di Marco Nolasco / foto Marco Nolasco e David Tarallo / redazione David Tarallo
Dopo aver sfruttato la Porsche 917 corta (con o senza pinne) nel finale della serie 100, Solido, tornò sul soggetto 917 con la “10” Spyder, destinata a diventare una delle colonne portanti della sua produzione anni settanta. Per gli standard di Solido, produrre tre varianti diverse di un unico modello resta un caso più unico che raro. Se a ciò si aggiunge che la 917/10 venne inserita anche nella gamma dei kit, si ottengono sei versioni “ufficiali”.
Ovviamente il modello (che aveva il numero di catalogo 18) fu sfruttato a dovere dai modellisti, grazie anche ad alcune guide che proponevano trasformazioni non certo sempre semplici. Ma, si sa, la fame all’epoca era tanta e probabilmente le capacità tecniche e l’inventiva della media degli appassionati superava quelle di oggi. Marco Nolasco ci ha inviato una documentazione ragionata e completa sulle sei Porsche 917/10 di Solido, che ben volentieri pubblichiamo sul PLIT. Queste piccole monografie sono secondo noi molto importanti: non sempre ci troviamo nel campo dell’inedito, ma con le conoscenze odierne è possibile completare i dati in possesso dei collezionisti, aggiungendo piccole informazioni e curiosità da non trascurare. Lasciamo la parola a Marco Nolasco
Ancora una volta mi collego al recente articolo di Riccardo Fontana sulla 908/3 di Porsche Story e sulla sua parente 917/10 di Solido e ti mando un po’ di materiale. Nello scambio di commenti tra me e Riccardo si è accennato al fatto che il modello Solido Uniroyal non abbia la parte inferiore della carrozzeria argento come dovrebbe essere, ma rossa come la parte superiore. A tal proposito allego alcune foto dei cataloghi dell’epoca dove si vede che in un primo momento fosse previsto lo schema cromatico corretto, ma fu poi scelto quello semplificato errato. La prima mediocre foto riporta il disegno nel catalogo del 1977, corretto. La seconda un modello penso di pre serie, corretto anch’ esso (a parte la posizione del numero 11 sulle fiancate), dal catalogo 1978-79. La terza il modello commercializzato, tutto rosso, dal catalogo del 1980.



Eccomi con la prima parte del materiale, quella relativa ai tre modelli venduti montati. Aggiungo le indicazioni delle gare di riferimento perché ho sempre avuto il pallino della identificazione più precisa possibile del modellino.
- Numero 7: Porsche 917/10 TC 1a Los Angeles Time G.P. a Riverside, pilota George Follmer, 9^ prova del Campionato Can-Am del 1972. Follmer vinse quel campionato. Il modello è stato ritoccato nella mascherina, ripassata in nero, e nei retrovisori. Per completezza storica, aggiungiamo anche una foto della decal complementare che si trovava nella scatola, n.d.r.



- Numero 2: Porsche 917/10 TC 1a alla gara di Imola, 2a prova del Campionato Interserie del 1973, pilota Willy Kauhsen. Anche questo modello è stato ritoccato nella mascherina e nei retrovisori.


- Numero 11: Porsche 910/10 TC ritirata al Preis von Baden-Württemberg a Hockenheim, 7a prova del Campionato Interserie del 1973, pilota Wilson Fittipaldi. Il modellino è stato ritoccato solo nella mascherina. Allego una sola foto per mostrare l’apertura del cofano perché è già stata presentata. Tale apertura è possibile dopo aver disimpegnato lo scarico da una fessura del cofano.

Nell’ultima foto sotto, il gruppo delle tre 917.

- La n. 7 reca il numero 18 del catalogo Solido e uscì nel 1973
- La n. 2 reca il numero 18B del catalogo Solido e uscì nel 1974
- La n. 11 reca il numero 18C del catalogo Solido e uscì nel 1977
Ed ecco le tre versioni del kit n. 18K, uscito nel 1977.
Inizio con una foto del catalogo dove si vedono i tre modelli “factory built” dei foglietti di decals in dotazione nel kit.




A seguire:
- Numero 23 Porsche 917/10 TC 1a al Labatt’s Blue Trophy a Mosport, 1a gara del Campionato Can Am del 1973, pilota Charlie Kemp.


- Numero 59 Porsche 917/10 TC 5a al Carling Can Am di Road Atlanta, 2a gara del Campionato Can Am del 1973, pilota Hurley Haywood.


- Numero 13A Porsche 917/10 TC non partita al Mosport Player’s 200, 5a prova del Campionato del Mondo Vetture Sport del 1976 (in quell’anno erano ammesse a quel campionato anche le vetture gruppo 7). Pilota Randolph Towsend.


A proposito di quest’ultimo modellino, ricordo che fu molto impegnativa la verniciatura. Il giallo è dato a spruzzo, il blu a pennello e il rosso è la decal in dotazione. Il profilo del blu segue il profilo del filetto rosso per rendere costante lo spessore del filetto blu, ma la curvatura laterale non è fedelissima. In basso, la scatola del kit 18K, ndr.

Ringraziamo ancora Marco per il suo prezioso contributo. Contrariamente ad altri modelli Solido, la 917/10 numero 18 non ebbe seguito nelle varie serie Solido 2, Top43, Solido-Record, Sport Cars e chi più ne ha più ne metta. Non fu ripresa neanche immediatamente da Verem, che all’inizio sembrava privilegiare le vetture di Le Mans. Come Verem riapparve però nel 1987 in un’inedita versione Hans Wiedmer Can-Am 1973. Non so se possano interessare più di tanto alcune note ma le aggiungo comunque. Da ragazzino montai tutte e tre le versioni del kit e qualche anni più tardi elaborai leggermente una Bosch gialla comprata da Tron, migliorandola soprattutto negli interni. Non ho mai avuto in collezione la Uniroyal ma ricordo bene che a 8-9 anni era uno dei modelli che più desideravo. In Piazza Pietro Leopoldo a Firenze c’era un gommista che esponeva una grande insegna Uniroyal e ogni volta che ci passavo pensavo al modello. Comprai invece il Verem di Hand Wiedmer nel giugno 1987 al negozio Teorema in Via Martelli in pieno centro, negozio che non esiste più ormai da diversi anni.
Il Verem uscì in un periodo in cui ero piuttosto “freddo” verso le “macchinine”, ne compravo pochissime e quella non fu tra queste. Ha una decorazione piuttosto complessa, simile alla Andial Racing del kit Solido. Mi pare che il fabbricante l’ abbia risolta con delle decals.
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Sì, la decorazione del Verem era completamente in decals, il modello era bianco. Non fu comunque difficilissimo porre le decalcomanie anche se non fu una passeggiata. Le decals Verem erano un generale di qualità accettabile, non ricordo se queste erano addirittura Cartograf. Ricordo però che avanzarono due piccoli sticker che non riuscii a capire dove andavano. Ora che è uscito lo Spark potrei fare una comparazione per controllare se Verem aveva pensato a tutto…
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