A qualche giorno di distanza dall’annuncio in Germania, anche Mix Diffusion ha dato notizia dell’aumento, dal 1° ottobre, del prezzo degli Spark in 1:43. Confermiamo che le serie speciali e le serie standard costeranno € 79,95 senza quindi più alcuna distinzione. L’aumento è stato giustificato dai distributori con la situazione generale internazionale, con il variare dei tassi di cambio nonché con l’aumento delle spese di spedizione. E’ vero che la crisi sanitaria ha contribuito enormemente all’aumento dei costi di trasporto. Prima del 2020 i container si trovavano abbastanza facilmente e le navi facevano rotte regolari, con le compagnie che si facevano una sana concorrenza. Con la pandemia i porti sono stati travolti da enormi quantità di materiale sanitario (mascherine, ma anche respiratori, guanti, occhiali, tute…) e l’equilibrio è saltato. A farne le spese sono stati anche gli approvvigionamenti di materie prime. Il prezzo dei container è schizzato alle stelle, con aumenti da 4000 a 20000 euro. E’ chiaro come per un produttore di modelli tutto questo abbia avuto delle conseguenze pesanti.
L’ultimo aumento arriva a non molto tempo di distanza dal precedente (1° giugno 2021, da € 64,95 a 69,95), e stavolta si parla – almeno per le serie normali – di dieci euro. Curioso, ma non inedito, che gli aumenti per i rivenditori non siano direttamente proporzionali: per i modelli standard infatti, il ritocco è fissato stavolta a € 3 più iva (in Francia il 19%) e per le serie numerate a € 6 più iva. Perché imporre un prezzo di vendita ancora maggiore rispetto all’aumento richiesto ai rivenditori? Forse per permettere loro di compensare eventuali minori entrate? E in questo caso la differenza in percentuale fra aumento per i commercianti e aumento del prezzo al pubblico rispecchierebbe forse il calo di vendite effettivo che si aspettano in Spark?
Le modifiche al listino riguarderanno tutti i modelli distribuiti dal 1° ottobre 2022, quindi anche quelli annunciati prima di quella data. Cosa accadrà alle vendite è difficile dire. Probabilmente il modello di business messo in campo dal gruppo non riesce più a funzionare in modo corretto, lo dimostrano anche le numerose pressioni del fabbricante su alcuni rivenditori perché adattino i loro prezzi ai minimi “consigliati” (leggi: praticamente imposti con minacce più o meno velate).
Qualche collezionista paventa un boicottaggio, per ottenere chissà cosa. Che Spark torni sui suoi passi? Che migliori la qualità dei prodotti? Pia illusione. Se aumentano i prezzi, significa che non hanno scelta, e i prodotti resteranno quelli. Le modifiche delle tariffe indicano l’impossibilità di continuare così senza sognarsi di migliorare i modelli, cosa che implicherebbe un ulteriore ritocco del prezzo.
E’ venuto quindi il momento di chiedersi se uno Spark a 80 euro (o anche di più, visto che molti negozi anche con quei prezzi ci guadagnano una miseria) sia ancora appetibile. Su Facebook ho letto i commenti di certi fan boy ormai drogati da questo marchio – come i gatti con certi croccantini – che asseriscono che sotto i cento dollari il rapporto qualità-prezzo di uno Spark sarà sempre e comunque ottimo. Speriamo che fra i clienti di Spark ci sia parecchia gente che ragiona così, a me non risulta.
La mossa di Spark è inevitabile e forse abbastanza disperata: le vendite, verosimilmente caleranno e l’aumento dei prezzi non servirà a compensare le perdite di una macchina troppo grande per reagire. Se ti sei ingrandito a dismisura non puoi neanche ridimensionarti dall’oggi al domani, perché hai i dipendenti, gli investimenti fatti, l’esposizione con le banche e così via.
