Non aprite quella scatola: kit Solido sul filo della memoria

Ringrazio tutti per gli auguri ricevuti. Quelli che si sono sforzati di inviarmi due parole personalizzate, li ho ringraziati volentieri, gli altri come al solito no perché detesto i messaggi standardizzati e spediti a mezzo mondo via email, Facebook o WhatsApp.

In questi giorni di finta calma e bontà, mi sono messo a restaurare un gruppo di vecchi kit Solido recuperati di recente. Intendo proprio i Solido tradizionali, vale a dire quelli d’origine, e non altre tipologie che spesso vengono prese per kit e che invece sono Top43, Sport Cars, Solido2, Solido Record e chi più ne ha più ne metta.

A parlarne ancora si rischia l’effetto scoperta dell’acqua calda ma è impossibile non farsi trasportare da ricordi e suggestioni. Con questi modelli hanno iniziato e si sono divertite almeno due generazioni di appassionati. E ancora oggi è divertente passarci qualche ora facendo qualche ritocco o restaurando una decal rotta. O magari, per seguire una vecchia idea, montarne qualcuno oggi senza aggiungere troppi dettagli.

L’idea di Solido fu buona, anzi ottima, eppure non venne sfruttata a dovere. Per ogni tipo di modello un solo kit, quando Solido avrebbe potuto sfornarne a decine, soprattutto alcuni soggetti tipo la 131 Abarth o la Lancia Stratos. Era del resto la politica dei modelli montati e quello che avrebbe potuto fare Solido lo fecero gli artigiani dei transkit, arricchendosi discretamente per almeno un decennio.

Rischio di essere noioso o eccessivamente autobiografico, ma ci provo lo stesso. Chi si annoia, lascerà perdere. Modello per modello, un fiume di immagini del passato, roba da riempire pagine di Facebook con frasette melense, come fanno in troppi. Almeno qui sono in casa mia.

Forza, andiamo, e se tutto sarà troppo lungo o farraginoso, pazienza.

La Renault 5 Coupe: Decisamente un “coup de coeur”, come dicono in Francia. La Coppa Renault era come il prezzemolo e come support race te la beccavi sempre e comunque. Un’idea brillante destinata ad essere copiata da tanti, in un’epoca in cui la Renault in Italia poteva contare su un ufficio marketing mai privo di idee all’avanguardia. La decorazione psichedelica della Kindy mi affascinava. La Arnold era troppo complicata per essere verniciata decentemente a pennello. E poi la Coupe era inevitabilmente associata al coffret-chimera che popolava i miei sogni di bambino (https://pitlaneitalia.com/2023/10/18/echi-della-coppa-renault-il-coffret-solido-course-n618/).

La Citroën CX Rally: Da un modello di produzione stradale, Solido ricavò un kit corsaiolo, come fece con la Golf. Non uno dei miei kit preferiti, ne comprai solo uno da Dreoni senza mai montarlo. Ricordo che Dreoni, il bel negozio di Via Cavour a Firenze, aveva un espositore specifico e trovare da loro i kit Solido non era mai un problema. I ricordi vanno invece al kit Polistil in 1:25, col quale mi divertii molto di più.

La Volkswagen Golf: Non è stato uno dei modelli più memorabili per me, credo a suo tempo di averne avuto solo uno. Ero particolarmente attratto dalla versione nera da pista. La versione più interessante è forse proprio quella che si trova in questo lotto, quella del Monte Carlo 1977 di Ragnotti. L’ha rifatta Spark in tempi recenti e per quanto mi riguarda se la possono tenere. Io preferisco il kit montato di Solido (come ho detto spesso, non vado contro corrente per il gusto di farlo; vado contro corrente perché sono contro corrente).

L’Alpine A110: Nel gruppo vedete la versione che mi interessava meno. Io stravedevo invece per le due le Tour Auto, per ragioni che già spiegai ormai molto tempo fa, agli albori del sito (https://pitlaneitalia.com/2012/12/31/il-tour-auto-i-numeroni-e-la-fine-dellanno/).

Il posa-decals della Kadett GT/E, con le indicazioni di come sistemare diversamente i fari supplementari, cosa che il montatore del mio esemplare ha eseguito diligentemente

L’Opel Kadett GT/E: Dopo la quasi assurda versione Pantashop (che comunque a me piaceva), Solido si rifece inserendo tre colorazioni un po’ meno peregrine, fra cui una ufficiale. Feci la bianca del 1000 Pistes, ma senza verniciare i codolini in rosso e in blu. La BP mi tentava ma sulle istruzioni era presente una minacciosa indicazione di tagliare i parafanghi posteriori da un certo punto fino al longherone, cosa fuori dalla mia portata tecnica.

