I primi kits in metallo bianco. Episodi della vita modellistica di un B.I.B.

Testo e foto di Marco Nolasco

Quella abbuffata fu seguita da una pausa di qualche decennio, durante la quale mi limitai quasi esclusivamente a collezionare modelli finiti e a volte neanche quello.

Con l’avvento di Internet e della relativa ricca documentazione, e con il trascorrere degli anni, rinasce nel nuovo millennio la voglia di riprovarci, ma lo spirito è sempre quello, migliorare il più possibile modelli che però sono ormai del tutto inadeguati, comunque ecco il risultato delle mie battaglie contro i mulini a vento.

Vi risparmio lunghi e noiosi wip. Aggiungo però che, rispetto ai primi anni, è cresciuta l’ importanza della fase preparatoria di ricerca storica, che sotto certi aspetti è diventata ancora più intrigante della realizzazione del modello. Scelgo la versione in base alle caratteristiche del modello, tenendo conto che qualcosa posso modificare, ma molto no, in base all’importanza della gara e al risultato raggiunto e ovviamente in base alla documentazione disponibile.

Ho scritto che vi avrei risparmiato i wip, ma mentivo, almeno un poco. Qualche cenno forse è il caso di aggiungerlo;

Nella Ferrari 340-375 Nuerburgring 1953 ho dovuto riprendere il giro calandra perché in origine era piatto, mentre nella realtà il labbro superiore è molto più pronunciato di quello inferiore

-Nella 375 plus ho cambiato versione e di conseguenza ho dovuto montare il poggiatesta carenato. Inoltre ho aggiunto i numerosi rivetti caratteristici di questa vettura utilizzando quelli in resina per i carri ferroviari in scala H0 della americana Archer. Molto difficile per me applicarli e verniciarli senza che sparissero tra i flutti della vernice…

-Per contro, nella Mercedes, ho eliminato uno dei due poggiatesta , che è proprio quello finito sulla 375.

-Per le Jaguar sono state necessarie molte modifiche alla scocca per adeguarle alle versioni prescelte.

-Stessa cosa per la Talbot-Lago, ma in questo caso per correggere i numerosi errori.

-Il bisiluro è stato in buona parte ricostruito. Sono rimasti solo i due siluri, ma profondamente modificati.

In tutte ho lavorato di stucco e lamierino e ho sostituito molti dettagli stampati con la scocca con altri in parte auto-costruiti.

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