Di Riccardo Fontana
In questi giorni, gli argomenti che maggiormente animano le sempre care “discussioni da bar”, altrimenti (bonariamente) note come “masturbazioni mentali” di noi petrolhead incalliti, sono essenzialmente due: le prime uscite della collana dedicata alle Porsche in scala 1:43, di cui ci siamo già occupati, e l’uscita in anteprima, su Amazon Prime Video, di Lamborghini – The Man Behind The Legend, ultimo prodotto di un filone storico-romanzesco-automobilistico che, negli ultimi anni, pare non conoscere limiti.
Non ho visto il film, mi sono sempre guardato benissimo dal dare un euro ad Amazon e non comincerò certamente ora: se mai uscirà al cinema lo andrò sicuramente a vedere, ed eventualmente acquisterò il DVD, anche perché da estimatore quasi “sessuale” della Miura (quella bella, non quella che fa di secondo nome Miura e che porta fieramente le terga leopardate), che parrebbe essere la vera Premiere Dame “occulta” dell’opera, non potrei in nessun modo astenermi dal farlo.
Lo spessore di una custodia di un DVD e l’esborso di poco più di una decina di euro, fortunatamente, sono ancora un “fardello” sopportabile, che si porta abbastanza volentieri.
Non ho visto il film dicevo, e pertanto non sono nelle condizioni di esprimere giudizi riguardo la storia, i tagli, le parti forzatamente romanzate che già do per scontato che ci siano (il cinema ha le sue esigenze, sia di tempi che di “pathos”, e bisogna farsene una ragione) perché non avrei nulla da dire.
Aggiungo che, non essendo il sottoscritto un critico cinematografico, anche se l’avessi visto non mi abbasserei certo al livello di molti imbratta-carte generalisti che, quando scrivono di cinema sui loro più o meno rinomati fogli, affrontano l’argomento con un piglio a metà strada tra l’Orson Welles di Quarto Potere e Giampiero Mughini.
A ciascuno il suo mestiere dunque, io penso di essere ferrato in storie di motori, e di quello, pertanto, mi limiterò a parlare.
Le critiche, purtuttavia, sono e devono restare legittime, ed è comunque sano che chi ha potuto vedere il film e voglia esprimerne un giudizio, possa farlo.
È questa una verità aristotelica ed inviolabile? Ebbene, no.
Aprendo LinkedIn quasi per noia, oggi mi sono imbattuto in un post di un noto YouTuber italiano, che criticava pesantissimamente la pellicola, parlando di “pessima produzione di serie B”, e di “qualcuno che avrebbe dovuto proteggere gli argomenti e i personaggi trattati”.
Oibò.
Rettifico la mia precedente affermazione come segue: chiunque ha il sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione, anche se “tranchant”, a patto che possa risultare credibile.
Ora, con tutta la buona volontà di cui sono capace, mi chiedo: può un personaggio che fa scempio di una povera Escort MK I trasformandola in una specie di missile turbo (???) parlare di “rispetto per gli argomenti storici e i personaggi” a proposito di una produzione cinematografica?
Se Ferruccio Lamborghini, Paolo Stanzani, il Grande Marcello Gandini e Paolo Dallara (gli ultimi tre sono pure passati per le “mani” del noto YouTuber) potrebbero scandalizzarsi – probabilmente a ragione – per il tenore ed i contenuti del film, non ho mezzo dubbio che lo stesso potrebbe valere per Peter Ashcroft, Stuart Turner, Roger Clark e David Sutton a proposito di quello… Posso chiamarlo “scempio” di puntata televisiva sull’Escort MK I?
Carlo Chiti avrebbe preso bene la Giulia GT Junior con sotto un motore 2000 di una “seddandagingueh” e i parafangoni? Non credo, ma mi piacerebbe assai chiedere un’opinione ad Andrea De Adamich al riguardo, e non è detto che più avanti non lo faccia.
A me vedere certe cose ricorda molto Joe Bastianich che brutalizzava i concorrenti a MasterChef salvo poi reclamizzare a mo’ di prelibatezza la roba del McDonald’s, e mi lascia una discreta punta di rabbia.
Ovvieremo comunque, tutto sommato, anche noi siamo content creators.
No, via, siamo giornalisti del terzo millennio, abbiamo la fortuna di parlare nella lingua di Dante, usiamola perdio.
Splendido articolo, sono d’accordo su tutto, non si sevizia una Escort
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Quello la, di cui non farò il nome perché “ci terrebbe a finire la guerra in anonimato”, parafrasando il Capitano Pierce di M*A*S*H, si macchia di sevizie automobilistiche praticamente solo respirando.
Gli unici meriti che gli possano essere genuinamente riconosciuti, riguardano le interviste/monografie che negli anni ha fatto a molti Giganti dell’Automobilismo.
Quei video li vedi, e se ne sai un minimo in più del maranza analfabeta fanboy di Delta e 75 medio lo capisci subito che lui non sa più o meno una fava degli argomenti trattati neanche a livello molto “mainstream”, ma almeno faceva parlare questi personaggio i a ruota libera.
E non è poco.
Ma da quando si è dato al recupero di ruderi… Io a vedere certe cose mi sento male.
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Non sono d’accordo per un a questione proprio di fondamento: nel caso di un’opera audiovisiva, si critica e si parla solo se si è visto. Già abbiamo i critici di settore che scrivono recensioni a ricalco delle frasi eclatasmnti dei pressbook, in questo caso è fondamentale vedere il film, poi parlarne, a tutti i livelli. Qui invece si parte dal film per parlare d’altro, e non è serio.
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Si parte dal film per fare una critica. E’ serio.
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