Fiat 501: un confronto

testo e foto di Marco Nolasco

La 501 è la prima novità della Fiat nel primo dopoguerra, viene infatti presentata nel 1919 nella sola versione torpedo ed è una piccola cilindrata, 1460 cc, che ottiene un ottimo successo commerciale, quasi 70000 esemplari prodotti fino al 1926 nelle varie serie e con diversi tipi di carrozzerie e versioni.

Fiat 501 torpedo II serie


Il progetto era dell’avvocato Carlo Cavalli, che preferiva il tavolo da disegno alle tavole della legge. Assunto in Fiat nel 1905 fu, tra l’altro, il responsabile tecnico e progettista delle tre diverse Fiat da competizione che dominarono la stagione delle corse del 1907 soprattutto con Felice Nazzaro.
Nel 1921 si affiancano le versioni sportive S e SS, la prima con carrozzeria torpedo, spider e spider sportiva, la seconda disponibile soltanto come spider sportiva.
Nel 1923 infine compare la 501C, la versione coloniale, alleggerita di un centinaio di chili e con carreggiate maggiorate, con carrozzeria torpedo, torpedo lusso (cioè con sedile anteriore scorrevole), berlina e spider.

In campo modellistico e limitatamente alla scala 1/43 si segnalano le due riproduzioni storiche di Rio e Politoys dei primi anni ’60, quando i produttori di modellini cominciarono a strizzare l’occhio ai collezionisti adulti con modelli di auto antiche, come si diceva allora, ritenute più “serie” e idonee a interessare il nuovo target.

Il Rio fu prodotto in due versioni, il n. 3 e il n. 4 entrambe del 1962. La prima ha la capote aperta e viene denominata 501 sport, la seconda ha la capote chiusa ed è denominata torpedo. L’unica differenza, oltre alla capote, è il parabrezza che nel n. 3 ha la parte superiore aperta verso il muso, ma in realtà riproducono la versione torpedo normale 2^ serie del 1923, con parafanghi avvolgenti e sportelli di dimensioni maggiorate. La scala è ovviamente 1/43. I primi Rio per me sono i migliori della lunga serie, fedeli e rifiniti con materiali di pregio e realistici, come il lamierino sottilissimo della cornice del parabrezza o delle lame dei paraurti delle Isotta Fraschini 8A. Non presento la confezione che non ho a portata di mano, ma si tratta dello “scomodo” e noto cofanetto in plexiglass diviso a metà longitudinalmente e rifasciato nella nota scatola di cartone. La “nuova” Rio ha aggiornato e declinato in numerose versioni questa 501.

Il Politoys esce invece nel 1963 ed è il n. 110 e, come credo tutti i modellini della serie di auto antiche, è dichiarato in scala 1/45. Riproduce (o riprodurrebbe…) una 501 Sport del 1921 con un particoare carrozzeria “boat tail”. Non sono mai riuscito a trovare notizie di una 501 così carrozzata. Ne esiste una, ma è una 509. Anche Officina 942, nel presentare la sua recente 501, afferma che il Politoys è di fantasia e, conoscendo la competenza del titolare del marchio torinese, temo che sia vero. Però conservo ancora una tenue speranza che Politoys si fosse ispirata ad una vettura reale, magari una fuoriserie… in fondo anche la roulotte americana e il pullmino Fiat 615 riproducono veicoli esistenti, o almeno esistiti, anche se rari e pressoché sconosciuti al grande pubblico prima dell’era di Internet. Negli anni venti non era certo raro farsi la carrozzeria fuoriserie, anche su telai “plebei”, e chissà che qualcuno non si sia “fatto” una 501 boat tail. La confezione è la versione “povera”, la solita scatola di cartone, ma questi modellini sono stati venduti anche dentro piccoli box in plexiglass.

Completa il mio terzetto di 501 il neonato Officina 942, appena commercializzato. Riproduce in scala 1/43 la Sport Torpedo 1^ serie del 1921, che si distingue dalla 2^ serie di Rio per l’assenza delle pedane, per gli sportelli piccoli e per un diverso profilo della coda.

