di David Tarallo
Ben tre versioni sportive hanno segnato la lunga carriera della Peugeot 106: la XSi, la Rallye e la S16. La Rallye, presentata nel 1993, ricevette inizialmente il motore TU2J2 da 1294cc (110cv), un blocco tutto in alluminio che, nonostante la cilindrata identica, non aveva niente a che fare con quello della 205 Rallye 1.3. Nell’aprile del 1996 venne introdotta la seconda serie: il propulsore 1.3 veniva sostituito dal TU5J2, derivato da quello della 106 XSi post-1994. La cilindrata passava quindi da 1294 a 1587cc (per 103cv). La vettura guadagnava in elasticità ma perdeva forse in cattiveria rispetto alla prima versione. Il telaio veniva migliorato con dischi freno posteriori e una barra stabilizzatrice di diametro maggiorato. Dal punto di vista estetico la Rallye phase 2 beneficiava di tutti quegli elementi caratteristici del restyling dell’intera gamma. All’interno sparivano tutti i rivestimenti rossi per far posto a tessuti più discreti e un bel bleu Santorin si aggiungeva ai colori disponibili sostituendo il rosso Vallelunga. Rimanevano il bianco banquise e il nero onyx. La 106 Rallye restò in produzione fino al 1998; l’ultima versione della XSi era ormai fuori catalogo da un paio d’anni, mentre l’altra sportiva, la S16 uscita nel 1997, sarebbe andata avanti fino al 2003.
Annunciata da svariati mesi, la 106 Rallye phase-2 di Solido in 1:43 è finalmente disponibile in due colori, il bianco (S4312101) e il blu Santorin (S4312102).

La 106 Rallye era stata già riprodotta in 1:18 da OttOmobile, un vantaggio per i capi progetto di Solido che hanno potuto lavorare su materiale già disponibile ed elaborato. In 1:43 la phase-2 è praticamente inedita, se si eccettua qualche modello artigianale come il Racing43. Di recente, Ixo e Odeon si sono dedicati alla Phase-1. Ben venga quindi il Solido che rappresenta secondo me un soggetto ideale per questa serie economica, che impone finiture semplici (non necessariamente “semplificate”) e comunque dei compromessi che non sempre si adattano a vetture più moderne. Certo, Solido deve un po’ giostrarsi fra auto del passato e auto contemporanee, ma quando esce un modello come la 106, per me la soddisfazione è doppia.




Rispetto alle foto del pre-serie diffuse qualche mese fa, il modello presenta delle tampografie nere sui cerchi bianchi, che simulano gli occhielli della ruota stampata e ricoprono i bulloni e il bottone centrale col logo del leone.
Le forme del modello sono irreprensibili. A questo proposito, valgono le osservazioni fatte per tutti i Solido 1:43 della nuova serie che abbiamo recensito finora: dettagli più che sufficienti (qualche volta anche buoni o ottimi), verniciatura senza particolari difetti, aspetto generale molto gradevole.
Inutile passare in rassegna ogni singolo dettaglio, le foto parlano da sole. Possiamo osservare comunque come gli interni siano molto scarni, con giusto un paio di tampografie ma senza i motivi decorativi sui sedili e senza le parti blu, ma su un modello da 20 euro sarebbe stato forse pretendere troppo.



C’è da augurarsi che Solido continui a sfruttare il tema della 106 sportive poiché ci sono ancora diverse versioni inedite, specialmente quelle prodotte per mercati singoli, come ad esempio la Rallye 1.4 phase-2 destinata al mercato tedesco dal 1997 al 1999 (si trattava di una Sport con allestimento Rallye) o la 106 Rallye 16v, una S16 con decorazione Rallye, venduta in Italia e in Grecia dal 1998 al 2003.


Con questi modelli, Solido ha ricreato un settore di prodotti economici differenti da quelli da edicola, i cui prezzi sono comunque inevitabilmente lievitati. Erano ormai diversi anni che non esisteva una fascia di modelli di questo tipo, ben fatti, presentati con gusto e provvisti di tutti quei dettagli oggi necessari. Diremmo davvero che sia stato ricreato l’antico spirito di Solido. Se poi si pensa che si tratta di modelli facilmente smontabili ed elaborabili, si capirà l’importanza dell’iniziativa che Solido ha preso all’inizio del 2022 e che sembra proseguire con un ottimo successo di vendite.
Questa di Solido mi sembra un’operazione molto intelligente: uno sguardo sull’attualità ma con un (contenuto) richiamo agli anni più gloriosi del marchio francese!
Quantomeno, questa è la mia impressione… 🙂
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