di Renato Scotti di Uccio
Perché collezioniamo?
La risposta più semplice e più vera, senza orpelli pseudo-psicologici, è: “Perché ci piace!”
Questa risposta è molto meno banale di quanto appaia.
Ma non voglio parlare di questo. Voglio solo ricordare che molto spesso il piacere è proprio quello di riguardare le proprie collezioni con occhio critico per godere ancora una volta di quella entusiastica (fanatica? accanita…? fate voi), ricerca del particolare che caratterizza tutti i modellisti/collezionisti.
Nel fare questo, mi sono imbattuto nella Ferrari 250 LM che ha partecipato al Tour de France nel 1969, quella con la ruota di scorta sul cofano posteriore, per intenderci.
Tra le mani ho il mio vecchio Best (versione Lorenzi) che confronto con le foto del mio archivio e con quelle che trovo sul web. Così mi imbatto in un interessante vecchio articolo (del 2019) su Pitlane.com che parla del “nuovo” modello della Looksmart che riproduce questa stessa vettura1.


Bellissimo articolo, di quelli che leggo con maggiore attenzione (è vero, sono malato!).
Il modellino nell’articolo è giustamente apprezzato per la qualità della riproduzione ma viene comunque segnalato un piccolo errore nei colori della targa: non dei numeri ma di solo un piccolo scudetto!
Roba da “stra-malati”! Bellissimo!
Da qui sono scattate le ricerche per capire come fosse realmente quella targa posteriore e quella anteriore (che non veniva menzionata nell’articolo)! Ricerche nei siti di targhe (che frequento spesso perché anche io sono maniaco della precisione delle targhe) e nessun esempio di targhe svizzere di quell’epoca con numeri rossi. Eppure le foto della vettura da competizione ci sono, forse un po’ sbiadite ma ci sono.
Inoltre mi fido di David per cui cambierò le targhe al mio vecchio Best/Lorenzi, visto che anche la stessa Best ne ha fatto una versione aggiornata (anzi, più di una).
Da questa ricerca però è scaturita una ben più “grave” considerazione a proposito dei modelli di Looksmart, che sono sempre stati da me considerati tra i più belli e precisi in circolazione… fino a quando non mi sono fermato a guardarli con occhio più attento.
In questo caso Looksmart sembra essere scivolata su una buccia di banana, ma purtroppo in altri casi ha proprio preso delle sbandate rovinose, tanto da finire decisamente fuoristrada!
Ne cito quattro perché sono gravi e la cosa mi dispiace molto, proprio per la stima che ho sempre avuto nei confronti di questa marca.
Cominciamo dal più banale:
Ferrari 250 LM presentazione al salone di Parigi: Il modello in scala è molto ben fatto ma ha i sedili di colore diverso dal blu tipico dei sedili delle Ferrari dell’epoca.




Poco male, direte voi, potrebbe trattarsi della riproduzione dell’auto restaurata. OK… ma andrebbe detto. Invece viene venduta come riproduzione “press version” Parigi del 1963.
Purtroppo il secondo caso è più grave:
Ferrari 250 LM berlinetta speciale Pininfarina: il modello in scala ha il passo identico a quello delle altre 250 LM della stessa casa per cui è sbagliato di almeno 5 mm.
Infatti la Stradale Pininfarina (#6025) aveva un passo di 2600 mm, invece di 2400 mm.
Un’altra Stradale, realizzata su una vettura competizione (#5995) esiste, ha il passo 2400 mm e la sua linea è ben diversa da quella di Pininfarina (non solo per i dettagli).
Il modellino Looksmart appare bello e pulito… ma purtroppo anche in questo caso non è quello della vettura che intende riprodurre (a prescindere dai galletti delle ruote a raggi se siano posizionati nel modo giusto o sbagliato)! Infatti l’errore del passo condiziona molto la linea dell’auto.



Ancora più grave il terzo caso.
Ferrari Mondial T: l’errore colpisce tutta la famiglia delle Mondial t, sia coupè che spider.

La fiancata è completamente sbagliata perchè la linea dei passaggi ruota è uguale a a quella del modello precedente (Mondial 3.2) con un risultato completamente diverso da quella dell’auto vera, ben visibile nelle foto.



Non è un particolare di poco conto, perchè la caratteristica dell’ultima versione delle Mondial è proprio la scomparsa dei piccoli allargamenti sui passaggi ruota, sostituiti da una complessiva bombatura dei parafanghi. Un disegno completamente nuovo della fiancata che alleggerisce e ingentilisce la linea di tutta l’auto.
Quello che fa dispiacere (e induce a pensar male) è che il modellino così fatto riprende le linee della precedente 3.2 cambiando solo la presa d’aria della fiancata.
Per fortuna mi sembra che il modello non sia più in produzione ma sarebbe bello se Looksmart facesse un modello corretto, offrendo uno sconto a tutti coloro che riportano indietro quello sbagliato.
Che bella azione di marketing sarebbe!
Infine cito quello che onestamente mi fa più ridere e che spero sia già stato corretto.
Infatti non ho acquistato il modellino e parlo solo delle foto che appaiono nei negozi on-line…
Ferrari 250 LM vincitrice alla 1000 Km di Parigi nel 1966: è sbagliata solo una “piccola” cosa all’interno dell’abitacolo mentre il resto è veramente ben fatto!
Un errore “piccolo” ma “visibile”: il modellino ha la guida a sinistra anziché a destra!!! Pazzesco!
Potrebbero essere foto pre-serie: infatti ci sono foto con l’unico tergi anteriore talvolta a destra e talvolta a sinistra… ma sempre con la guida a sinistra!