Non so se sia un caso che tale situazione si sia verificata quasi in contemporanea con l’acquisizione del 49% delle quote di Spark da parte del gruppo Simba-Dickie. Cosa accadrà nel prossimo futuro? Frenare è difficile ma è abbastanza evidente che Spark non possa continuare con questo ritmo: troppe uscite, troppi errori, troppa carne al fuoco e un mercato che non assorbe più.
Nonostante mi sforzi di bruciarmi il cervello a suon di Red Bull ormai da anni, qualcosa mi ricordo di quando facevo le superiori, in particolare di Diritto ed Economia, dove ero piuttosto bravo: “i governi in connubio con le banche centrali cercano di limitare sia i picchi euforici dell’economia che le fasi di depressione”.
Proprio quello che è mancato a Spark forse, e a molte altre aziende, che sono cresciute a dismisura senza preoccuparsi troppo né del domani né di consolidarsi convenientemente.
E questo per quanto riguarda il ridimensionamento repentino di cui sopra, e le difficoltà che un’operazione del genere si porterebbe appresso.
Per il resto… Proprio in questa pagina c’è un link, che si chiama “Contro Spark non c’è proprio partita?” datato 2012, ed è parecchio interessante rileggerlo a dieci anni di distanza, soprattutto le parti in cui, nei commenti, ci si chiede “se 70-80€ di speciale low cost valgano ancora uno Spark”.
A riprovissima di ciò che dico (e scrivo) da sempre: il monopolista attua strategie aggressive in una fase iniziale per estromettere i clienti, e quando rimane da solo rialza i prezzi come se non peggio di prima del suo arrivo, ed anche questa è economia elementare.
Quell’articolo è veramente illuminante, perché ricorda, semmai ce ne fosse bisogno, le vere ragioni dell’affermarsi di Spark sul mercato, ossia la produzione di “specialini montati in serie più economici dei Minichamps”, e non certamente ciò che sta facendo ora ai prezzi che sta praticando ora, quale che ne sia la causa.
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*…Per estromettere i concorrenti,”, non “i clienti”, maledetta taurina…
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Caro Riccardo, in economia come in politica oggi impera il “qui e adesso”.
O “prendi i soldi e scappa”, come preferisci…
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Alfonso, il 1929 dovrebbe insegnare (da mo’) che quella non è la miglior via per il paradiso
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Il condizionale, come si suol dire, è d’obbligo
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Messo in altri termini, Alfonso, certe attività non necessariamente seguono logiche di primo livello. A volte servono solo per operazioni finanziarie che hanno ben poco col presunto core business.
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Articolo come sempre interessante… non saprei aggiungere molto a quanto è stato scritto nell’articolo stesso e nei commenti, dico solo che sono d’accordissimo soprattutto sulla frase di chiusura: “è abbastanza evidente che Spark non possa continuare con questo ritmo: troppe uscite, troppi errori, troppa carne al fuoco”
Io lo sostengo praticamente da sempre: troppe uscite, non so come il mercato possa assorbirle tutte e come abbia fatto a riuscirci fino ad ora…
E soprattutto, TROPPI errori! Lo ripeterò come un mantra: produrre MENO ma produrre MEGLIO!
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Ma infatti il mercato non le assorbe, le comprano i vari distributori/grossi dettaglianti, che poi per secondo me più del 50% se le infilano in magazzino (sono stato educato eh, molto…).
Signori, onestamente… Ne faranno poche, certo, ma 5-6-700 Lotus 72 Gunstone, con tutto il rispetto, chi se le compra (soprattutto a 80€)? Ma nessuno se le compra, se ne piazzi 10, di cui 5 ai parenti di John Love, hai già esaurito la tiratura più rosea ipotizzabile.
Il problema è che Spark di macchine anche più… “Defilate”, ne ha fatte una caterva, direi che più della metà della sua produzione è stata fin qui incentrata su quelle.
