La Tecno PA2 Formula 2 1970 di Clay Regazzoni

Ci siamo già occupati del lavoro di Claudio Villa (https://pitlaneitalia.com/2022/12/03/focus-tecno-pa2-f-2-thruxton-1971-francois-cevert/), e molto probabilmente ancora, ed ancor più diffusamente, lo faremo nel prossimo futuro: che dire di nuovo delle creazioni di questo affabile signore milanese? Nulla più di ciò che abbiamo già detto e di ciò che – parimenti – costituisce il comune sentire di tutti coloro che si siano imbattuti nel suo lavoro nel corso della loro storia modellistica: si respira una passione incredibile ammirando un Villa Model, ed il fascino che ne scaturisce è sempre ai massimi livelli, con un livello ed un grado di esecuzione assolutamente in linea (anche ideale) con il retroterra delle auto riprodotte, che sono poi o delle formule minori, o addirittura delle formula uno minori.

Una monoposto di un piccolo costruttore artigianale, per motivi se vogliamo anche impalpabili, acquista “un perché” ancora maggiore quando è un piccolo artigiano a carpirla in scala, o almeno questo è ciò che vale per chi scrive.

Dopo la prima Tecno di Formula 2 di François Cévert, è finalmente arrivata in collezione anche quella che è un po’ la summa, nonché lo zenith sportivo, di tutta la produzione di monoposto dei fratelli Pederzani, una monoposto che, per quanto molto simile alla precedente, cercavo da molto tempo: la Formula 2 del 1970, campionessa europea della serie cadetta con Clay Regazzoni nella stessa stagione.

Differenze col precedente modello? Poche, in realtà le due Tecno sono praticamente identiche al netto di dettagli minori come il serbatoio dell’olio presente alla destra del Cosworth FVA in quella del 1970 ed assente in quella del ’71 di Cévert, ma comunque l’idea di trovarsi di fronte ad un modello d’eccezione resta ben salda.

Sono modelli, questi Villa, che vanno “gustati” forse assieme ad un buon libro, che magari parli delle gesta e della storia sia dell’auto reale che dei piloti che l’hanno resa grande.

Il Campionato Europeo di Formula 2, che oltreché della Tecno costituisce anche l’unico sigillo in un campionato importante del buon Clay (mai, purtroppo, iridato nella massima formula pur essendoci andato vicinissimo sia nella stagione del debutto che, soprattutto, nel 1974) è stata come spesso succedeva per la F2 di quegli anni una serie ricchissima di spunti di assoluto interesse, a cominciare dell’eterno confronto tra i piloti di F1 già affermati che spesso “scendevano” a misurarsi coi giovani: non prendevano punti ai fini del campionato anche se, spesso, vincevano, ma la loro presenza era utilissima ad accelerare la crescita degli assi di domani.

Clay Regazzoni non era giovane, era un allegro trentunenne, ma avrebbe debuttato in F1 solo nel corso di quella stagione (con l’indimenticabile vittoria di Monza e con un terzo posto finale a soli dieci punti da Jochen Rindt, campione alla memoria) e così si trovò nella condizione di struttura una buona Tecno per fare suo il campionato cadetto.

Era appunto una buona auto la Tecno, semplice, quasi kartistica in molti suoi accorgimenti e dettami tecnici, come il passo cortissimo ed il telaio puramente tubolare in un’epoca in cui anche il tubolare pannellato (“tubi e pelle collaborante”, questa è la corretta definizione) tipico di Maranello cominciava ad essere visto da taluni come una sorta di anacronismo.

Non era una vettura facilissima da guidare, ma aveva degli spunti di assoluto interesse: fu la prima, ad esempio, ad introdurre i musetti carenati alla moda degli Sport Prototipi di quegli anni, stilema che avrebbe poi spopolato fino almeno alla metà degli anni settanta anche nella massima formula.

C’è un non so che di autocostruzione di ancestrale memoria in un modello come questo, di quel lavoro pieno di passione che il comune appassionato poteva fare per passare le domeniche quando non era sufficiente aprire internet alle due del mattino per poter acquistare riproduzioni perfette di praticamente qualsiasi auto sulla faccia della terra.