La Fiat 131 Abarth: “Pitturare la protuberanza in rosso”. Le istruzioni Solido non brillavano per la chiarezza della lingua. E a proposito della versione Fiat France, a un certo punto t’imbattevi in questa indicazione. Cos’era mai la protuberanza? La risposta mi è venuta in mente anni e anni dopo. Semplicemente la presa d’aria sul cofano. Mi intrigavano più la Chequered Flag e la Parietti, soprattutto quest’ultima, così “locale” e quindi molto meno banale. Se non sbaglio, la Fiat 131 fu il primo kit Solido acquistato, a nove o dieci anni. All’epoca pensavo che i kit dovessero essere verniciati una volta terminati, e il modello lo montai grezzo. I miei credevano che ci avrei messo settimane senza capire che in realtà si trattava di un normale diecast con dieci pezzi in croce.

La Peugeot 104 ZS: Montata all’epoca in una versione del kit e in un’altra completamente di fantasia, gialla con le decals della Porsche 934 Burton Le Mans di FDS: più fasulla di così… Allora come oggi, le auto da rally mi piacevano meno rispetto a quelle da pista, e la 104 ZS non era un modello in grado di scatenarmi passioni particolari. Ricordo però il pomeriggio passato a verniciare la 104 ZS a pennello in un periodo in cui avevo già iniziato a usare l’aeropenna.

La Ford Capri: Questo è uno dei miei kit Solido preferiti. Tre versioni affascinanti, una dello Shark Team, la Berthe Moline (ancora Shark Team) e la gialla di Monza. Se non ricordo male, fu il primo kit che verniciai con l’aeropenna, nell’estate del 1980 in campagna. Scelsi la versione Berthe Mouline ma in mancanza del blu scuro, scelsi un improbabile celeste. Del resto passai giorni a chiedermi che cosa significasse “blu notte”, come suggerito nelle istruzioni.

La Ferrari Daytona: Altra valanga di ricordi. Uno dei kit portato dalla… Befana, quando ovviamente alla Befana non credevo più. Già all’epoca era impossibile scindere questo modello dall’incredibile messe di decals prodotta da Cartograf per conto di BAM. Belle le versioni scelte da Solido anche se avrebbero potuto fare uno sforzo supplementare per evitare una specie di doppione, ossia le due vetture dello Shark Team (Le Mans 1973 e 1974). Del resto, sul modello di serie fecero una stupidaggine che non sto neanche a ricordarvi.

La BMW 3.0 CSL: Doppio kit con due versioni molto belle, in particolare la gialla. Nella foto della scatola si intravede una Porsche 911 verde, che ore ad ammirare e a immaginarmi il resto dello schieramento. La CSL è una di quelle auto in grado di darti un imprinting, particolarmente forte visto che alla mostra modellistica del già citato Dreoni, nel 1979, ne vidi un incredibile sfilza, ricavata con decals, transkit e altri accessori. Ricordo l’emozione di trovarmi, ad altezza occhi, una Valvoline. Lo stesso modello, ma davvero proprio quello, ho potuto recuperarlo dopo 44 anni. Sarebbe un episodio da “Storie di modelli” ma questo non lo racconterò mai. Tornando alla versione gialla di Schommers e Kraus, una decal da sistemare sulla parte posteriore riportava il numero di telefono della BMW Alpina Essen: una volta, solo in casa (era il 1984 o giù di lì), provai a chiamare per vedere se rispondeva qualcuno. Il numero era ancora buono e una voce femminile (probabilmente la segretaria del centro Alpina) continuava a ripetere “hallo… hallo… hallo…”. Soddisfazioni.

Varie decals originali dei kit Solido: VW Golf, Ford Capri, Renault 5 Coupe, Alfa Romeo Alfetta GTV, Alpine A110, BMW 3.0 CSL

L’Alfa Romeo Alfasud Trofeo: Montai nel 1982 la versione Dan Auto perché era quella più semplice. Il modello, con ruote in alluminio tornito (forse quelle di una 33TT12?) e altri piccoli dettagli, venne esposto nella primavera del 1983 alla SCAR Autostrada di Via di Novoli a Firenze, storica concessionaria Alfa Romeo, che aveva organizzato una rassegna modellistica a premi, che purtroppo non venne più ripetuta. Naturalmente non vinsi nulla.

La Porsche 934: Chiudo con uno dei miei kit preferiti. Tanta immaginazione nel sognare su quelle foto a colori, figurandomi altre versioni che non conoscevo e che erano nascoste nelle pieghe di libri e riviste che non avevo. Brillante idea di Solido, scegliere tra le infinite 934 che hanno corso a Le Mans, una… 930. Bella combinazione di colori, ma incompatibile col modello del kit, come del resto succedeva anche con altre referenze (vedi Alpine A110). Nella 934 c’è tutta la magia del kit Solido, un modello destinato a lunga vita e a diventare un classico delle elaborazioni. Gli oggetti hanno un’anima.

Il successo di certi modelli Trofeu usciti negli ultimi anni va ricercato secondo me anche in parte nel collegamento emozionale con questi kit Solido. Ho cercato di spiegare questa strana connessione in un articolo pubblicato su PLIT nel marzo 2022 (https://pitlaneitalia.com/2022/03/14/la-vera-spark-e-trofeu/).

Per questo giorno di Natale 2024 è tutto.

E come dicevano i Trettré, se vi è piaciuto, ditelo ai vostri amici. Se non vi è piaciuto, fatevi i fatti vostri.

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