A completamento del bell’articolo di Riccardo Fontana (che potete leggere a questo link: https://pitlaneitalia.com/2022/11/21/super-champion-safir-e-dintorni/), Marco Nolasco ci ha inviato alcune osservazioni su storia e curiosità della Safir. Testo e foto sono suoi.
Al solito mando qualche considerazione per integrare l’interessantissimo articolo di Riccardo sulla Safir, la prima riguarda la Tyrrell a sei ruote in scala 1/43.
Le due Tyrrell P34 del 1976 uscirono nel 1977, con il n. 82 la versione con radiatore anteriore, che partecipò solo a dei test, e con il n. 83 la versione “normale”. Prezzo 3000 £ ciascuna.
Nel 1978 la Mini Racing, se ricordo bene, commercializzò un foglio di decals per realizzare, previa riverniciatura bicolore, la versione First National City Bank del 1977, al prezzo di 1500 £.
Tutti i dati provengono dal file della mia collezione e quindi, in parte dalla mia memoria e dal registro cartaceo che tengo dal 1968.
Ecco alcune foto della versione del 1977, che corse nelle prime gare di stagione per poi essere sostituita da un’altra versione con carrozzeria più rastremata, riprodotta allora dalla Eidai, e un confronto con un esemplare in condizioni originali. (Si veda anche foto di apertura, n.d.r.)



Come dice giustamente Riccardo, le veteran R.A.M.I., le Safir e le Minialuxe non reggevano il confronto con le coeve Rio e Dugu. Anche i colori erano chiassosi, ma spesso improbabili e la scala è 1/43 solo convenzionale. Le vetture di fine ‘800 erano molto piccole e quei modellini erano spesso in scala effettiva 1/36-1/40 e a volte anche maggiore, mi risulta la guida interna Renault di Safir sia intorno all’ 1/28 (e infatti non trova posto nella mia collezione… il troppo è troppo!).
Hanno però, ai miei occhi di appassionato della storia dell’automobile anche delle origini, un grande pregio, quello di aver ricordato molti veicoli e pionieri altrimenti dimenticati.
Ad esempio, per rimanere in casa Safir, la cosiddetta Mercedes 1901, il n. 15 del 1963. In realtà non è affatto un a Mercedes, anche se ne è parente.
Si tratta infatti della prima vettura disegnata da Paul Daimler, figlio maggiore di Gottlieb, tra il 1899 e il 1901, quando vide la luce, in parallelo con il progetto Mercedes 35 ps al quale lavorava il gruppo di Maybach, allora capo progettista Daimler. Nel 1900 Paul interruppe il lavoro sulla sua vettura appunto per aiutare Maybach a completare la 35 ps e infine, appunto nel 1901, completò la vetturetta riprodotta da Safir.
Ecco il modellino e la vettura vera. Probabilmente senza il modellino Safir non ne avrei mai saputo nulla.


Sempre in questa ottica, un modellino Safir che forse merita una nota specifica è il n. 101 del 1965, la Gregoire 40 cv Triple Berlin e carrozzata da Alin & Liautard. La numerazione particolare fa pensare ad una nuova serie che comunque non ebbe seguito.
Questa Gregoire rappresenta un notevole salto di qualità rispetto ai modelli precedenti.
Il mio esemplare non fa parte della “normale” serie Safir, ma, come si vede dalla scatola e dall’etichetta sul fondo, appartiene alla serie di modelli promozionali della Mobil, come anche certi RAMI e altri.
Il modello si presenta molto bene per gli standard Safir. Scala direi 1/43 effettiva, particolari riportati molto fini, come le maniglie o il fermo della ruota di scorta, telaio dettagliato con una sottilissima catena in plastica, tetto apribile con sontuoso arredamento interno… quello che si vede a sinistra, marrone, è un cassettone Luigi qualcosa.
Il difetto principale è il corpo principale in plastica, che conferisce al tutto un aspetto un po’ troppo plasticoso, appunto.
Queste scelte, oggi probabilmente non paganti sul piano economico, mi permettono di arricchire la collezione con modelli di veicoli testimoni di un’epoca in cui le automobili non erano certo standardizzate e di forme predefinite come oggi.
Probabilmente la vera fu un esemplare unico, di proprietà dell’ Imperatrice di Russia, che la donò all’esercito francese per il trasporto dei soldati feriti durante la prima Guerra Mondiale.
Qualche foto del modellino e dell’auto vera.









Bellissimo anche questo articolo
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Questi modelli creano dipendenza, come i Solido.
Non posso fare a meno di pensare a come sarebbe stata la storia dell’1:43 se fossero arrivati con una miriade di Stratos e di 935 con tutte le livree dettagliatissime cui ci avevano abituati.
I modelli industriali, pressoché orfani di Solido, avrebbero preso tutt’altra piega.
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La Gregoire, mai vista dal vivo, ricordo di averla vista sul volume dedicato al modellismo dell’Istituto Geografico De Agostini di Novara, che custodisco assieme agli altri volumi della serie riguardanti i motori (Le Moto Fuoristrada, un pullulare infinito di Zundapp, Puch e KTM ufficiali edito nel 1973, e i due sulle Automobili da Competizione, uno del 1967 e l’altro del 1970).
Ho delle Veteran Safir, ma devo arrampicarmi per prenderle e tengo un malleolo inchiodato di fresco, quindi ho ritenuto di rifilarvi foto di repertorio (anche la mia Alpine dorme parecchio in alto assieme alle varie Peugeot e Panhard, stesso discorso).
Ho sempre avuto la passione per una certa produzione francese, è una cosa che non mi so ben spiegare ma ce l’ho e non accenna a calmarsi.
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