Le Mans Miniatures: tre nuove versioni della Rondeau M379C

Ad aprile saranno disponibili tre nuove versioni della Rondeau M379C di Le Mans Miniatures (slot, 1:32). Le vetture numero 24 (Rondeau/Jaussaud), numero 25 (Lafosse/Ragnotti) e numero 26 (Pescarolo/Tambay) di Le Mans 1981 arriveranno insieme alla riedizione della M379B vincitrice di Le Mans 1980.

Con queste tre referenze, Le Mans Miniatures avrà prodotto tutte e cinque le Rondeau di Le Mans 1981: le tre Gruppo 6, che sono le novità 2024, e le due GTP (numero 7 e 8, attualmente fuori produzione).

Rispetto alla M379B del 1980, la Rondeau M379C per il 1981 presentava un nuovo cofano posteriore con un alettone a tutta larghezza che rimpiazzava i due piccoli flap visti fino all’anno precedente. Questo posteriore più aerodinamico permetteva un guadagno in velocità di punta di 7-8 km/h. La taglia del parabrezza venne ridotta per aumentare la rigidezza della zona abitacolo; il vetro posteriore, inoltre, venne eliminato e un’unica presa d’aria NACA venne ricavata al posto delle due piccole della M379B. I passaruota posteriori furono del tutto aperti, lasciando scoperta l’intera ruota.

Insieme alle tre Rondeau M379C Gr.6 Le Mans 1981 che vedete nelle due foto sopra, Le Mans Miniatures ha colto l’occasione per riproporre la M379B vincente a Le Mans 1980 con Jean Rondeau e Jean-Pierre Jaussaud, modello che era andato esaurito

6 pensieri riguardo “Le Mans Miniatures: tre nuove versioni della Rondeau M379C

  1. Elio, ero sicuro che fossi tu ancor prima che ti firmassi! Interventi tipici della tua creatività collezionistica. La scala 1:32 è sempre piaciuta molto anche a me, ed è una scala storicamente importante, che richiama ovviamente ai vecchi kit in plastica di Airfix e Matchbox. E’ stata poi la scala per eccellenza delle slot, del resto lo era anche all’epoca di quei kit con gli slottisti che si divertivano a trasformare in dinamici i modelli statici. Oggi, casomai bisognerebbe fare il contrario ma dubito che ci sia qualcuno che osi metter mano a un Le Mans Miniatures. Le Mans Miniatures che – va detto – qualche 1:32 statico s’è messa a farlo ma si tratta di modelli concepiti per lo più come “contorno” per le piste elettriche, come i furgoni Peugeot di cui ci siamo occupati anche su PLIT. Altrimenti resta l’alternativa di collezionare gli slot come se fossero dei modelli statici. Per carità, c’è chi lo ha fatto quando uscirono i primi Fly (ricordate?) e chi lo fa ancora oggi perché oggettivamente certe realizzazioni hanno poco da invidiare ai diecast o ai resincast statici. Ma guardando bene, qualcosa si nota sempre. Il modello slot finisce sempre per tradire le sue origini e questo delude l’appassionato della riproduzione statica. Non è come nel fermodellismo, che la motorizzazione viene accolta di buon grado anche dai collezionisti che non utilizzano le loro locomotive su un binario. Il discorso, come spesso succede, ci sta portando verso uno sviluppo “filosofico” ma è il bello del collezionismo, no?

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    1. Eh eh… hai ragione, David. Io ho sempre considerato l’1/32 come una scala praticamente perfetta, mirabile connubio tra la possibilità di realizzare modelli fedeli e/o poterli dettagliare ulteriormente e le dimensioni praticamente perfette (l’1/43? Forse troppo piccola e le altre scale forse troppo grandi).

      Chissà? In un lontano futuro forse prenderà piede anche nel collezionismo statico ed allora ne vedremmo delle belle!

      Sì, si fa un po’ di “filosofia” ma è bello così…

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