
La gamma 1:43 di Solido sembra godere di ottima salute. Tutti i mesi vengono proposte novità sostanziose e già per maggio sono previsti i terzi e i quarti colori di alcuni modelli usciti nel 2022, come la Peugeot 205 Dimma. Fra i nuovi soggetti commercializzati ad aprile vi è la BMW B6 3.5S, ossia la versione Alpina derivata dalla M3 serie E30. Proposta come d’abitudine in due colori (nero o blu, entrambi metallizzati), la B6 di Solido si presenta con un ottimo compromesso qualità-prezzo. A differenza di altri modelli della serie, la B6 non è certo un inedito: tanto per restare all’ambito diecast e resincast sono già uscite in 1:43 riproduzioni di differenti fasce di prezzo: Spark, Ixo, White Box. A queste si potrà aggiungere il raro JM-Models, produzione tedesca in serie limitata su base Minichamps uscita ancora prima di Spark che, nonostante un costo che supera abbondantemente i 150 euro, ha i suoi estimatori, soprattutto nel nord Europa.
Un po’ di storia: l’arrivo della M3 E30 fece venire l’acquolina in bocca ai numerosi preparatori tedeschi, che videro in questa vettura dalle caratteristiche già eccezionali un’occasione clamorosa per moltiplicare i propri guadagni. Ci pensò ovviamente anche Alpina a metter mano sulla M3, stavolta con un intervento radicale, ossia sostituendo il 4 cilindri tipo S14 col 6 cilindri M30 da 3430cc, motore utilizzato sulla 635CSi e sulla 735i E32. Nella versione catalizzata, la M3 di Alpina, rinominata B6 3.5S, dichiarava 254cv, che diventavano 261cv sulle vetture prive di catalizzatore. L’Alpina B6 riprendeva la trasmissione di serie della M3 ma con un ben più lungo rapporto al ponte, portato a 2,79:1.
In totale, dal 1987 al 1991, vennero prodotti 61 esemplari della B6 (solamente cinque delle quali non catalizzate), venduti in Germania (31), Svizzera (15), Francia (11), Giappone (2), Regno Unito (1) e Andorra (1). L’idea di montare un 6 cilindri sulla M3 era venuta in quegli anni anche a Hartge, che adottò nel 1986 l’M88/3 da 3453cc della M5 E28, poi, nel 1988, l’S38B36 da 3535cc della M5 E34.
Se Alpina e Hartge percorsero la strada della sostituzione del motore, AC Schnitzer e Koenig scelsero di mantenere i 4 cilindri, pur con vari livelli di preparazione (in particolare, la S3 Sport di Schnitzer, in catalogo dal 1989 al 1991, ricevette un propulsore portato a 2,5 litri, per una potenza di 245cv mentre Koenig ricorse alla sovralimentazione, tirando fuori dalla M3 ben 350cv).


Torniamo al modello Solido. L’esemplare di queste foto è il numero di catalogo S4312001 (blu metallizzato), mentre la versione nera metallizzata ha il numero di catalogo S4312002. Fra le recenti novità abbiamo scelto l’Alpina B6, pur essendo tentati dall’Audi S2 Coupé che però ci sembra decisamente poco riuscita a livello di linee. Questa BMW-Alpina è invece ben più convincente. In sostanza, su un modello come questo, non c’è nulla che stoni più di tanto: lo ripetiamo, a nostro parere, per lo “stile” dei Solido 1:43 attuali una vettura anni settanta-ottanta (al limite anche anni novanta) permette di ottenere un risultato ottimale sotto l’aspetto generale e del dettaglio.
Senza ripetere una tiritera già ormai nota e arcinota, possiamo segnalare qualche punto forte e i pochi punti deboli della miniatura, lasciando alle foto il grosso del… lavoro.





Pregi: Linee ben riprese, proporzioni corrette. Verniciatura molto buona, con una metallizzazione piuttosto fine. Finiture più che buone: la filettatura dorata Alpina in tampografia è applicata con precisione. Accettabili le ruote, in plastica: a questi livelli è impossibile fare qualcosa di meglio (sui Solido non vengono utilizzate fotoincisioni). L’assetto è realistico, così come i gruppi ottici. I montanti laterali sono stampati insieme ai vetri, tutto sommato con un soddisfacente colpo d’occhio (sugli Spark questo elemento era fotoinciso, sparito sulle versioni competizione, che hanno il bruttissimo acetato in plotter, chissà poi perché). Tergi in plastica ma decentissimi.


Difetti: L’antenna forse non è il massimo, ma ne trovate di simili anche sui Norev da 35 euro e passa. Gli interni sono semplificati ma stavolta sul pomello del cambio è stata posta una tampografia!
Riassumendo, la B6 Alpina di Solido conferma il ruolo tutto sommato innovativo che la casa francese ha saputo ritagliarsi da ormai oltre un anno a questa parte, quando ha deciso di puntare su modelli economici, giusti e meno dozzinali rispetto a gran parte della produzione da edicola.


