A proposito della Ford MkIV di Sebring 1967: un’esperienza sul Solido

Spesso gli articoli modellistici su PLIT innescano numerose reazioni fra i nostri lettori, che amano completare e chiosare i temi proposti con contributi di grande interesse. Abbiamo messo oggi on line la recensione della Ford MkIV vincitrice a Sebring nel 1967 di Marsh Models (https://pitlaneitalia.com/2022/11/10/ford-mkiv-12-ore-di-sebring-1967/) e riceviamo da Marco Nolasco queste righe e le foto che vedete in questa pagina, a riprova che questi argomenti non sono mai qualcosa di isolato ma che necessariamente poggiano le loro basi e il loro essere nella storia del passato più o meno recente.

Come credo sia noto il Solido era una versione ibrida, fondamentalmente era una Sebring con due piccole NACA sul muso come la Le Mans, invece di una sola.
Quattroruotine presentò puntualmente il modello quando uscì, nel n. 2 del 1969. Qualche anno dopo, nel n. 4 del 1972, pubblicò una guida per elaborare il modello nelle versioni corrette. A quei tempi articoli del genere dissetavano gli elaboratori in erba come me come l’acqua nel deserto e ovviamente tentai l’elaborazione in versione “fedele”, ma il risultato fu insoddisfacente. Tempo fa mi è capitato tra le mani insieme a due gemelle di Le Mans e l’ho rifatto seguendo le indicazioni di Quattroruotine. Ecco le foto dell’articolo di Quattroruotine e del modellino, nonché un confronto con un Top 43 in condizioni originali.

Grazie mille a Marco. Solido è come i peperoni: torna sempre su. Però che divertimento.

4 pensieri riguardo “A proposito della Ford MkIV di Sebring 1967: un’esperienza sul Solido

  1. Ho ancora ben viva nella mente la grande impressione che mi fece questa Mark IV Solido quando uscì, era tra i primi Solido di cui “vissi” in tempo reale l’uscita, dalla pubblicità sui giornalini all’annuncio su Quattroruotine al vederla nelle vetrine dei negozi e all’aggiungerla alla collezione. Mi disturbavano solo quelle decals troppo piccole, ma come mi sembrava fedele e realistica!
    In realtà presenta alcuni difetti macroscopici di linea che in molte altre occasioni Solido aveva evitato e che secondo me avrebbe dovuto evitare anche in questo caso, o almeno avrebbe dovuto evitarne uno molto evidente che riguarda la calotta in plexiglass dei fari, che dovrebbe scendere fino alla piega tra il parafango e il cofano e invece si ferma più in alto. Un altro errore è la larghezza del padiglione, che si estende sul cofano motore; almeno a me pare eccessiva e di conseguenza rende troppo piccola la larghezza della parte orizzontale degli sportelli. Terzo errore, i cofano motore apribile. Le due versioni Sebring e Le Mans non avevano la stessa apertura, a Sebring era incernierato dietro l’abitacolo, come credo alle prove di aprile dove immagino che i tecnici Solido fecero i rilievi, ma, dietro richiesta dei meccanici proprio in seguito a quelle prove, alla 24 ore il cofano divenne incernierato in coda. Ma questo è un errore veniale, non si poteva certo pretendere, visto il target di quello che era pur sempre un giocattolo, che Solido sostenesse gli elevati costi della relativa modifica degli stampi.

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