Costume, in poche parole: un concetto diverso e, forse, più profondo rispetto alla mera pulsione accumulatoria.

6 pensieri riguardo “La Tecno PA2 Formula 2 1970 di Clay Regazzoni

  1. Avevo già inviato un commento la prima volta che Pitlane si era occupata del Signor Villa e delle sue creazioni. Come già scritto in precedenza, posseggo una ventina di piccole Ferrari costruite dall’artigiano milanese e sono tra quelle di cui vado più fiero appunto perché, di fronte alla perfezione asettica di buona parte dell’attuale produzione in 1/43, i modelli Villa Models riportano ad un modellismo d’ antan più genuino e “sanguigno”. Complimenti, Signor Villa!

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    1. Buonasera,

      sono Claudio Villa , Vi ringrazio per l’apprezzamento dei miei modelli artigianali di F.1 e F.2 in scala 1:43 .

      Io ho sempre creato modelli dal 1990 per passione e solo per amore delle corse automobiliste in pista.

      Oggi stò creando solo alcune F.2 anni ’70 e alcune F.1 anni ‘50 per la grande passione per le gare minori e le gare antiche,

      rifiutandomi di usare il computer o altro per fare i prototipi, ogni Villamodel è un modello interamente fatto a mano senza

      la tecnologia computerizzata ormai diffusa oggi in tutto il mondo del modellismo.

      I miei modelli presentano difetti di autenticità manuale essendo modelli costruiti uno ad uno singolarmente e quindi non

      potranno mai essere uno uguale ad un altro. Questo è il cuore del vero Made in Italy , autentico manuale artigianale.

      Grazie per avermi ricordato nei vostri racconti.

      Claudio Villa by Villamodel

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    2. Buonasera,
      sono Claudio Villa , Vi ringrazio per l’apprezzamento dei miei modelli artigianali di F.1 e F.2 in scala 1:43 .
      Io ho sempre creato modelli dal 1990 per passione e solo per amore delle corse automobiliste in pista.
      Oggi stò creando solo alcune F.2 anni ’70 e alcune F.1 anni ‘50 per la grande passione per le gare minori e le gare antiche,
      rifiutandomi di usare il computer o altro per fare i prototipi, ogni Villamodel è un modello interamente fatto a mano senza
      la tecnologia computerizzata ormai diffusa oggi in tutto il mondo del modellismo.
      I miei modelli presentano difetti di autenticità manuale essendo modelli costruiti uno ad uno singolarmente e quindi non
      potranno mai essere uno uguale ad un altro. Questo è il cuore del vero Made in Italy , autentico manuale artigianale.
      Grazie per avermi ricordato nei vostri racconti.
      Claudio Villa by Villamodel

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  2. Bravo Riccardo, è sempre un’ottima cosa riservare attenzioni agli artigiani. Io non colleziono vetture Formula ma questi Villa Model mi sembrano molto carini e nascono non da attente pianificazioni “industriali” ma principalmente da una sana, genuina passione.
    Bravo anche a lei, Claudio! Mi congratulo…

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    1. Buonasera,
      sono Claudio Villa , Vi ringrazio per l’apprezzamento dei miei modelli artigianali di F.1 e F.2 in scala 1:43 .
      Io ho sempre creato modelli dal 1990 per passione e solo per amore delle corse automobiliste in pista.
      Oggi stò creando solo alcune F.2 anni ’70 e alcune F.1 anni ‘50 per la grande passione per le gare minori e le gare antiche,
      rifiutandomi di usare il computer o altro per fare i prototipi, ogni Villamodel è un modello interamente fatto a mano senza
      la tecnologia computerizzata ormai diffusa oggi in tutto il mondo del modellismo.
      I miei modelli presentano difetti di autenticità manuale essendo modelli costruiti uno ad uno singolarmente e quindi non
      potranno mai essere uno uguale ad un altro. Questo è il cuore del vero Made in Italy , autentico manuale artigianale.
      Grazie per avermi ricordato nei vostri racconti.
      Claudio Villa by Villamodel

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