Thierry Blavette è un abile modellista di Le Mans, specializzato in montaggi di soggetti soprattutto endurance, spesso IMSA, dagli anni settanta in poi. Le sue elaborazioni possono essere ammirate sia su Facebook sia sul forum Caradisiac ma quando ve n’è l’occasione anche PLIT tiene a pubblicare le foto dei suoi montaggi perché sono davvero notevoli. Che si tratti delle stesse versioni proposte nel kit o di elaborazioni più o meno radicali, la precisione è rimarchevole così come la ricerca dell’esattezza storica.
In questa sede ci occupiamo della realizzazione più recente, la Lola motorizzata Chevrolet T600 del Conte Racing così come corse alla 24 Ore di Daytona del 1984. La vettura, telaio HU11, disputò due stagioni IMSA col Conte Racing, dal 1983 al 1984, rivelandosi piuttosto competitiva e conquistando piazzamenti di rilievo. Fu seconda alla 3 Ore di Sears Point e alla 3 Ore di Portland del 1983. Alla 24 Ore di Daytona del 1984, gara di apertura della stagione IMSA, la T600 del Conte Racing, pilotata da John Morton, Bob Lobenberg e Tony Garcia, terminò all’11° posto, dopo aver fatto segnare il 10° tempo in prova. Ancora meglio fece la T600 Conte a Sebring (7° posto) e nelle gare successive arrivò a sfiorare il podio con un quarto posto a Riverside, concludendo spesso fra i primi cinque-sei. Nelle due foto sotto si noteranno alcuni particolari che come spesso accade non coincidono esattamente con la configurazione scelta per il modello, ma questo lo sanno bene soprattutto gli appassionati di gare di durata, che tra una cosa e l’altra durano una settimana.


Una versione interessante, quindi, che aveva tutte le carte in regola per interessare il nostro Thierry, che ha deciso di ricavare una piccola serie di quattro esemplari (tutti rigorosamente identici) partendo da kit 1:43 in resina di Tenariv.













Così lui stesso ci descrive le fasi salienti della trasformazione: “Ho utilizzato i supporti dell’ala sinistra e destra della Lola T600 di Marsh Models che ho dovuto rielaborare per dar loro la giusta forma, così come i due supporti centrali sotto l’ala. Ho acquistato una lamina di alpacca spessa 0,10mm, per realizzare la pinna che ho formato attorno a un filo armonico; questa rimane la parte più complicata dell’assemblaggio”.






















“Sono stati poi impiegati – prosegue Thierry nella sua descrizione – nuovi pneumatici e una serie di piccole parti mutuate dalla gamma Renaissance. Nuove le decalcomanie, realizzate da un amico francese. C’è stato poi parecchio lavoro di mascheratura per la verniciatura, fatta con bombolette Tamiya”.
Lasciamo alle foto il compito di esprimere l’equilibri, la pulizia e i tanti dettagli di questo lavoro. Qui sotto, un paio di immagini di tutti e quattro gli esemplari completati. I modelli sono stati avvitati con dei distanziali su una basetta (con teca) in plastica, provvista di una simpatica etichetta, come d’abitudine nei montaggi di Thierry Blavette.

