testo e foto di David Tarallo
Un paio di anni fa Vincent Espinasse di Autojaune Paris mise in vendita una bella collezione di modelli di vetture da record, fra cui si trovavano diversi pezzi piuttosto rari di marchi ormai dimenticati, soprattutto inglesi, francesi, italiani e americani. Ebbi la possibilità di acquisire due Peugeot 203 Darl’mat prodotte da Epokit, nelle due versioni conosciute, con portiere standard e “papillon”.





Erano diversi mesi che avevo intenzione di scrivere due righe su due modelli, aggiungendo qualche dettaglio storico sul marchio.
L’ideatore e fondatore di Epokit fu il francese Gérard Dahinden, nato nel 1935. Lasciata la scuola, divenne decoratore professionista, specializzandosi anche nella simulazione pittorica di legno e marmo. Appassionato di auto e di modellismo, iniziò a collezionare Norev, Solido e altri marchi soprattutto del suo Paese. Intorno alla metà degli anni sessanta iniziò ad autocostruire dei modelli con i materiali tipici dell’epoca (ottone, lamierino…), come una Panhard Grand Prix degli inizi del secolo o una Peugeot con carrozzeria aerodinamica del 1912, soggetti che alcun fabbricante industriale si sognava neanche lontanamente di riprodurre. Acquisite col tempo le necessarie competenze tecniche, negli anni settanta, nell’epoca della nascita e dello sviluppo dei kit in metallo bianco, decise di ricavare un mestiere dalla propria passione, puntando però sulla resina.
In quel periodo Dahinden frequentava il Mini-Auto Club di Parigi, le cui riunioni si tenevano in un negozio di boulevard Sebastopol. Praticavano l’associazione altri personaggi destinati a cambiare la storia del modellismo speciale 1:43, come Jean-Marie Dubray, Dominique Esparcieux (ESDO) e André-Marie Ruf. L’attività professionale di Dahinden prese il via nel gennaio del 1976 con l’obiettivo di riprodurre soggetti – soprattutto francesi – che nessuno ancora aveva scovato: Delage, Delahaye, Renault, Talbot… di cose da fare ce n’erano eccome. Dopo aver pensato a Label Epoque come nome della produzione, Dahinden si decise per Belle Epoque.
Con l’aiuto di un amico, Jean-Pierre Mouflet, Belle Epoque iniziò a tirar fuori diversi modelli in resina poliestere di eccezionale interesse, venduti montati. Il primo della serie fu una Panhard Dynamic del 1935, prototipata dallo stesso Dahinden. Ben presto alla produzione standard si affiancò una serie lusso ancora più dettagliata e raffinata. Dahinden fu anche uno dei primissimi artigiani, se non il primo in assoluto, a utilizzare le fotoincisioni, a partire dal 1978, stringendo anche diversi accordi di collaborazione tecnica con altri specialisti, fra cui Esparcieux.
Accanto alla produzione di montati, Dahinden avviò una gamma di kit, denominata Epokit, anche questi realizzati in parte con l’appoggio di ESDO. Nell’epoca d’oro del kit speciale (fine anni settanta-fine anni ottanta), gli Epokit, cui era talvolta affiancato anche il nome Rétro Bolide, erano tirati in un mezzo migliaio di esemplari per referenza.
A pieno regime Dahinden sfornava circa 800 pezzi all’anno e la sua attività modellistica andò avanti fino al 1995, dopo aver creato non meno di 200 master differenti, che vennero ceduti in Inghilterra a Rod Ward, titolare a Leeds del negozio Modelauto e direttore della bellissima rivista Modelauto Review. De sempre affascinato dalla storia della Honda, Dahinden si dedicò alla sua CRX Coupé partecipando a raduni e divertendosi ormai senza l’assillo dell’attività professionale. Continuò poi a collezionare un genere di giocattolo di cui era stato sempre appassionato, vale a dire quelle piccole automobiline in latta da appendere all’albero di Natale. Gérard Dahinden morì nel 2007.
I modelli che vi presentiamo in questo articolo sono abbastanza particolari: si tratta come detto in apertura delle due Peugeot 203 Darl’mat. Le Peugeot da record furono una presenza costante nella gamma Epokit, con Dahinden che riprodusse anche la 202. Fra gli Epokit troviamo poi Bugatti, D.B., Delage, Rex, Voisin, Renault, Panhard, NSU e altri marchi meno conosciuti. Una produzione sempre raffinata e sostenuta da una ricerca storica quanto più rigorosa possibile. La particolarità delle Peugeot delle foto consiste nel fatto che, benché marchiati Epokit, i due modelli sono dei factory built, contraddistinti dal particolare sticker incollato sul fondino. Di tanto in tanto, infatti, Dahinden commercializzata anche qualche Epokit già montato e rifinito. Tornerò, spero presto, con qualche altro articolo dedicato a Gérard Dahinden e alla sua produzione, che a distanza di tanti anni non ha perso nulla del suo fascino, anzi.







Sono bellissime, e lo sono ancora di più per l’epoca che rappresentano
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Vedo con molto piacere che continua la serie di articoli storici
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