Ulrich Upietz, il Porsche Modell Club e una 935 abbastanza particolare

Del Porsche Modell Club e della bella avventura durata circa un quindicennio di questa associazione fondata da Ulrich Upietz (scomparso nel 2018) ci siamo già occupati su PLIT1. Upietz era un personaggio vulcanico, modellista, fotografo e grande esperto di corse, che era riuscito a fare della sua passione un lavoro. Via via il modellismo aveva lasciato completamente il posto all’attività fotogiornalistica, anche perché il Porsche Modell Club declinò in modo abbastanza rapido all’inizio degli anni ’90, coinvolto nella crisi sociale e finanziaria della Casa madre.

Le realizzazioni del PMC, che aveva sede a Duisburg, nella Ruhr, sono note: la collaborazione con Starter aveva portato delle magnifiche serie montate da Jürgen Renardy di Aachen: versioni che non si trovavano nella gamma standard di Starter, scelte sempre con cura e con originalità. Il PMC aveva un’attività sociale piuttosto intensa, organizzando incontri e borse di scambio in Germania e anche in Svizzera.

In un’epoca in cui Internet ce l’aveva solo l’esercito americano, a Upietz venne un’idea brillante: possedeva una vasta collezione di modelli Porsche, molti montati da Renardy, altri da lui stesso, altri ancora da diversi specialisti tedeschi piuttosto noti. Conosceva poi altri appassionati, come Phil Roche (sì, proprio quel Roche) o H.G. Nieder che disponevano di raccolte ricche di modelli non banali. Upietz decise quindi di pubblicare per i soci del PMC alcuni fotoalbum composti di stampe originali di foto di modelli, raccolte per temi e con didascalie semplici ma esaurienti. In questo venne appoggiato da numerosi sponsor dell’ambito automobilistico e modellistico (concessionari, preparatori, produttori di ricambi auto, negozi e così via).

Ogni quaderno, che era nello stesso formato dei notiziari trimestrali del club, conteneva una decina di pagine, su ognuna delle quali erano incollate foto nella misura standard 13×9, stampate su carta lucida. Il primo album uscì nel 1983 ed ebbe per tema i vent’anni della 911; il secondo fu incentrato sulle Porsche sponsorizzate Martini2, e così via per un totale di una dozzina di pubblicazioni, le più interessanti delle quali furono probabilmente le tre dedicate alle elaborazioni (Das besondere Modell) e quelle sulla Porsche 935 ma in tutte c’era qualcosa di interessante, di raro e di poco conosciuto.

Una selezione delle pubblicazioni fotografiche del Porsche Modell Club. I modelli, tutti fotografati da Ulrich Upietz, provenivano da tre o quattro collezioni principali, ben fornite di ogni tipo di MRF, Record, Starter, Provence Moulage e così via. Ancora oggi questi quaderni del PMC hanno un fascino ineguagliabile e sono la testimonianza di un’epoca in cui anche una sola foto poteva essere importante

Immaginate la sorpresa e la soddisfazione dei collezionisti nel vedersi arrivare a casa delle pubblicazioni di questo tipo. Oggi questi quaderni sono difficili da reperire e costituiscono non solo delle testimonianze storiche significative ma anche delle fonti documentarie di raro valore.

So che almeno una parte della collezione di Ulrich Upietz è andata dispersa; un primo lotto venne venduto già dallo stesso Upietz nella prima metà del 1990. Ricordo ancora lo stupore e l’entusiasmo con i quali consumavo letteralmente con gli occhi quelle pubblicazioni. Come al solito, la fascinazione faceva passare in secondo piano certi “difetti” che all’epoca nessuno notava.

Oggi in un’epoca di collezionisti schizzinosi (si vedano i vari gruppi di Facebook come quelli degli affastellatori di Make-Up3) i modelli degli album del PMC potrebbero sembrare troppo semplici o addirittura naif; del resto certe cose bisogna averle vissute per capirle a fondo. Ma ancora oggi, in ogni caso, sfogliare quelle pagine è un viaggio nell’artigianato fatto di MRF, Record, Starter e Provence Moulage: modelli montati con passione e combattendo contro un’ostinata carenza di documentazione.

Com’era quarant’anni fa e com’è oggi, nel marzo 2024: la Porsche 935 Gruppo 5 Gelo Norisring 1977 elaborata da Ulrich Upietz su kit Record non ha perso nulla della sua pulizia e brillantezza. Ho potuto ricostruire la storia di molti modelli di queste serie fotografiche

Dicevo della collezione di Upietz. Parti di essa hanno compiuto rocamboleschi giri in Europa e a testimonianza che il mondo degli speciali tutto sommato è piccolo, alcuni pezzi li ho incontrati (alcuni a più riprese) nelle borse e nelle vendite di specialisti che li avevano avuti chissà come. A volte la memoria, volutamente o no, fa loro difetto. In questo episodio 27 di Storie di Modelli ne vedete uno, che compare nel nono volumetto fotografico, contenente la prima parte sulla Porsche 935, 1976-1977.