Speriamo davvero per la Looksmart che siano foto pre-serie ma in tal caso dovremmo veramente porci qualche dubbio sulla professionalità di tutta la filiera commerciale!
Mi scuso se mi ripeto. Queste considerazioni sono quelle di un innamorato che ancora ama (la marca, i suoi modellini, le sue scelte) ma che non può fare a meno di soffrire quando vede che esigenze commerciali, di qualunque genere esse siano (economie di scala, rapidità di realizzazione dei prototipi o altro), inficiano il lavoro di tanti bravi prototipisti.
David nell’articolo citava Codolo che spesso ha apportato qualche modifica alle sue produzioni, così come spesso ha fatto Best.
Bravissimi davvero per quello che hanno corretto …e speriamo che riguardino anche altri modelli che hanno in produzione.
Altri costruttori non sono stati così umili nell’ammettere sbagli. Si badi bene: non sto parlando della dimenticanza di qualche decal (che pure capita) o della mancanza di piccoli dettagli (pure questi comunque importanti).
Sto parlando di errori gravi, che colpiscono non perché i modelli siano brutti ma proprio perché le vetture che riproducono sono diverse.
Amici costruttori, siete nati con le nostre stesse passioni che avete saputo coltivare molto più e meglio di noi collezionisti.
Per tale motivo continuate a seguire, leggere, approfondire quello che noi malati vi segnaliamo.
Siete i nostri “pusher”, ci fidiamo di voi, non “viviamo” senza le vostre “somministrazioni”, non “tagliate in malo modo” la “roba” che ci vendete!!!
“E tu, David, nostro Vate, tira fuori quella targa che raccogliesti da bambino2 sulle strade di Francia senza sapere quanto sarebbe stata importante oggi, per tacitare anche gli ultimi scettici!”

Ora mi rimetto al lavoro per correggere la mia vetusta Ferrari LM di Best/Lorenzi… bene attento a non modificare i fari anteriori che sul Best sono senza cupolette.
Sul modello Looksmart le cupolette ci sono e David ha elegantemente già risposto in merito dicendo che, pur non essendoci foto che le ritraggano “non si può escludere che ci siano state”.
In altri momenti mi sarei fidato di Looksmart… ora i miei dubbi si sono rafforzati!
- https://pitlaneitalia.com/2019/09/23/ancora-sulle-targhe-e-una-buccia-di-banana-svizzera-la-ferrari-250-lm-del-tour-auto-1969-di-looksmart/. ↩︎
- Nota di David: O Renato, dammene degli altri di anni, tanto mi sento poco vecchio… ↩︎

