Meno ambiziosa della DS che finì per sostituire, la Citroën CX fece come il vino: migliorò negli anni dotandosi di motorizzazioni tra l’altro sempre più sportive e proponendo configurazioni sempre più raffinate. Nel febbraio del 1976 arrivò l’allestimento Prestige e nel maggio 1977 ci fu il primo tentativo di vitaminizzazione, con la 2400 GTI (118cv). Per il millesimo 1980 le versioni base scambiarono i loro stanchi motori col moderno 2 litri da 106cv della Française de Méchanique prendendo i nomi Reflex e Athena. Ma furono le versioni di fine serie le più spettacolari, almeno dal punto di vista delle prestazioni, con l’arrivo della GTI aspirata (prima serie 1984-1985, seconda serie 1986-1989) e della Turbo da 168cv (prima serie 1985, seconda serie 1986, Turbo 2 dal 1989 al 1989).
E’ una Turbo 2 che Solido ha inserito recentissimamente nel catalogo 1:43. Due le colorazioni proposte, entrambe metallizzate: Meteor grey (art. S4311701) e Rouge Florentin (art. S4311702). Solido continua quindi con la politica di far uscire una novità in due colorazioni contemporaneamente. Sia detto per inciso, questi non sono modelli in serie limitata, e resteranno quindi a catalogo fin tanto che il produttore non deciderà di interrompere la produzione.

A differenza di altre scelte operate per questa gamma che ha ottenuto un ottimo successo, questo modello non è inedito. Ringrazio Alessio Casalini per avermi fatto ricordare la riproduzione da edicola e il resincast Neo, cui va aggiunto il Matrix che è praticamente il gemello. In ogni caso, per quanto riguarda il Solido, siamo in una fascia di prezzo mediana rispetto alle riproduzione or ora menzionate, con i collezionisti che possono procurarsi un buon diecast per una ventina di euro. Aurea mediocritas.






Dei Solido 1:43, dei loro pregi e dei loro difetti, abbiamo già parlato diffusamente e non rifaremo alcune considerazioni generali già ormai note. Basterà dire che questa Citroën CX s’inserisce perfettamente negli standard cui la gamma ci ha abituato. Fra i punti forti vi sono la fedeltà delle linee, il livello di verniciatura, le ruote, la riproduzione dei gruppi ottici, i vari dettagli in tampografia. Meno convincenti vetri e interni, con in più qualche inevitabile concessione all’ “economico”, come ad esempio nel caso delle antenne.








Dalle foto che accludiamo potrete sicuramente apprezzare il modello nel suo insieme, che offre diversi spunti di rilievo, come il bel frontale ricco di dettagli e alcune finiture che non lo fanno sfigurare di fronte a un Minichamps dal prezzo più che doppio (anzi, quasi triplo se non parliamo degli ormai vetusti Maxichamps, che pure non è che te li tirino dietro). Molto ben riuscito il contorno del vetro anteriore, in tampografia bicolore alluminio-nero, privo di imprecisioni e sbaffi.
In conclusione, un modello di ottima fattura che riproduce degnamente un’auto tutto sommato sempre abbastanza trascurata dai produttori.
A me questa CX piace molto per finiture e per i gruppi ottici che trovo ottimi in relazione al prezzo. Più certamente non è un modello inedito nel diecast (come invece la Giulia Quadrifoglio Verde), ma gli altri due menzionati nella recensione non è che mi convivessero più di tanto.
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Io ne ho avute diverse, in scala 1:1, e non mi convince molto l’andamento del padiglione, così come il parabrezza nella realtà è più curvo.
Molto belli i fari.
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Sì, forse il padiglione spiove troppo a partire dal montante centrale, è questo che intendi? Per quanto riguarda il parabrezza è probabilmente un tantino piatto nella parte centrale, ma nulla di particolarmente brutto a mio avviso.
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No, niente di drammatico
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