di Elio Venegoni. Foto di David Tarallo
Esistono molte maniere di interpretare il modellismo, si sa. Limitandosi a quello che riguarda le auto, ci sono i meri collezionisti, che si limitano ad acquistare i soggetti rientranti nelle loro tematiche (più o meno vaste), senza nemmeno sfiorare un pennello od un cacciavite; all’estremo opposto esistono i modellisti “duri e puri”, ai quali interessa unicamente assemblare modelli più o meno fedeli alla realtà, talvolta anche solo per poi rivenderli a terzi. Nel mezzo abbiamo invece forse la fetta più grande, ovvero quella di coloro che collezionano e nello stesso tempo, almeno di tanto in tanto, montano kit od elaborano diecast e resincast; tra costoro rientro anch’io…

Io in verità mi limito ad elaborazioni davvero elementari, se non a semplici ritocchi: qualche tocco di pennello, qualche decal applicata o sostituita e nulla più.
Quella che accomuna quasi tutti, comunque, è la ricerca della fedeltà storica: quante ore spesso passate a ricercare fotografie di questa o quella vettura, per verificare che la miniatura acquistata od assemblata corrisponda esattamente a quella che era nella realtà storica… con tutte le problematiche del caso, naturalmente!
Riflettendo un po’ sulle tante fisime che affliggono noi collezionisti e modellisti, mi sono imbattuto pochi giorni fa in alcuni post di Mauro, un modellista di Vicenza iscritto al forum di ModelliAUTO che attualmente lavora dedicandosi ad una scala piuttosto atipica, almeno per noi italiani (altrove è invece abbastanza diffusa, soprattutto negli States), ovvero l’1:64.
Mauro, dopo un passato da modellista tradizionale, più “serio” potrebbero dire alcuni, adesso si dedica invece a quello che ho soprannominato “easy modeling”, ovvero un modo di lavorare più “spensierato”: meno rigoroso nella riproduzione dell’auto reale ma più accessibile, ovvero più economico e meno esigente in termini di tempo impiegato. Un modellismo più “easy”, appunto, in cui il fine principale è solo il divertimento, lontano dalle paranoie che ci assalgono quando trattiamo scale più tradizionali quali la classica 1:43, l’1:24, l’1:18 eccetera…
Il nostro Mauro ha avuto un’idea che mi è sembrata intelligente e subito seducente ed ho deciso così di provare a seguire il suo approccio “facile”: avevo una certa voglia di affiancare al mio modo di concepire quest’hobby una maniera di praticarlo un po’ diversa, meno pignola ma più divertente, con il quale dare sfogo anche ad un po’ di fantasia, perché no?


Lo stesso Mauro opera su modellini di basso costo quali soprattutto Hot Wheels o Matchbox, acquistati per pochissimi euro anche nei supermercati, elaborandoli ispirandosi in particolare alle auto americane degli anni Cinquanta e Sessanta ed a manifestazioni quali la NASCAR, l’IMSA, la Trans Am ed, in ultimo, la Carrera Panamericana.
Ne risultano automodelli modificati – in modo non eccessivo – negli interni e nelle livree, che spesso concedono spazio a qualche licenza poetica, e sui quali vengono poi applicate tecniche d’invecchiamento che l’assemblatore vicentino ha appreso nei suoi trascorsi da modellista militare. Auto ma non solo, bisogna aggiungere: anche i pick-up (diffusissimi in Nord America) passano per le sue mani, essendone un vero appassionato!
Io ho cominciato subito a seguire le sue orme: qualche capatina su Google, su eBay e la consultazione del vasto catalogo online di Carmodel ed ecco che immediatamente mi sì è aperto un mondo che fino ad ora conoscevo solo alla lontana grazie ad Ernesto Sacchet, un carissimo amico con il quale corrispondo via e-mail ormai da qualche anno.
La mia tematica preferita non è tra le predilette dei vari produttori – non ancora, almeno – ed in fondo è logico; le ditte più famose sono, come scritto sopra, nord americane e negli Stati Uniti la disciplina dei rally non è seguitissima…
In compenso esiste sul mercato un buon numero di modelli di auto da corsa ed ancor di più di auto stradali che (volendo) costituiscono ottime basi per elaborazioni in chiave corsaiola, anche in virtù del fatto che nell’easy modeling, come già rilevato, qualche licenza è tollerata ampiamente.
Ho acquistato qualche modellino relativo alla Carrera Panamericana, una Porsche 935 ed una Studebaker Commander Starliner e mi sono messo subito a pensare a come “pasticciarli” un po’ con le mie manine delicate (che ad onor del vero tanto delicate poi non sono).
Se e come finirà? Ovviamente non posso saperlo, magari lo saprete tra qualche tempo ma una cosa è certa: mi si prospettano all’orizzonte ore di vero spasso e questo può bastare ma ho già in mente di inventarmi anche qualche bella auto da corsa che avrei voluto guidare, se fossi stato un pilota (il mio sogno infantile)… l’easy modeling, una gran bella idea!
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