Su eBay c’è sempre la fila di certe referenze in vendita, alle fiere anche… Non sarebbe stato meglio, lancio ipotesi, fare magari 2000 Ligier JS 17 e nessuna Gunstone?
Commercialmente sto dicendo, non idealmente.
Questi fin qui sono stati tenuti in piedi dalle Porsche 956-962, dalle “Mainstream” (vincitrici di Le Mans, attualità), e da qualche inedito o quasi, ma adesso che attualità a parte hanno esaurito tutto (no, avrebbero i Rally, ma non sono capaci) ce li voglio…
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Sui rally hanno fatto tante cappellate, ma tante, Riccardo…
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Ovvio Elio, perché non sono appassionati q.b. da affrontare il genere come si converrebbe.
Discorso assai diverso per Endurance, GT, ed F1, soprattutto d’antan
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Sì Riccardo, purtroppo è così. L’impressione che se ne trae è che si dedichino (anche) ai rally più per “dovere” che per passione…
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Buonasera a tutti , sono da sempre un appassionato di corse e di auto. Ho 60 anni e dal 2000 ammetto che Bizarre e Spark hanno concretizzato quello che sin da bambino vedevo in TV , in foto al cinema e dal vivo . Seguo il filone Endurance – GT sacrificando la F1 per non rovinarmi , con qualche puntata nel Rally per le belle auto ’70-’90. Che dire ? Le ho quasi tutte , davvero, sacrificando solo alcune 962 , alcune Rondeau e le Le Mans anni ’40-’50. Ma ditemi , eccetto Bang e Best chi ha fatto tante GT40 , 908 e T70 ? E pensate che solo Ebbro e Schuco hanno prodotto le 908 werk bianche corte e lunghe che mancano a Spark. Il punto che se conosci la storia delle corse ,non puoi resistere!
E come la mettiamo con l’esplosione che avrà l’Endurance nei prossimi due anni ? Praticamente sono fregato . Non so come si muoveranno , penso anch’io : ma chi compra tutte quelle GT 24 Hs SPA e Nurburgring ? Intanto le Gr6 e Gr C serie Fuji sono esotiche e vanno a ruba. E ci sarebbe molto ancora da fare , come una linea T-cars che pare pian piano stia nascendo ( anni fa inviai un’email suggerendo loro questo tema , in particolare la Mirage V 12 Weslake ).
Io credo che la macchina non si fermi subito…
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Lucio, anche se il futuro non possiamo immaginarlo più di tanto sono abbastanza d’accordo con te: ci sono ancora molti soggetti da riprodurre, a mio avviso. Il problema non è quindi tanto nella scelta dei modelli da commercializzare in futuro ma quello della loro qualità. Gli Spark sono fatti piuttosto bene (a parte gli errori dovuti soprattutto alla fretta) ma sono migliorabili e neanche di poco… penso alle decals raggruppate, alle cinture di sicurezza in decals, agli assetti troppo spesso un po’ “ballerini”, ai vetri talvolta plotterati, alle antenne spesso corte ecc. ecc.
Anche il controllo qualità è migliorato ma non moltissimo, ho acquistato tre (tre!) esemplari della Toyota Hypercar che ha vinto a Le Mans lo scorso anno ma su tutti c’erano imprecisioni di montaggio non da poco, anzi. Quello del controllo qualità è purtroppo un tasto ancora dolente…
La nuova proprietà farà qualcosa per migliorare il prodotto – anche a fronte dei recenti aumenti – o se ne fregherà? Io non ho elementi per ipotizzare nulla ma la cosa mi incuriosisce non poco…
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A questo aggiungiamo anche la scarsa tenuta di certi materiali. Carmodel, ad esempio, aveva rilevato da Raceland una partita di Spark fatti per il negozio tedesco qualche anno fa e già una Porsche 934 mostrava evidenti segni di decadimento del cerchio cromato. Per non parlare di altri difetti che pian piano stanno venendo fuori. Tanto, gira che ti rigira, si torna sempre lì: se questi modelli costano (o costavano) poco, una ragione ci sarà.
