Una Porsche 356 “storica”

testo e foto di Riccardo Fontana

A volte le perle si annidano dove meno ce lo si aspetta, ed è una fortuna che in pochi sappiano apprezzarle come si conviene: può capitare, con un po’ di fortuna, di passare da Tiny Cars e di trovare un RD Marmande tranquillamente esposto tra le cosiddette “Zeta”, cioè gli edicolosi da vendere un tot al quintale.

Capiamoci bene: una RD Marmande non è che sia una perla di assoluta fedeltà come potrebbe essere un modello di André-Marie Ruf montato come si conviene, ma a fascino e storia è comunque un’entità che teme pochissimi confronti.

Cosa sono gli RD Marmande? Credo che l’argomento sia ben noto ai lettori, come pure le vicissitudini del suo animatore, che non ci sembra il caso di rivangar… No dai, era solo una prova per vedere se siete attenti: alla fine degli anni cinquanta, ben prima quindi della comparsa dei primi grezzissimi John Day o Marc Europa, per soddisfare gli appetiti dei collezionisti c’era più o meno un bellissimo ed articolato nulla.

C’erano i Solido, i Dinky, i Corgi, i Mercury, i Norev e tutti i modelli industriali in genere, ma le novità erano rilasciate veramente col contagocce, e non è che la passione automobilista fosse da meno di oggi, anzi!

È stato così – ed è un argomento che parzialmente abbiamo già toccato qui (https://pitlaneitalia.com/2022/07/03/la-fiat-1100e-e-lingegner-ratto/) – che molti dei più temerari e manualmente dotati appassionati, iniziarono a “pasticciare” per fatti loro, con lo scopo di ricavare, o da zero o da modelli pre-esistenti, i modelli delle auto dei loro sogni.

Uno di questi appassionati, francese, si chiamava Raymond Daffaure (cioè Monsieur “RD”), che nel 1957 iniziò a costruire da zero (o elaborando dei Norev) dei modelli in scala 1:43 raffiguranti un po’ ogni tipologia di auto possibile ed immaginabile: si andava, infatti, dalle Peugeot 203 Bachée derivate dalla berlina Norev alle Bugatti di Le Mans degli anni venti e trenta, all’attualità da corsa, come Ferrari, Alfa Romeo e Abarth, di tutto e di più insomma.

Nel 1958 Daffaure vinse un concorso modellistico promosso da Humbrol, e da allora iniziò a proporre al pubblico, in via pressoché confidenziale, alcuni modelli sotto la sigla “RD Marmande”.

Come tutte le cose, dalla “panza” di Giuseppe Campari o Alberto Ascari a mille altre cose, i Marmande vanno inquadrati e giudicati nel contesto della loro epoca, e non paragonandoli a degli Spark o a degli speciali moderni, perché non avrebbe senso: diciamo che erano buoni modelli per i loro tempi, che avevano il pregio non da poco di esistere, e che il loro apprezzamento odierno è dettato dalla conoscenza e dalla sensibilità di chi li guarda.

Noi di PLIT un po’ di cultura e di sensibilità le abbiamo, quindi siamo già a buon punto in quest’ottica, ed è per questo che questa Porsche 356 Spider mi è sembrata praticamente irrinunciabile, reperto archeologico (in esemplare probabilmente unico) dei primordi del modellismo speciale.

È stata ricavata, come spesso succedeva, da un coevo Norev della 356 Carrera 1500 coupé, cui è stato asportato il tetto, costruito completamente l’abitacolo (assente nel modello di partenza), il parabrezza, e modificata sapientemente la carrozzeria per ricavare la 356 B, alquanto diversa dalla versione prescelta da Norev per la sua riproduzione industriale.

Sul fondo è riportata in maniera inconfondibile la dicitura “RD” e la denominazione del modello: a tal proposito, manca l’etichetta adesiva che solitamente accompagnava tutti i Marmande, ma nel caso di alcune serie speciali preparate per taluni negozi, come ad esempio Manou Autosport a Le Mans, l’etichetta poteva anche non esserci.

Il modello di Marmande accanto alla base Norev

Mi lasciano qualche dubbio le decals vaganti in stile hyppie apposte qua e là, ma non me la sento di toglierle: il rischio di togliere qualcosa effettivamente “di fabbrica’, e quindi di deturpare il modello, è troppo grande, e del resto omologhi da “consultare” non ce ne sono, quindi è molto meglio prenderla così com’è.

Nell’ottica di avere modelli evocativi della storia dell’automobile come pure, se possibile, del modellismo, un RD Marmande lo desideravo da un bel po’, e finalmente – anche se sembrava oggettivamente difficile – è arrivato anche lui.

Certamente, non è una cosa che si veda tutti i giorni, è quasi una porta sul tempo in effetti, e vista la rarità (e la ricercatezza, fare una breve ricerca per credere) è quantomeno stranissimo trovarlo in un simile contesto.

Certamente, non ci si tira indietro quando succede.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: