Testo e foto di David Tarallo
Parte 1/3
Fine anni novanta: Umberto Codolo, che diamo per scontato che tutti voi conosciate almeno per sentito dire, intrattiene rapporti commerciali e amichevoli col Sudafrica. Laggiù conosce commercianti, modellisti e collezionisti come Massimo Lupini, e fa anche parte della spedizione a Kyalami dove Raffaele Tampolli ottiene il successo finale nella classe SR2 della SportRacing World Cup con le sue eccellenti vetture motorizzate Alfa Romeo 3000. In Sudafrica, Codolo raccoglie sempre un sacco di documentazione, sia sulle varie gare a Kyalami, sia sulle auto di David Piper, che laggiù correva spesso e vi ha lasciato diverse tracce. Del resto, la produzione Remember degli anni novata già testimonia con buona evidenza questo interesse. Fra il materiale raccolto, vi sono le foto di un’Alfetta Gruppo 2 sponsorizzata Telefunken, che aveva gareggiato nel 1976 a Kyalami con Arnold Chatz, conosciutissimo rivenditore locale di Alfa Romeo e di altri marchi italiani. L’idea fu originale: prendere un Progetto K e farne una serie limitata. Con Petrucci, Codolo era ovviamente in ottimi rapporti. Il capannone della Pego sorgeva a Sesto Fiorentino, a pochi chilometri dal laboratorio di Codolo a San Mauro a Signa. Per la Pego, Umberto verniciava cassettate di modelli, della gamma dei diecast e anche in resina. Disegnate e ordinate le decals, l’Alfetta non venne fatta oggetto di particolari modifiche, eccezion fatta per i fari, sostituiti da articoli speciali del catalogo Remember. Il modello venne montato su una basetta grigia con teca in plexiglass di Progetto K e con una scatolina di cartone blu.

Non essendo un modello Remember, Codolo pensò a un nome nuovo: gli venne in mente il tokoloshe, un simpatico omiciattolo leggendario dalle caratteristiche anatomiche abbastanza particolari, di cui gli avevano raccontato in Sudafrica. L’Alfetta Telefunken sarebbe uscita sotto il nome di Tokoloshe e venne quindi disegnato anche un omino stilizzato, affiancato da una scritta di stile alquanto tribale. Il modello costava poco, piacque e quello che poteva sembrare il frutto strampalato di idee buttate lì in una serata birra e carbonara si sarebbe trasformato in un autentico fenomeno modellistico. Non fu né la prima né l’ultima volta, ma questo lo sapete.





Agli inizi degli anni duemila la situazione del mercato dell’1:43 stava evolvendosi rapidamente. Marchi come Minichamps offrivano prodotti ottimi a prezzi competitivi, mentre già realtà come Spark si affacciavano alla finestra, destinate a stravolgere in breve tempo gli equilibri in campo. L’idea di produrre modelli speciali low cost era già venuta a qualcuno ma probabilmente non poteva funzionare se portata a una scala industriale medio-grande, si veda il caso di Starter-Provence Moulage. Restando invece nel piccolo di un laboratorio di provincia, la cosa poteva funzionare. Riutilizzando il marchio Tokoloshe, Codolo iniziò a produrre 1:43 montati a basso prezzo, ovviamente in resina come d’abitudine. Il segreto? Ridurre i costi della filiera, risparmiare un po’ sulle confezioni (furono ancora utilizzate basi e vetrinette Progetto K) ma non transigere su caratteristiche che a prima vista “fanno il modello”, una su tutte la verniciatura, pratica in cui da sempre Codolo è maestro. “Tanti mi chiedono – diceva – come faccio a verniciare così. Semplice: mi concentro un attimo e inizio”. La finitura che riusciva a ottenere era talmente buona che non c’era bisogno di primer, almeno per i modelli in resina. Per tenere basso il prezzo finale si sarebbero scelti soggetti semplici, con poche decals e non troppe parti aggiuntive. Era il 2001 e la “vera” gamma Tokoloshe stava per esordire.
Nota: in questa serie di articoli proporremo preferibilmente foto “d’epoca”, scattate negli anni di commercializzazione dei modelli, scartando ove possibile foto degli stessi modelli in altre gamme, che potrebbero presentare modifiche o varianti.
TOK-01 Ferrari 212 Export Uovo GP Pescara 1952 Serena/Mancini: col numero di catalogo TOK-01 fu scelto un modello già visto nella gamma di Tron, la celebre “Uovo”. Fu un successo: il prezzo al pubblico era di sessantamila lire, quando uno speciale montato – magari di qualità inferiore – ne costava almeno il doppio se non il triplo. La ruote a raggi erano M4 e il grado di finitura davvero adeguato. In seguito, com’è accaduto praticamente con ogni Tokoloshe, il modello si è rivisto, magari aggiornato e migliorato anche nella gamma Remember. In tempi più recenti la Uovo è stata riproposta in varie altre versioni (Mille Miglia, Coppa della Toscana…) con ruote a raggi migliori e qualche altro dettaglio in più.






TOK-02 Ferrari 512BB/B Bellancauto Test Vallelunga 1984: nella gamma Tavarco di metà anni novanta era già presente questa versione, fatta insieme alle Ferrarelle di Le Mans e Imola 1984. La Imola era particolarmente rara, perché quasi tutti gli esemplari della serie erano stati montati in versione Le Mans. La versione test era qualcosa di ancora diverso, che poteva interessare chi era attento allo sviluppo aerodinamico dell’auto. Nella sua semplicità, il modello faceva la sua figura e la sua carriera non si concluse con passaggio nella gamma Tokoloshe, ma continuò nella linea Remember. E’ forse utile rimarcare come le scatole dei Tokoloshe erano fatte di un cartone beige a costoni, che ricordava un po’ i pantaloni di velluto. Le etichette erano gialle, così come il cartoncino sistemato all’interno.






TOK-03 Peugeot 203 Fourgonnette: chiaramente derivato dal modello AMR, il van 203 fu il terzo modello della gamma, offerto in diverse versioni più o meno fantasiose. Vi erano quelle scelte da Ruf stesso per i suoi modelli, ma furono aggiunte altre varianti simpatiche come la Coca Cola o la Charms, quest’ultima ottenuta ritagliando le decals di una Lancia Delta Integrale da rally. Sparito poi per diverso tempo, il Peugeot van è riapparso verso il 2015 in svariate edizioni limitate con livree varie, commercializzate dal marchio Sebring1971. Lo stampo del modello è stato via via modificato in qualche piccolo dettaglio esterno. Della 203 Fourgonnette è stata realizzata anche una versione “new vintage”, sempre in resina ma senza interni, senza vetri e con cerchi in alluminio tornito. Il nome della gamma? Pinky Toys!












TOK-04 Fiat 128 Gr.2 Assetto Corsa: il modello riproduce una generica 128 da corsa con parafanghi allargati e interni racing, con tanto di rollbar. La versione base era rossa con i bolli portanumero bianci e le scritte Fiat, ma ne furono prodotte altre in colori diversi, anche con teca grande (quella normale) e scatola Remember. Venduta anche in kit, la 128 Gr.2 è servita poi da base per delle versioni storicamente esatte, come le Filipinetti del Campionato Turismo e delle cronoscalate, modelli comunque piuttosto rari perché prodotti solo occasionalmente e in piccolissime quantità.




TOK-05 Porsche 917/20 Prove Le Mans 1971 #20: il maialino prima del maialino. Questo fu un modello da subito molto richiesto, dato che in pochi (forse nessuno all’epoca) si erano messi a fare la versione bianca dei test. Successivamente passato nella gamma Remember, il modello è stato venduto anche in kit, come quasi tutti i Tokoloshe. Di recente è stata realizzata una versione rosa con i bolli portanumero bianchi ma senza le strisce e le scritte del Pink Pig. Una versione – diciamo così – intermedia.



TOK-06 Volkswagen Beetle Pick Up: a Umberto piacciono molto stranezze come questa. E’ attratto dalla 600 Multipla Abarth, dalle Ape Car che si vedono in certi video su YouTube e dalle 500 con motore Honda 2000. Questa Beetle Pick Up nella gamma Tokoloshe ci sta proprio bene. Ripresa di tanto in tanto con altre decorazioni (Coca Cola, Red Bull ecc.), simpatica anche come semplice soprammobile.


TOK-07 Porsche 911 Carrera RSR Turbo Daytona 1977 #00: Torniamo su temi di più ampio interesse. Un modello non semplice da realizzare, con una finitura multicolore. Versione già abbastanza conosciuta, a quel prezzo era comunque difficile non acquistarla. Curiosità, lo spoiler anteriore era lasciato grezzo ed ha quindi il colore della resina chiara e direi che l’effetto è molto realistico. Un’altra versione, la Vasek Polak di Mid-Ohio 1977, non entrò nella gamma Tokoloshe ma nella No Name, di cui ci occuperemo forse in futuro. No Name è l’alter ego di Tokoloshe, sempre rigorosamente low cost. Intorno al 2009 la Carrera RSR fu poi realizzata in varie versioni Martini (Le Mans, Spa, Brands Hatch, Nuerburgring, Watkins Glen) come Remember.





TOK-08 Ferrari 250 GTO 3223GT Ginevra 1962: Celebre versione presentazione. Codolo è il re della GTO e una di queste vetture non poteva mancare nella gamma Tokoloshe. In realtà fino a quel periodo (siamo intorno al 2002), Remember aveva prodotto la GTO solo col cofano apribile e riproduzione del motore. Modelli di alta gamma, molto ambiti, montati da collaboratori di Umberto quali Mario Carafa fin dai primi anni 90. Nella serie Tokoloshe sarebbero apparse altre GTO ma siccome l’appetito vien mangiando, si pensò bene di realizzare in versione chiusa un po’ tutte le vetture uscite negli anni precedenti con cofano apribile nella gamma Remember. Ne vennero quindi fuori a decine, con ogni tipologia di etichetta e confezione, finché non si decise di farle confluire nella serie Remember per semplificare in po’ le cose. Ricordo, dopo il moltiplicarsi di queste uscite, di alcuni collezionsti che chiedevano a Umberto se erano disponibili “le GTO Tokoloshe di tutti i colori”. La GTO chiusa ha poi avuto una lunghissima vita, riapparendo anche con i marchi facenti capo a MG Model e poi nuovamente come Remember o R-Models. Giusto per confondere un po’ le idee!





TOK-09 Ferrari 250 GTO 3757GT Nick Mason: Il telaio 3757GT terzo a Le Mans nel 1962 e acquistato dal batterista dei Pink Floyd nel 1978. Ideale per chi voglia un modello semplice, quasi archetipico, della GTO.


TOK-10 Ferrari 250 LM NART Le Mans 1965 #21: La vincente di Le Mans ’65 con Gregory e Rindt. Nella gamma Remember erano già apparse svariate versioni della 250 LM ma non questa. I cerchi erano quelli di M4, non quelli lusso montati sui Remember anni novanta. In seguito il modello, con cerchi tipo W15, è riapparso nella gamma Remember, così come la 250LM delle prove di Le Mans 1964 di cui ci occuperemo in seguito.






Siamo arrivati circa al 2002. Spark è ormai una realtà abbastanza conosciuta, anche se il pallino del gioco, nell’ambito dei modelli industriali, lo tiene ancora in mano Minichamps con i suoi diecast. In questo periodo molti artigiani chiudono, mentre altri tentano nuove strade, come scale diverse. Riparleremo anche di coloro che, magari spinti dall’esempio di Tokoloshe, tentarono la strada dello speciale low cost. Nella seconda parte ci occuperemo dei numeri di catalogo dal TOK-11 al TOK-20, mentre nella terza parte saranno censiti i modelli dal TOK-21 al TOK-27.
Link alla seconda parte della storia: https://pitlaneitalia.com/2023/02/19/tokoloshe-catalogo-sragionato-di-una-produzione-insolita-2/
Link alla terza parte: https://pitlaneitalia.com/2023/02/19/tokoloshe-catalogo-sragionato-di-una-produzione-insolita-3/
Ho in collezione il “maialino bianco” dei test a Le Mans 1971. Presa una decina di anni fa e pagata pochissimo. Un modello che fa bella figura in vetrina e non ha nulla da invidiare ai resincast più recenti. Grazie per la “carrellata”, David.
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