Gli errori grossolani da parte di marchi orientati al collezionismo e non al giocattolo non sono giustificabili. Mi viene in mente la Mercedes SSK a due posti spacciata per la seconda classificata alla 24 ore di Le Mans del 1931 dalla Rio, quando, per regolamento, le vetture partecipanti dovevano avere quattro posti, vedere lo Spark annunciato in uscita. Capisco la necessità di sfruttare gli stampi da parte di un’ azienda, meritoria, che lavora in Italia, ma ci sono tante versioni di quell’ auto a due posti, in buona parte già realizzate, perché forzare la mano con una versione del tutto errata?
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In quel caso non si può parlare di errore ma di azione premeditata (so che un modello è sbagliato ma lo faccio lo stesso perché mi conviene / penso che lo compreranno lo stesso / non me ne frega nulla ecc ecc). Altri errori sono invece frutto di profonda incompetenza mischiata alla fretta di dover uscire a tutti i costi.
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Sia come sia, anch’io li considero errori gravi… alcuni addirittura inaccettabili.
Quelli dettati dalla volontà di fare economia di scala, poi, li trovo veramente antipatici (stavo per scrivere di peggio ma mi sono trattenuto)!
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Scusa David… ma magari quella targa era rimasta abbandonata a bordo strada per più di una decina di anni e solo tu, ancorchè ragazzino, ne avresti potuto capire il valore storico…
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aaaah! ok, ma non riesco a trovarla tra i cimeli 🙂
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Condivido in pieno quanto scritto. In effetti, il mondo del modellismo, dell’ 1/43 nel caso specifico, è pieno di svarioni e inesattezze, ingiustificabili al giorno d’ oggi dato il livello di informazione che si può ottenere con Internet. Sembra quasi che le Case produttrici non conoscano fino in fondo il loro pubblico, che andrebbe rispettato maggiormente e ” coccolato” anche attraverso ricerche più puntuali e approfondite, prima di realizzare un nuovo modello o anche solo una variante di esso ( e la fretta di ” andare in stampa ” non mi sembra una buona giustificazione… ). Complimenti, in ogni caso.
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Io penso che i produttori di automodelli da collezione dovrebbero addirittura inserire nelle confezioni un foglietto con le caratteristiche dell’ auto vera, con gara, piloti, piazzamento e numero di telaio per quelle da competizione e riferimenti precisi per le altre, per esempio serie e anno di presentazione per le vetture di serie, carrozziere, numero di telaio ed evento in cui fu presentata la vera per le dream car, o concept o come si chiamano adesso, o per le vetture di anteguerra che venivano carrozzate individualmente come le Rolls Royce. E magari il perché delle scelte fatte in caso di dubbi e/o documentazione incompleta. Ma per questo ci vuole prima di tutto passione, prima ancora della competenza.
Non è forse un esempio del tutto centrato, ma ho in collezione tre autocarri Kamaz di produzione russa tutti a tre assi, ma tutti di lunghezza diversa, sono in effetti tre veicoli della stessa famiglia, ma di modello diverso, e nella scatola vi sono dei disegni tecnici quotati che permettono di verificare l’ assoluto rispetto della scala dichiarata, 1/43, e probabilmente erano destinati più al gioco che alle collezioni degli adulti. Forse c’ era lo zampino della Kamaz, ma in ogni caso la trovo una forma di rispetto verso l’ acquirente.
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bè , per quanto riguarda gli errori , l’ultimo che ho visto , è una 911 rsr del 74 della Spark . Sponsor tecnico , DUNLOP e gomme con il logo AVON . Evidente che i cinesini non si son curati neppure di porsi una domanda . Talmente stupido e banale che vien da chiedersi :-“ma pensate o non capite nulla di macchine “. Ovvio , hanno riprodotto un modello da museo restaurato . Ma domando io… In ogni caso , perché collezionismo? Personalmente soffro di un disturbo ossessivo compulsivo che mi porta ad accumulare modelli su modelli . Kit che non farò mai , modelli die cast e edicolosi da modificare . Centinaia di fogli decal delle più svariate versioni . I colori ? Compro decine e decine di boccette spesso inutili . Però, quanto è bello .
Dario
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Penso che di quel disturbo compulsivo soffriamo un po’ tutti, a volte con conseguenze anche abbastanza negative sulle nostre vite. Ma tant’è, se non collezionassimo modelli saremmo magari dei serial killer e quindi sarebbe anche peggio.
L’errore moderno spesso nasce da una causa ben individuabile: la scarsa interazione fra i capi progetto (in Europa) e i vari service che operano in Cina. Certo, a volte sono proprio i committenti a dare degli input sbagliati. I cinesi non si sognerebbero mai di mettere le scritte Avon al posto di Dunlop. Magari PERO’ uno sviluppatore dotato di un minimo di competenza se ne sarebbe accorto, avvertendo il capoprogetto. Capoprogetto che invece resta sempre solo, in balia di fatica, pressioni e sconfinata ignoranza dei suoi tecnici. Così vanno le cose. E ce ne sarebbero da raccontare…
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raccontare … e sarebbe bello leggerle . Competenza , proprio di ciò parlo . Io nel mio lavoro , non posso sbagliare , sennò pago . Intanto , accumuliamo !
dario
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Mi aggiungo alla lista di coloro che rimangono esterrefatti dinanzi a certi errori grossolani. Inoltre, trovo calzante l’esempio dei modelli della Kamaz: per questo, apprezzo molto una serie francese da edicola, della quale non ricordo il nome, che prevedeva l’inserimento della foto della vettura sullo sfondo della scatola di plastica e, dietro la medesima, alcune informazioni. Delizioso! E appena ne trovo una, me la compro.
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Per quanto riguarda il disturbo compulsivo, io ho una vera e propria ossessione per la Porsche 996 GT3 R/RS/RSR e le Courage C36, C41, C50, C51, C60, C65.
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Non per caso, questi giorni controllavo una delle F40 Taisan JGTC della Ebbro (ma in fatto Redline/Spark). Ne ho già una, l’Advan rossonera del 94, e volevo la tutta rossa del 1995. Ma c’e sempre stato un qualcosa che stonava e non capivo il perché. Dopo aver guardato bene le foto d’epoca giapponese, ho capito: Redline ha fatto il muso troppo squadrato, visto che i fari sono un pochino troppo in alto e troppo piani invece di posizionati obliquamente. Col modellino tutto in rosso si nota di più. Sono cose forse neanche di millimetri ma nel 1/43 il sufficiente per rendere poco omogeneo un modello buono in tutti gli altri dettagli e in se stesso, bello. A un certo punto mi interessa meno se una decal ‘e troppo grande o piccola ma per carità, le forme e dettagli macro devono essere giusti in quella fascia di prezzo.
Alla fine, prezzi alti, tanti dettagli buoni ma poi uno trova la buccia di banana in cose basiche, elementari.
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