Si tratta di un’elaborazione su base Record realizzata dallo stesso Upietz, che volle riprodurre la vettura numero 66 del team Gelo che vinse con Rolf Stommelen la gara del DRM al Norisring nel 1977. Upietz si sbagliò sul colore della fascia parasole (che su questa vettura era blu, mentre era l’altra 935 Gelo pilotata da Tim Schenken ad averla bianca). Altra curiosità, al modello mancano le maniglie: probabilmente Upietz le aveva eliminate (erano stampate in pezzo unico con la carrozzeria) per incollarne di nuove dopo aver applicato l’ampia decal bianca dello sportello, cosa che non fece mai.

Questo album fu pubblicato nel 1987 e il modello è esattamente nelle condizioni nelle quali venne fotografato 37 anni fa.

La Porsche 935 Gelo del Norisring 1977 appare nella prima parte della serie dedicata alle 935 (1976-1976), uscita nel 1987.

Qual è la quotazione venale di questa 935 dalla storia affascinante? Tanto o poco? Direi poco perché in pochi sono quelli che sarebbero disposti ad attribuirle un valore pecuniario di un certo livello. Ma aver salvato questo modello da una poco gloriosa fine mi ha dato una soddisfazione unica, come se avessi salvato un capolavoro nascosto. Capolavoro non è, lo so, ma racconta di un’antica passione e del periodo in cui questi modelli dal potere ammaliante erano in grado di regalare inesauribile gioia a un liceale poco in linea con gli interessi dei suoi coetanei.

La 935 in buona compagnia: si riconoscono una 911 Carrera RSR Gelo della serie ufficiale PMC Exclusive su base Starter, la 908/3 Egon Evertz di Le Mans 1976 (Record) e una Carrera RSR Tebernum Le Mans 1976 di Gamma, montate alle fine degli anni ’80 da Renardy
  1. Si veda ad esempio questo articolo dell’agosto 2012: https://pitlaneitalia.com/2012/08/18/un-po-di-storia-il-porsche-modell-club/ ↩︎
  2. Pubblicato con il contributo della filiale tedesca di Martini & Rossi, con una bella copertina disegnata dal socio Andreas Hentrich. ↩︎
  3. Non ho nulla contro Make-Up (anzi), sono i suoi tifosi che mi rendono particolarmente malevolo. ↩︎

2 pensieri riguardo “Ulrich Upietz, il Porsche Modell Club e una 935 abbastanza particolare

  1. Sempre interessanti, le storie raccontate dal buon David. Ecco perché si DEVE iniziare (o, semplicemente, continuare) a leggere PLIT.

    A maggior ragione adesso che il forum di ModelliAUTO è stato chiuso (definitivamente? Per ora non ci sono notizie certe)…

    Una nota ancora: si stenta a credere che il quasi quarantennale modello oggetto dell’articolo sia arrivato ai nostri giorni in queste condizioni pressoché perfette! Poi però penso – per dirne solo una – alle gomme che si sciolgono dei modelli più moderni e faccio meno fatica a crederci…

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    1. Grazie Elio, troppo buono. Quanto al beneamato forum Modelli Auto è abbastanza normale che se la rivista è definitivamente andata, all’editore (chiamiamolo così con un moto di entusiasmo) interessi ben poco continuare a investire soldi ed energie in un forum che in ultima analisi serviva a pubblicizzarla.

      Quanto ai modelli, pensa che nei primi anni ottanta la HiFi aveva una pubblicità nel TSSK dove si diceva a chiare lettere che il “metallo è metallo, dura nel tempo; la resina no”. In realtà entrambi (parlo di metallo bianco, non zamac) hanno dimostrato di cavarsela egregiamente. La resina poliestere di un MRF o di un Record è eterna, basta trattare il modello con cura perché se prende anche una minima bottarella, arrivederci. Altre resine si sono dimostrate meno stabili ma direi che il risultato è pienamente soddisfacente, se volgiamo l’occhio ad un passato ormai molto lontano. Per il resto, che dire? Hai ruote in alluminio tornito che non fanno una piega neanche se ci passa sopra un camion, per non parlare delle gomme, che magari non saranno il massimo del realismo ma guadagnano molto dopo una semplice passata di carta vetrata e una volta messe stanno lì senza turbarti il sonno. E d’accordo che alla lunga siamo tutti morti, ma non ce lo vedo tanto, uno Spark sfiorare indenne il mezzo secolo come hanno fatto certi MRF.

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