di Riccardo Fontana
La querelle su Modelli Auto recentemente apparsa su queste colonne, mi ha scatenato tutta una concatenazione di ricordi che, come inevitabilmente sempre accade, si trascinano molte considerazioni appresso.
Il mio imprinting con la carta stampata relativa all’auto in miniatura ha radici lontane ma assai ben definite: era il novembre del 1997, e una sera mio padre mi portò a casa un numero di Quattroruotine, quello con la Porsche 550 Spider della Maisto in copertina.
C’era su la storia della Togi e della Policar, e poi la rubrica Zapping, zeppa di tutte quelle stranezze non meglio identificate che avrei ritrovato oltre dieci anni dopo su Passion43ème, e le novità, gli speciali… Modelli stupendi, che da bambino di cinque anni già collezionista di Solido quale ero all’epoca costituivano un po’ tutto ciò che volevo dalla vita, così belli e perfetti.
Quasi subito, preso nell’edicola dell’Iper di Montebello della Battaglia (celebre per aver fatto da parco assistenza in alcune delle ultime edizioni del Rally delle Quattro Regioni) arrivò anche il mio primo numero di Modelli Auto.
Mi apparve ugualmente interessante, ma diverso: non me ne vogliate, ma il “dolce casinismo” dei vecchi Quattroruotine, con le Stratos Racing 43 montate accanto ai Togi ed alle Skoda di produttore ignoto dell’est Europa ha sempre avuto un ascendente diverso (e maggiore) su di me rispetto agli elenchi delle novità, e crescendo la cosa è ulteriormente peggiorata.
Passano gli anni, arriviamo verso il 2012: Modelli Auto ad intervalli più o meno regolari continuo a comprarlo (Quattroruotine nel frattempo è scomparso), ma nel farlo mi girano sempre di più le palle: ho fame di conoscenza, vorrei sapere per filo e per segno vita morte e miracoli di tutti coloro che, chi più o chi meno, hanno lasciato un segno in questo microcosmo popolato da pazzi che è l’automodellismo, e su Modelli Auto trovo moltissimi sassi lanciati… Ed ancora più manine nascoste.
Chirurgicamente.
Un po’ lo stesso stile, fastidiosissimo, che popolava il Forum Duegi, che iniziavo a leggere proprio in quel periodo: espressioni come “ben note vicissitudini” o “fatti risaputi che non è utile rivangare” sapevano regalarmi, e lo fanno tutt’ora, l’istantanea volontà di invadere la Polonia, e almeno il Forum Duegi era gratuito, mentre Modelli Auto costicchiava pure abbastanza caro.
Ora, con tutta la buona volontà, spendere dei soldi per leggere valigie di frasettine patinate di qualcuno che sembrava godere in maniera sadica nel non raccontare nulla pur essendo nelle condizioni di farlo iniziò a pesarmi, ed infatti ad agosto del 2012 comprai l’ultimo numero, nell’edicola dell’Iper di Montebello come il primo.
Il giornalista dovrebbe raccontare delle cose, magari farlo in maniera brillante, interessante e vispa, portando cioè il maggior numero possibile di informazioni al maggior numero di persone.
Chi si avvicina ad un determinato mondo, già di suo non particolarmente esteso com’è quello degli automodelli, andrebbe coccolato ed incuriosito, e non frustrato con muri: è divulgazione in fin dei conti, non si vive di sole Battaglia di Austerlitz, nel loro piccolo anche le storie di André Marie Ruf lo sono a pieno titolo.
Che nervi leggere continuamente “le ben note vicissitudini di Monsieur Ruf che non è il caso di rivangare”… Ma “ben note” a chi, poi? Ragioniamo a mente fredda: per me, che non erano ben note, non c’era nessun incentivo a “tossire” i soldi della rivista, e per quelli cui effettivamente erano “ben note” peggio ancora, perché che motivo avrebbero avuto per comprare la rivista? Nessuno, ed infatti Modelli Auto seguì a stretto giro Quattroruotine, chiudendo.
Per (non) ben note vicissitudini della mia vita che non è il caso di rivangare in questa sede perché non sono io il punto, mi disinteressai per un po’ al modellismo, finché non scoprì il vecchio blog Grandiepiccoleauto e mi tornò la passione.
Era un modo diverso di raccontare, più vicino all’ideale: lo lessi per un bel po’ di tempo, poi venne l’ora di stabilire un contatto con David, ed eccoci qui a, si spera, darvi in pasto buona roba.
