’idea complementare, quella di fare la 155 GTA Superturismo del 1992, anch’essa un inedito assoluto in 1:18.





Il service cinese partì quindi modificando la 155 GTA stradale e non fu una passeggiata. C’erano da cambiare paraurti e passaruota, oltre che da rifare completamente gli interni e da programmare in modo chiaro ed esaustivo il disegno della livrea.


Si fa presto a dire 155 GTA Superturismo: si scelse solo la versione Martini, lasciando da parte (per il momento?) la Totip e altre meno note. Tra l’altro, a parte Nicola Larini e Alessandro Nannini, con la Martini corsero occasionalmente altri piloti, come il motociclista Luca Cadalora, presente in una delle due tappe a Monza nel 1992. La documentazione non mancava, grazie al mio archivio e all’aiuto del collega Massimo Campi, che fornì una bella serie d’immagini relativa proprio a Monza.












Come spesso capita, i primi rendering non furono esattamente l’ideale. E in effetti passare dalla 155 GTA stradale alla Superturismo non fu un gioco da ragazzi. Ad esempio, ai cinesi era sfuggito che la 155 competizione aveva un solo tergicristallo, che i retrovisori esterni erano del tutto differenti dalla versione stradale, per non parlare della difficoltà a far loro capire lo sviluppo e gli attacchi delle cinture di sicurezza. In questa fase di lavoro bisogna fare la massima attenzione per non trascinarsi fino alla fine errori che sarà poi quasi impossibile eliminare.



Anche sull’assetto ci furono diversi “step”. Come al solito, fu una questione d’equilibrio fra esigenze di realismo e necessità da parte loro di semplificare il semplificabile. Tu parti ad esempio con l’intenzione di realizzare la fanaleria posteriore in diverse tonalità di rosso e finisci per doverti accontentare di qualcosa di molto meno speciale di ciò che avevi in mente. Resta l’orgoglio di certe caratteristiche veramente valide, come la colorazione delle strisce, ottenuta utilizzando i giusti codici Pantone, o quella dei cerchi, arrivando allo sviluppo di un rollbar che più complesso non si può.


I pre-serie furono esposti da Model Marris di Montale in occasione di Auto e Moto d’Epoca a Bologna, nell’autunno del 2024 e riscossero ottime critiche. Ora che il modello è in commercio, ed è stato anche recensito da Quattroruote, è tempo di lasciarlo “correre” indipendente, alla conquista di un mercato che si fa sempre più difficile e competitivo. E Laudoracing stavolta non ci ha neanche bacchettato! Meno male, vai…

Queste note che provengono “dall’ interno” aiutano non poco ad arrivare ad una prospettiva corretta sul lavoro di progettazione dei modellini. Soprattutto sulle difficoltà dovute al fatto di avere dei reparti produttivi a migliaia di chilometri di distanza geografica e culturale…
"Mi piace""Mi piace"
Non sapendo com’è la realtà dello sviluppo e della finalizzazione di un modello, uno spererebbe di vedere il bicchiere mezzo pieno in questa distanza (assenza) culturale, confidando che nel sito produttivo seguissero le istruzioni impartite “a pappagallo”, senza prendere iniziative (vabbè, è un po’ il paternalistico “tu non sei pagato per pensare”, con i rischi che ciò comporta)
David, quanto c’è di sbagliato nelle mie congetture?
P.S.: ho qualche foto di Monza 1992 (primo appuntamento della stagione); comunque per un curbside non sarebbero servite
"Mi piace""Mi piace"
Il problema è un altro, l’ho spiegato in altre sedi, per questo non l’ho affrontato apertamente in questo articolo. Oltretutto nel caso della 155 GTA il service cinese non ha fatto casini particolari. Ma la questione complessa, dicevo, è un’altra, ossia quando il service ad un bel punto del lavoro ti “perde” gli ultimi aggiornamenti e/o li mescola con una versione precedente dello sviluppo magari negando l’evidenza con un’ipocrisia e una malafede che raggiungono vette inaudite. Lì c’è davvero da spararsi e potrei tranquillamente documentare queste situazioni pazzesche con tutte le foto e i rendering possibili e immaginabili. Ho una galleria degli orrori che farebbe invidia a Dario Argento. A volte si riescono a raddrizzare la gambe ai cani, altre volte bisogna arrendersi all’evidenza e passare oltre facendo finta che il modello vada bene. Al di là di tutto, una cosa è chiara: questo modello di sviluppo, con un capoprogetto in Europa e il service in Cina non funziona e fa perdere una marea di tempo (e quindi denaro). I più furbi, come OttOmobile o Laudoracing, sviluppano il modello in proprio e lo danno da stampare e montare in Cina, evitando moltissima parte dei rischi connaturati in una comunicazione difficile quando non impossibile. Altri non hanno capito, o non vogliono capire, che se non si adattano sono destinati a soccombere dal punto di vista commerciale. Non bastano i soldi per costruire un vero sistema di successo. Poi dipende anche da quali obiettivi ti poni.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie!
"Mi piace""Mi piace"
interessante, grazie
"Mi piace""Mi piace"
Sì, questo articolo sul “dietro le quinte”, per così dire, è uno dei più interessanti che abbia letto da diversi mesi a questa parte.
Si mettono in luce aspetti che i più non conoscono, se non a grandi linee, ed a mio avviso questi retroscena andrebbero trattati più frequentemente… nei limiti del possibile, è chiaro!
"Mi piace""Mi piace"
Ti ringrazio, Elio, vedrò se sarà possibile. Confesso di avere scritto stavolta per una ragione quasi esclusivamente egoistica, perché mi ero un po’ stufato di restare nell’ombra. Del resto queste competenze le sfrutterò meglio in un prossimo futuro.
"Mi piace""Mi piace"
David, hai fatto benissimo. Tu hai fatto un gran lavoro; è parso di capire che lavorare con i services cinesi e con queste distanze sia decisamente arduo. PARECCHIO arduo. Lo si poteva prevedere, almeno in parte, ma non in questa misura…
Dovessi riassumere con una parola lo sforzo che c’è stato dietro questo progetto, userei il termine “estenuante”!
"Mi piace""Mi piace"
A volte hai davvero l’impressione di svuotare il mare con un cucchiaino. Un’altra volta vi racconterò la storia di quando, dovendo sviluppare la Ferrari 330 P3 mandammo in Cina, insieme a una marea di foto e disegni della vettura, anche un modello della P4 della Joeuf giusto per non farli partire da zero, e ci ritrovammo un perfetto rendering della… P4!!
"Mi piace""Mi piace"
Come ripeto, David, hai iniziato a fare un po’ di luce su quella che sembra veramente una realtà sconosciuta o quasi… io sarò sempre curioso di leggere interventi su questo tema abbastanza ignoto ma anche, perché no, piuttosto affascinante; chiamiamoli “i misteri del lontano Oriente”…
"Mi piace""Mi piace"
Sinceramente, se prima per modelli di questo tipo provavo una profonda antipatia, adesso ne ho proprio lo schifo. Dietro molti di questi prodotti si celano realtà e situazioni aberranti, di disagio e tristezza.
"Mi piace""Mi piace"