Modelli e autografi

Conoscevo un appassionato di libri che ritagliava articoli apparsi su giornali e su riviste letterarie dei volumi che amava di più per ritagliarli e inserirli fra le pagine a mo’ di segnalibro o di testimonianza a perpetua memoria. Siccome ogni buona (o almeno simpatica) abitudine tende col tempo a deteriorarsi, il mio amico iniziò a ritagliare anche articoli che parlavano di libri che non aveva. Libri che si procurava appena possibile, pronti ad accogliere ritagli segnalazioni e recensioni, commenti e interviste con l’autore. Questa piccola psicopatologia mi ha sempre fatto pensare a un paio di personaggi del nostro mondo del modellismo, avidi collezionisti di modelli “autografati”. Dopo mesi, anni di complicati (e a volte imbarazzanti) pedinamenti a piloti, progettisti e team manager che avessero in qualche modo a che vedere con i modelli della loro raccolta, iniziarono a fare il contrario: cercare personaggi magari altrettanto famosi ma più facilmente reperibili e poi, ottenuta l’anelata firma, cercarsi con calma il kit o il modello. Tra le numerose follie del collezionismo, ho sempre considerato la faccenda del binomio automodello-autografo una delle più ridicole (sia detto col massimo rispetto, parliamo sempre di gente che avrebbe bisogno di un bravo psichiatra). Un modello, per quanto riproduca la vettura di un campione o di qualsiasi altro personaggio, non ne è e non ne farà mai parte integrante. Non ci ha corso, che vi fa l’autografo, non l’ha posseduta, insomma il rapporto è puramente fantastico e il legame fra l’oggetto e una placchetta scarabocchiata e incollata su un angolo della base meriterebbe di essere indagato clinicamente. Ancora peggio butta per quelli che, provvisti di un bel Lumocolor a punta grossa, si fanno autografare direttamente il tetto di un 1:24 o un 1:18. Che l’universo dei morbi che affliggono il collezionista sia sfaccettato è il meno che si possa dire.

6 pensieri riguardo “Modelli e autografi

  1. Chi è senza peccato scagli la prima pietra…
    Soprattutto tra i collezionisti.
    In questo caso però c’è anche del calcolo, il modello autografato ha un valore aggiunto, che si paga di più.

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    1. Ci mancherebbe. Pur detestando i modelli autografati, nella mia vita di collezionista ho fatto cose ben peggiori dal punto di vista della psicopatologia. Quanto al fatto che un modello autografato valga di più, resto con alcuni dubbi.

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      1. Però lasciando perdere lo sfigato che si fa autografare l’Ixo 1:18 al Rallylegend, ci sono dei collezionisti che si fanno montare kit da rinomati modellisti e applicano poi la targhetta alla base, senza alterare alcunché.

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        1. Certo, ne vediamo spesso di supermodelli con il più dell’autografo posto discretamente.

          Personalmente ho fatto autografare due edicolosi, di quelli d’antan nel blister, da Pescarolo, e da Bontempelli (Challenge 360), appunto sul blister trasparente, e poi una 430 IXO da negozio da Ruberti (amico di un mio ex-collega) e una F1GTR Minichamps da Nielsen, Bscher e Gordon Murray (all’interno del cartone, a far da sfondo alla vetrinetta

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  2. Condivido una facezia sulla passione per gli autografi
    Recente manifestazione con la presenza in pista di auto storiche, piloti e memorabilia. La visito assieme ad un amico. Ne approfitto per acquistare un libro che cercavo da tempo, ne trovo anche un secondo estremamente interessante che però non acquisto.
    Ad un certo punto vediamo un pilota famoso con relativo capannello di tifosi, il mio amico fibrilla per avere l’autografo, ci avviciniamo, l’amico chiede autografo, dichiara il proprio nome, nella ressa il famoso prende il mio libro che NON stavo porgendo, lo firma con dedica personalizzata e lo restituisce all’amico con un sorriso smagliante.
    Attimo di estremo imbarazzo: c’è la dedica personalizzata con nome dell’amico, c’è la firma del famoso, ma sul supporto sbagliato. L’amico sparisce, ritorna dopo 10 minuti con una seconda copia del libro ed in aggiunta anche quello che non avevo acquistato. Candidamente me li porge entrambi e chiede “facciamo cambio?”
    Inutile dire come mi organizzerò in occasione del prossimo evento

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