Noi, comunque, ci proviamo.
Del nuovo Modelli Auto ho comprato qualche numero, ma l’idea che mi ha fatto è stata quella di un’entità come divisa da una cerniera: metà rivista fatta bene (a livello di contenuti, perché su impaginazione e qualità…) e l’altra metà in pieno, simpaticissimo, old-style.
Ora la “qualità” s’è messa definitivamente a fare da sé, ma a questo punto io smetto ogni ulteriore considerazione: che ognuno faccia le sue, ma solitamente se si affronta due volte la stessa curva in maniera sbagliata ci si cappotta due volte.
A buon intenditor…
L’altro giorno, a proposito dell’ultimo numero della rivista, sul forum ho scritto che “un bravo venditore deve sapere ascoltare” e, in questo caso, chi vuole altro non viene ascoltato.
Oggi come oggi sulla rivista ci vedo pochissimo modellismo, poca tecnica, poca resina, poca manualità.
E troppo collezionismo!
E qui si cade nei soliti circoli viziosi, cosa puoi scrivere d’interessante?
È una rivista che, proseguendo su questa china, potrà interessare solo agli accumulatori seriali.
E forse neanche loro
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Non è più un mio problema. Per fortuna, aggiungerei.
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Potrà interessare solo agli accumulatori seriali (*) (**)
(*) Ammesso che già sappiano di cosa si stia parlando, o che in alternativa “soffrano” di “convergenza di vedute” su certi punti per me insindacabili (del tipo “pago per leggere un elenco scomposto di cenni ed allusioni a metà tra il gergo mafioso e la bocciofila di periferia, che anche per età media mi pare un esempio consono”);
(**) Ammesso che non la leggano gratis in certi ritrovi sotto la madunina, perché quella è un’altra realtà innegabile;
Ad ogni buon conto, noi si va come delle frecce e non ce ne importa nulla.
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Sai cosa Riccardo…
Se è vero che il mercato “va verso le scale più grandi” ( frase che dovrebbe giustificare una maggiore presenza di modelli in scala 1/18 o 1/12 sulla rivista) è altrettanto vero che l’accumulatore seriale non è interessato alla recensione di un modello che, nelle migliori delle ipotesi, ha acquistato un paio di mesi prima e di cui, ad ogni modo, non gliene importa più di tanto, perché il suo unico scopo nella vita è acquistare indiscriminatamente.
Tutto, tranne la rivista,che “sono soldi persi”, e quella comunque la si può sbirciare di straforo…
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“Verso le scale più grandi”. Vero. Ma sarebbe interessante capire come e perché. Mi rendo conto che sto andando fuori tema ma mi piacerebbe approfondire anche questo discorso. Su Modelli Auto avevo capito da tempo che le recensioni avevano ormai stufato, per varie ragioni, non ultima la quantità enorme di novità immesse sul mercato. Diventa difficile essere sufficientemente rappresentativi ed esaustivi. La recensione tradizionale dovrà evolvere necessariamente verso qualcosa di diverso. Ora i collaboratori rimasti sono tutti contenti perché, lasciando, ho liberato spazio.
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Concordo in pieno . Sono un Aquistatore seriale di 1/43 e ormai questa rivista,che compro dal suo primo numero , non fa più parte dei miei interessi . Scale incollezionabili , tematiche incredibilmente vuote , e modelli che non si capisce chi possa collezionare . Questi hanno deciso di chiudere cercando il modo per motivare la chiusura
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Sul “come e perché” è presto detto…
L’accumulatore acquista un “tot al chilo” e, converrai con me, un modello 1/18 è proporzionalmente più economico rispetto ad uno in scala 1/43… insomma, ti porti via più roba…
Montare un 1/18, d’altronde, è sicuramente più semplice che non un modello 1/43.
Ribadisco, siccome si compra un “tot al chilo”, anzi si è già comprato, l’approfondimento è inutile, superfluo, al limite del dannoso si potrebbe aggiungere, perché scoprire poi che quel particolare è cannato o quel colore di fantasia, mette in discussione il grande affare
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Frustrante andare in edicola ad acquistare MA e vedere che già dalla copertina . Scale 1/18 che di modellistico hanno solo il nome . Vogli sapere , a meno che di non avere una villa da 1000 mq, quanti modelli si possono collezionare . E poi , modelli dei primi del 900 , auto che non so chi possa collezionare … rally , lemans e f1, sempre più rari .
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