Nel naufragio della vecchia Provence Moulage qualche anima pia riuscì a salvare alcuni scatoloni di roba: carrozzerie, termoformati, decals, pastiglie dei cerchi, perfino dei pre-prototipi (su base Solido, Dinky, Corgi…) che sarebbero serviti a ricavare i master definitivi per lo stampaggio delle resine. Un testimone diretto racconta che almeno 30mq di materiale vennero letteralmente gettati al macero. Succede sempre così in occasione di grandi fallimenti, chiusure o fughe più o meno repentine. Curiosamente, uno degli amici di chi era incaricato allo sgombero dei locali riuscì a portare in salvo anche questo lotto di Record che vedete in foto. Si tratta di semi-montati, di quelli che Record vendeva come factory built, soprattutto nell’ultima fase della sua attività. Erano modelli dai dettagli minimali, se non inesistenti: verniciati bene peraltro, erano sprovvisti di decorazioni delle cornici dei fari e di tanti altri particolari che chiunque avrebbe potuto aggiungere abbastanza facilmente montandosi in proprio il kit. Nelle immagini vedete la Ferrari 250 GTO64 in configurazione tetto liscio e la Mercedes Benz 300 SLR. Sono tutte in condizioni perfette, tranne una carrozzeria Mercedes cui manca un montante (ma mancava anche al momento del ritrovamento). Al lotto si aggiungevano cerchi a raggi con o senza gallettoni fotoincisi a due punte. La tentazione forte sarebbe quella di lasciare questi modelli così come sono rimasti per quarant’anni. Oppure riportarne uno o due allo stato tipico dei factory built, ossia limitandosi ad aggiungere quel poco che manca. E – perché no? – se ne potrebbe prendere un altro e trasformarlo con accessori dell’epoca, magari provenienti dallo stock Annecy, creando una specie di ibrido ma più dettagliato, senza però stravolgerne lo spirito. Vi terremo informati se ci sarà qualche intrigante progetto all’orizzonte.







Pensare che migliaia di kit, stampi, prototipi ed accessori siano finiti al macero mi mette una grandissima tristezza
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Anni fa, molti anni fa, troppi anni fa, in un analogo blog a tema Regolarità d’Epoca, venne fuori una storia analoga: è leggermente ot (ma nemmeno tantissimo), ma io ve la racconto ugualmente perché sono stronzo e perché ne ho voglia.
Siamo a Monaco di Baviera a fine 1984, e la Zundapp, ovvero quell’entità mitologica che per più di vent’anni è stata l’esatto equivalente della Ferrari per l’Enduro, ha appena chiuso di schianto i battenti.
Dei cinesi si erano comprati i rimasugli, ma al reparto corse non erano minimamente interessati, dunque il reparto corse al completo, con TUTTE, sottolineo TUTTE le moto da Cross ed Enduro ufficiali prodotte dalla nascita dei tempi al 1982 quando si sono ritirati (più l’80 da velocità di Stefan Dörflinger neo-campione mondiale quell’anno battendo le Derbi di Nieto e Tormo), tutti i ricambi, i documenti, tutto, era finito nel piazzalone gigantesco davanti alla fabbrica.
Asta giudiziaria: vince tutto, per una somma quasi irrisoria, un signore di Casarza Ligure, a sua volta piccolo costruttore di moto da Enduro.
Finisce l’asta, e il curatore fallimentare dice “adesso avete fino alle quattro (erano le dieci) per sgomberare tutto, il resto finisce pressato”.
Panico, gelo, tir fatti arrivare da ovunque per caricare tutto il possibile…. E comunque un centinaio di tonnellate di roba che, alla fine, sono finite in Cina comunque e non in pressa, ma che sono andate irrimediabilmente perdute.
Dissolvenza, 2022: uno Zundapp 50-75-100-125-175 (130 c.c.) GS “Werkesmachine”, ammesso di trovarlo (e fai molto prima a trovare una Stratos in un fienile in Laos) va dai 70 ai 100 mila euro.
Ossia, fai molto prima a sperare che un vecchio pilota dei tempi (perché Frau Doktor Elisabeth Mann, cioè la Enza Ferrari d’acciaio del Reparto Corse, ogni tanto qualcuno lo regalava ai suoi piloti quando le andava e vincevano molto) ti prenda in simpatia e te lo venda a “poco”.
Tutta sta pippa, con cui spero di non aver tediato anima viva, solo per dire che c’è pieno di casi così.
Mercury? Polistil? Dinky? Corgi? Io mi sono sempre chiesto dove finisse tutto, se magari ci fosse modo di ritrovarlo.
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Altro che tediare, Riccardo, è un intervento interessantissimo il tuo. Alla fine del tuo messaggio ti chiedi che fine abbiano fatto gli stock di Mercury, Polistil, Dinky o Corgi. Per alcuni di essi esistono delle risposte abbastanza esaustive. Se per quanto riguarda Mercury ignoro del tutto che fine abbia fatto il magazzino dopo la chiusura, per Polistil potrebbe darti diverse delucidazioni l’amministratore del sito quellidellapolistil.it, uno dei pochissimi siti fatti come si deve sulla produzione italiana. Per quanto concerne Dinky, molti pezzi se li portarono via gli impiegati, in un periodo finale molto turbolento, fatto di lotte sindacali, sit-in e occupazioni. Quanto a Dinky France, è necessario ricordare che tutti i master in acciaio vennero irrimediabilmente danneggiati a metà anni settanta in un allagamento dei locali di Bobigny, dove erano stoccati. Per Corgi, due o tre dirigenti si spartirono il grosso del patrimonio di prototipi, pre-serie, studi e disegni tecnici. Uno dei possessori di maggior pregio fu Monty Calme, che negli anni ha venduto molti pezzi della sua collezione. Potrei ovviamente citare Marcel Van Cleemput, i cui modelli sono stati ceduti in alcune aste, una gestita da Sotheby’s Auction House nel 1999, un’altra da Lösch (Germania) nel 2000. Quanto a Solido, moltissimi pezzi confluirono nella collezione di Bertrand Azéma e anche di due o tre altre persone che col marchio avevano un rapporto stretto. Molti di questi modelli sono stati poi rivenduti alla morte di Azéma, e una decina di anni fa era possibile acquistarne diversi in occasione di eventi come Rétromobile a Parigi: la particolarità di questi modelli era, ovviamente, il loro stato di conservazione, perfetto, con scatole che parevano appena uscite dalla tipografia. Chi ha potuto acquisirli rapidamente, si è portato a casa dei pezzi eccezionali, anche se non necessariamente rari. Direi eccezionali per la loro condizione. Mi viene in mente il discorso che una volta mi fece un noto rivenditore italiano, sul quale stendo per il momento un velo pietoso.
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Qualche stampo Mercury può essere finito in Spagna o da qualche altra parte, come anche tantissimi stampi Dinky Serie 1400.
Sono argomenti che sono sempre affascinanti in ogni caso, chissà che non esca qualcosa da qualche parte?
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