Amo da sempre la raffinata varietas del catalogo dell’editore Sellerio, un baluardo di cultura nell’orrido trionfo contemporaneo dell’approssimazione e dell’ignoranza indossata con orgoglio come un capo firmato. Saggista e traduttore, Antonio Castelnuovo ha pubblicato l’anno scorso nella collana “La memoria” della casa editrice palermitana un originale dizionario, alla maniera di simili opere che soprattutto in Francia hanno una lunga e consolidata tradizione, basti pensare ai volumi di Charles Danzig. Dizionario del bibliomane è un repertorio erudito ma non pesante delle abitudini, dei vezzi, delle manie, delle fobie e delle fissazioni di chi accumula libri. Di chi li accumula consapevolmente e scientificamente, ma anche di chi li accumula spronato da ragioni all’apparenza bizzarre quando non del tutto insane. Collezionisti, cacciatori e predatori di libri vengono passati in rassegna e nei passi più felici del libro diresti di leggere l’Orazio delle Epistole. Ne deriva una moltitudine di figure schiave del proprio delirio di accumulo. Da appassionato di libri, questo volume non poteva mancare nella mia biblioteca, acquistato lo stesso giorno con una raccolta di rari articoli sull’editoria di Angelo Fortunato Formiggini (figura semidimenticata ma meritevole di approfondimento) e un’antologia di appunti, racconti e interviste di Livio Garzanti. Sono tre libri magari in contrapposizione ma mai in contraddizione fra loro. La carta e il gusto per essa è la loro matrice comune. Tornato a casa ho aperto Facebook e mi hanno aggredito un paio d’immagini delle raccolte patologiche di certi collezionisti di modelli, felicemente inconsapevoli nella loro diuturna febbre d’accumulo. Louis Bollioud-Mermet, intellettuale lionese del XVIII secolo, a proposito della bibliomania scrisse che “una tale insaziabilità è sintomo evidente di una spirito malato”. Non vi viene in mente nessuno?
Il Dizionario del bibliomane di Antonio Castronuovo