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Tanti commenti, tutti interessanti. Dico la mia. Il discorso di Lucio merita un’analisi particolare. E’ il caso classico che dimostra che Spark abbia saputo creare delle dipendenze, e questo non è da tutti. I collezionisti vorrebbero i kit montati delle tante GT40, Porsche 908 e compagnia bella che hanno visto correre, e Spark ha creato l’illusione di poterli accontentare, ma non è esattamente la stessa cosa. Mettiamocelo bene in mente: i kit montati sono una cosa, gli Spark gli si avvicinano ma sono altra cosa. Alla fine si ha la sensazione di essersi ingozzati di junk food senza essere arrivati alla meta che ci si era preposta.
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Poco ma sicuro, David. Anch’io lo sostengo da sempre: di fronte ad un kit montato BENE tutto il resto scompare. Il problema è che non è facilissimo trovare ottimi montatori ma questo è un altro discorso, ovviamente…
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Appunto. Spark ha creato l’illusione che tutti possano costruirsi collezioni che tutti si sognavano negli anni ottanta. Purtroppo sotto c’è la magagna. L’illusione “democratica” che una collezione come aveva El Koubi sia oggi alla portata di tutti. Un’utopia che Spark ha saputo coltivare nei collezionisti con sapiente senso del marketing. Ma i nodi vengono al pettine. Oltretutto mi chiedo, da collezionista, che senso abbia affastellare in casa decine e decine di Porsche GT3R oppure di Audi R8 LMS, ma qui si sconfina nel giudizio personale, di cui probabilmente non vi fate di nulla. Però io penso che certi casi sfiorino la psicopatologia.
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Mi sembra doveroso chiarire una cosa a chi lo ha detto . La dipendenza non l’ha creata Spark , ma l’essere vissuto negli anni d’oro delle corse , quelli della Capri di Glemser della CSL Batmobile di Stuck ( credo sia superfluo indicare anche le case , giusto ? ) delle GTam e GTV V6 , delle P4 di Bandini.Amon , delle 650-660-670. Spark ha solo reso comodo il fatto di darti il modello Ready to Show , cosa non da poco per chi ha da fare altro durante tutta la giornata . Ovvio la Mark IV che ha fatto fuori le P4 almeno a Le Mans la fa meglio Marsh di Spark , ma Spark l’ha fatta meglio di IXO.
E quanto costa la Marsh ?
Grazie.
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Sì, è vero ma io preferisco avere un Marsh piuttosto che cinque Spark. Questione di scelte.
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Ribadisco che la dipendenza l’ha creata Spark, giocando sulle debolezze di ciascuno di noi. Questi sono bisogni indotti, tutto sommato.
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Tra l’altro , seguo egualmente le slot 1/32 , che da ragazzo mi auto costruivo con lamiera d’ottone e lamierino , e le 1/18 da Tecnomodel a CMR passando per Spark…quindi non hanno creato un bel niente se non dei , buoni , modelli.
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E chiudo : mi è arrivata la 312 P 1/18 di Maxima . La più bella di tutte ! Quella in Cina se la sognano stanotte .
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Anche la 312P di Maxima è una produzione cinese.
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Buonasera. Riporto quanto ho letto a firma PitlaneItalia , 05/08/2022 : “Il nuovo marchio Maxima è stato creato in collaborazione fra Carmodel srl e Xuye Toy Limited, un’azienda di grande precisione con personale altamente qualificato e attento a ogni dettaglio”.
Mi pare che non sia specificata la nazionalità della Xuye Toy Ltd . Ma , sapendolo ora , ” chapeau ” !
Mi sa che prenderò anche la N.18 di Pedro e David .
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Mi pareva così evidente da non doverlo neanche specificare.
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