Via Argonne a Parma

Testo e foto di Riccardo Fontana

Parma, 18 agosto 2022, esterno giorno. Sono venuto da Pavia per motivi assolutamente extra-modellistici: sto finendo di restaurarmi a puntino lo Yamaha Superténéré 750 blu che mio padre comprò nuovo ad agosto di trentadue anni fa e così, vista la settimana di ferie inattive e la chiusura delle varie sedi Yamaha più vicine, sono venuto a Parma per supplicare le ultime minuterie necessarie al completamento dell’opera. Il bambino è cresciuto, ma non è esatto dire che sia cresciuta anche la dimensione dei giocattoli: quelli più grandi si sono solo affiancati a quelli più piccoli, e coesistono in perfetta armonia.

Mi sono alzato tardi in preda allo sfasamento tipico di chi è a casa senza fare nulla, e all’una sono davanti alla Motoshop, nel mezzo di un nubifragio allucinante. È chiuso, riaprirà alle tre. Che fare nel frattempo? Dal nulla mi parte un’idea: devo andare all’Automobilia. L’Automobilia era un gran bel negozio negli anni ’90, molto ben fornito sia di speciali che di obsoleti, che nei miei primi anni di frequentazione di questo mondo ho fatto in tempo a conoscere: era un po’ la Mecca, dove venivo portato quando mio padre e mia madre decidevano che ero stato bravo in qualcosa, o che comunque l’occasione meritasse. Aspettavo per settimane l’avvenimento, era come Natale per me che avevo un’età dai 5 agli 8 anni. C’erano modelli incredibili, che vedevo solo sulle pagine di Quattroruotine o di Modelli Auto, oppure c’erano modelli di auto che avevo visto solo in fotografia sulle vecchie riviste o sui vecchi libri di mio padre, era un carnevale coloratissimo, avrei preso tutto, ricordo benissimo, e credo non scorderò mai, l’emozione incredibile che provai varcandone la prima volta la soglia.

L’Automobilia, del Signor Mattioli, ha chiuso i battenti come negozio fisico da quasi vent’anni dopo aver cambiato un paio di sedi sempre a Parma, ma un indirizzo, non si sa come, la mia memoria da elefante è riuscito a conservarlo: Via Argonne. Detto fatto, imposto il navigatore, manco da Via Argonne dal 2000, e anche se non troverò assolutamente nulla, mi batte il cuore. Ci arrivo molto presto, dalla Motoshop Yamaha sono meno di 3 km, e trovo una via residenziale, con palazzi e case private, tranne che per un piccolo spiazzo, proprio all’ingresso dove al pian terreno di un palazzo fanno capolino un paio di esercizi commerciali, un bar ed una panetteria. Ecco, la panetteria sorge dove una volta c’era l’Automobilia, impossibile sbagliarsi. Ricordo la Jeep Cherokee blu di mio padre ferma davanti, e poi la Laguna SW grigia, ricordo quando ne uscii, durante la primissima visita, con il mio primo Citroen Modello H, per il quale avevo (ed ho) una specie di parafilia, un Eligor Bureau Mobile della posta francese (tutt’ora con me). Ricordo volta per volta tutte le visite e i relativi modelli, tutti ancora con me: Audi Quattro HB Detail Cars e 037 Totip Vitesse la seconda volta, una favolosa Renault 20 dei Fratelli Marreau Top 43 (70 mila lire dell’anno domini 1998, n.d.r.), il Mitsubishi Pajero Evolution di J.P. Fontaney della Dakar 1998 di Skid…

E poi dopo le passeggiate coi miei genitori lungo il fiume e in centro a Parma, e i pranzi al ristorante, epoca bella in cui le preoccupazioni non esistevano. Ricordo tutto: c’era la cassa a sinistra, a destra e dietro pareti colme di modelli di ogni tipo (fissa nella mente ho una fila di Alpine A442 di Le Mans di ogni tipo, dalle Solido alle Mini Racing montate in ogni livrea che abbia corso, tutte schierate come se fossimo stati a Le Mans nel 1977-’78), e molte pubblicazioni vicine alle cassa, da l’Argus de la Miniatures a Quattroruotine a Modelauto Review. Minichamps pochi, li comandava altro, con la consapevolezza che ho oggi credo che un posto del genere mi risulterebbe fatale, assai più di quanto non facesse venticinque anni fa (e già lì…). Cosa si prova a vedere brioches e pani di Altamura al posto dei Dinky e dei Solido? A dire il vero nulla, un po’ di nostalgia forse, qualche brivido perché sembra di rivedersi scorrazzare a 5 anni, ma niente di tragico. C’è un tempo per tutto nella vita, e tutto cambia di continuo, solo la passione resta.

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