Kit in plastica 1:24

testo di Riccardo Fontana

Dopo molti obsoleti e molti speciali, è giunto finalmente il momento di addentrarci in un’altra branca estremamente popolare dell’automodellismo: i kit in scala 1:24, soprattutto in plastica ma anche in resina e metallo, che costituiscono un mondo a loro stante, molto lontano dal conformismo tipico dell’accumulo selvaggio proprio della media dei collezionisti.

Cosa sono questi kit? Come sono fatti? In realtà, la risposta tipica che si potrebbe dare è quella che un buon ingegnere darebbe al 102% dei quesiti che gli vengono rivolti: “dipende.”.

Fondamentalmente, il kit automobilistico in scala 1:24 nasce negli Stati Uniti tra la metà degli anni ’50 e l’inizio del decennio successivo, per mano di produttori come Revell o AMT (che produsse, tra le altre, una Ferrari 166 MM barchetta di discreta fattura non più tardi del 1955, quando l’auto vera era poco più che contemporanea) ed in Inghilterra per mano di Airfix e Merit, delle cui bellissime auto da corsa abbiamo già parlato (vedi qui: https://pitlaneitalia.com/2023/04/21/marchi-del-passato-la-merit/ ; e sui vecchi kit vedi qui: https://pitlaneitalia.com/2014/01/15/sul-fascino-dei-vecchi-kit-in-plastica/).

Il concetto si è poi sviluppato nei tardi anni ’70 e nella decade successiva, col pallino che è passato inesorabilmente ai giapponesi, con Hasegawa e soprattutto Tamiya a reggere le redini di un gioco sempre più specializzato, con modelli che, per caratteristiche e specializzazione dei soggetti riprodotti, andavano ad avvicinarsi moltissimo ai soldatini o agli aerei militari, da sempre la patria d’elezione dell’alto modellismo realizzativo.

I kit “medi”, in questo senso, furono il prolungamento “popolare” – quindi a grande diffusione – di quegli speciali che proprio in quegli anni vivevano il loro periodo di massimo fulgore, ma che per costo e caratteristiche erano anche allora inevitabilmente confinati ad una cerchia più ristretta di cultori.

I soggetti passarono dalle popolari e dalle “custom” – soprattutto americane – ad auto da corsa contemporanee e non sempre più mirabilmente riprodotte, ricchissime di dettagli e molto facilmente modificabili e migliorabili da parte del montatore, che lungi dal dover litigare con accoppiamenti inesistenti e forme sbagliate poteva facilmente dettagliare quanto presente, oppure addirittura avventurarsi nell’autocostruzione di parti o nell’apertura di porte e cofani, ricavando piccoli capolavori a fronte di una – tutto sommato – modesta spesa in denaro.

Ci fu quindi un’invasione di monoposto, sport prototipi e vetture da rally sempre meglio riprodotte, e declinate in versioni sempre diverse e particolari, fino ad arrivare a stabilire un punto di contatto con il mondo degli speciali, con produttori artigianali dediti alla realizzazione di kit e fogli decals atti alla realizzazione di versioni differenti a partire da un kit di partenza: era il concetto di transkit applicato al kit invece che al die-cast in scala 1:43, ed è un fenomeno tutt’ora molto diffuso, grazie a produttori come Shunko o Studio 27, ma anche Meri Kits e molti altri.

Naturalmente, gli artigiani esplorarono anche la realizzazione di modelli completi, ed ecco quindi apparire piccolo capolavori come le Lancia Stratos di Racing 43, bellissime al pari di tutta la produzione del compianto Ivano Chiapatti, che insieme a molti altri realizzò bellissime auto in scala media, esplorando un mondo – quello dell’1:24 – ancora molto meno invaso dalla produzione di massa rispetto alla classica scala 1:43.

Il settore è più vivo che mai, come del resto il gran numero di declinazioni che Hasegawa propone quasi mensilmente dei suoi kit più famosi, sempre molto ben accolti dal pubblico nonostante alcuni difetti ormai storici (assetti da Safari per la Corsica e viceversa e cerchi minuscoli, solo per citare i più tipici).

Anche in questo caso, la passione dei cultori del genere muove tutto, e continuerà a farlo ancora per molto, quasi che fosse staccata dal mondo impervio cui sta precipitando l’automobile “reale”, a costituire una sorta di “limbo” di sogno in cui gli appassionati possono rifugiarsi per dimenticare le preoccupazioni quotidiane.

Nella foto in apertura, due pagine del catalogo Tamiya del 2021, con tanti kit 1:24 in bella evidenza

4 pensieri riguardo “Kit in plastica 1:24

  1. Buongiorno, molto bello l’articolo, mi ha fatto tornare indietro nel tempo quando riuscivo a montare quei bei kit, che tengo ancora nelle scatole in cantina. I pezzi di cui andavamo pazzi mio fratello ed io ma anche i miei cugini e tanti altri amici, erano i kit Monogram: Cadillac, Duesemberg, Rolls Royce, Mercedes, Packard, Cord, Lincon degli anni ’30 ma anche moderne come la Porsche 904 e una stupenda Ferrari 275P che fu il nostro primissimo kit! E anche pezzi strani dragster come il “Li’l Coffin” o il “Rommel’s Rod”. Aspettavamo Natale o i compleanni perchè sapevamo che i nostri genitori ci avrebbero regalato quei kit. Di pari passo scoprimmo gli IMC. Le Ford GT… ma che pezzi meravigliosi erano? Quella Ford GT Mark IV!! Sento ancora quel profumo di Humbroll che regnava in quella stanza….Pinzette, limette, colle..ecc. Si alternavano quei pezzi con i kit Airfix in busta in scala 1/72, o con i mezzi corazzati Bandai, ma questa è un’altra storia. Grazie.

    "Mi piace"

  2. Nel corso degli anni Tamiya, a fianco di molti curbside (Honda NSX, Nissan Skyline…) ha prodotto una serie di bei modelli completi di motore di auto DTM, inclusa la nostra Alfa 155, o di gruppo C.
    Queste scatole hanno raggiunto su eBay prezzi da mercato nero!
    Tamiya molto raramente ne ripubblica qualcuno. L’ultima è stata la Sauber Mercedes C9, arricchita con fotoincisioni e decal Cartograf.
    Sarebbe auspicabile un aumento del ritmo e su questo ho scritto sia alla Casa sia all’Importatore, ma non sembrano esserci cambiamenti in arrivo. Peccato, perché la speculazione sull’usato fa presagire ottime vendite.

    "Mi piace"

  3. Il problema è esattamente quello: non c’è neanche dirgliele le cose (io lo feci con Italeri perorando la causa dell’Escort RS MKII, e li nel giro di poco mi diedero retta)…

    "Mi piace"

Lascia un commento