Il modello segue la nota filosofia di questa marca, già trattata da PLIT, che cerca di trasmettere lo “spirito del tempo” di quando quelli come noi erano bambini, ma senza trascurare una rigorosa ricerca storica a monte. Appartiene alla neonata serie blu dedicata alle vetture da turismo in 1/43 mentre la gemella serie rossa ci parla delle corse. Chi cerca una finitura da Matrix e simili deve appunto rivolgersi a Matrix e simili, ma chi cerca di andare un poco oltre troverà senz’altro molti spunti sui cataloghi di Officina 942. La confezione è elegante e ricercata e il modellino è interamente in metallo bianco e “di peso”. Il colpo d’occhio è davvero gradevole. Se posso permettermi delle osservazioni forse si potrebbe curare meglio il montaggio dei particolari, per esempio i fari, che nel mio esemplare sono leggermente storti. Cercherei anche di ridurre gli spessori, se possibile, che, soprattutto nei modelli aperti, a parer mio sembrano eccessivi. In ogni caso un plauso a chi cerca di ripercorrere la storia della Fiat dei primi decenni, trascurata ormai da tutti o quasi, anche della storia sportiva che era allora particolarmente ricca e con risultati di primo livello, paragonabili ai successivi di Alfa Romeo e poi di Ferrari.

3 pensieri riguardo “Fiat 501: un confronto

  1. (È il mio primo commento… perdonatemi!) Buonasera, mi chiamo Francesco e sono di Genova. Davvero interessante la sua disamina-confronto sulle “tre 501 tre”! Devo dire… che mi sento di condividere i suoi dubbi in merito alla versione Aps-Politoys 😀. Sono in possesso di un esemplare di questa, che avevo acquistato diversi anni fa e per pochi euro ad un mercatino, proprio perché affascinato dalla sua particolare linea. Boattail o Bateau? Poco cambia. La sostanza è: è esistita davvero oppure no? Anche secondo me, sì. Chissà quando, chissà dove. Numerose ricerche online non mi hanno portato ad alcuna scoperta in merito. C’è tuttavia, su YouTube, un breve video che illustra una 502 Sport, appunto Bateau, la cui coda è – per forza di cose – molto simile alla “nostra”. Anche la verniciatura si direbbe di un rosso analogo. Quindi, che dire… il dubbio resta! Quanto alla “mia” Aps, in passato mi sono divertito a renderla meno “giocattolo” e un po’ più vicina a una versione “vera”. È bastato sostituirne le ruotine con altrettanti componenti prelevati da un “rottamino” Rio (a riprodurne i cerchi rossi in legno fedeli alla 501 vera), ruota di scorta compresa, aggiungere volante, leva del cambio e freno a mano, impianto di scarico, coppa dell’olio, scatola del cambio e albero di trasmissione con differenziale tutti provenienti dalla medesima Rio “donatrice”, eliminare il paraurti anteriore, aggiungere un faretto direzionale alla destra del parabrezza (come in uso negli anni 20) e riverniciare con cura interni e (in rosso) cornice del radiatore. Il risultato è simpatico, e secondo me rende giustizia alla interessante “vecchietta” Aps. Che, almeno così, mi sembra… invecchiata un po’ meglio 😀 (mi permetto di citare una sua precedente considerazione sulle Rio). Grazie mille per avermi permesso di presentarmi, e chiedo scusa se sono stato un po’ “lungo”! Francesco

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  2. Buongiorno Francesco, la ringrazio per il gentile riscontro che leggo solo ora. Quel filmato, che non conoscevo, conferma le mie congetture, o forse le mie speranze. Per quanto ne so non era prevista una carrozzeria ufficiale Fiat di tipo bateau né per la 501 né per la 502, mentre esisteva invece per la 509, ma ciò non toglie che qualcuno possa averla realizzata. Chissà, forse i tecnici Politoys si imbatterono proprio in questo esemplare e la denominarono 501 perché all’ epoca più famosa, oppure da qualche parte si nasconde anche una 501 bateau.

    Ho da sempre la fissazione di cercare i risalire ai veicoli reali riprodotti dai miei modellini e negli anni mi sono reso conto che gli obsoleti, nonostante fossero nati come giocattoli, abbiano quasi sempre un riferimento nel mondo reale e la Politoys in particolare lo dimostra, con la roulotte americana o con la H.A.S. per decenni considerata di fantasia e invece realmente esistita, anche se non era un formula 1.

    Auspico anche io con David di poter ammirare la sua elaborazione.

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